Genoa Udinese 1 a 1. Tanta volontà da parte di tutti anzi rabbia agonistica. Sbaglia o non è fortunato il Grifone gol anche facili per esaltare il critico. Troppo si è contenuta la squadra friulana dopo il pareggio ed esaminando per intero la gara difficile dimenticare l’ardore la voglia del Vecchio Balordo che avrebbe meritato un altro premio invece del punticino.  Frase trita e ritrita il calcio non è il pugilato e non si vince ai punti. Delneri parla in friulano ai tifosi e alla stampa, difficile alla squadra senza un italiano,  utilizzando termini da animale da cortile, tacchini in particolare  e usa le unghie per portare via il pareggio. Notiziario: L’estate sembra sopravvivere al calendario. La partita è iniziata con nuvole minacciose ed è finita con un cielo celeste senza venti particolari,18 i gradi. Terreno scivoloso dopo l’allerta gialla di ieri ma ha retto complessivamente bene con qualche zolla saltata. Assente Preziosi, presente Zarbano e componente femminile famiglia Preziosi. Minuto di raccoglimento per Renzo Fossati; in Tribuna d’onore la famiglia del Presidente scomparso dopo essere andata sotto la Nord tra gli applausi a depositare un mazzo di fiori. Spettatori paganti oltre i 18041 abbonati 974 di cui 110 friulani, 90 nella gabbia sud, gli altri in Tribuna laterale. I lenzuoli nella Nord: “Ciao Vecio”, “Ciao Antonio fratello partenopeo”, “La Nord è con Varna”, uno striscione in inglese (meglio non tradurlo) contro la polizia turca rea di aver maltrattato i tifosi napoletani giovedì scorso in Europa League. Curiosità: una signora in Tribuna stampa ha letto per tutta la gara un libro. Era la moglie di Pizzul impegnato con la Rai con il genovese comico Lastrico per Quelli del calcio. Ricordo di Capitan Signorini a 14 anni dalla perdita nei distinti superiori un numero 6 in mezzo a bandierine rosso blu. Ha ragione Juric il calcio è stato onorato anche sbagliando. La partita tra Genoa e Udinese è stata appassionante solamente per i friulani e i tifosi neutrali. Il vecchio Balordo ha sbagliato facili conclusioni ma commuove e agita sempre il Tempio perché si prodiga e avventa su ogni pallone. L’Udinese non ha sbagliato tanto perché ha fatto molto meno, con misura ammirevole ha tenuto il campo probabilmente anche per la precisa conoscenza dei suoi limiti. La partita è stata subito in salita per il Grifone. Incassato un gol al 10’ del primo tempo fotocopia di qualche altro, compreso il secondo di Bergamo: Widmer il terzino destro (questa volta) percorre 40’ di campo con il pallone tra i piedi arriva in fondo lo scarica dietro e Thereau beffa la difesa e Perin. Tutto nasce da un errore di transizione tra Ocampos e Pavoletti, Ocampos non è riuscito a recuperare i tre metri al friulano ed ogni errore di scalatura o di marcamento è pagato caro dal Vecchio Balordo. 15’ con rosso blu non in balia dei friulani ma della paura di concedere spazi fino al pareggio di Ocampos bravo a mantenere la parola. Si potrebbe dire chi di Widmer perisce, lasciato da Ocampos in occasione del gol bianconero, di Widmer perisce che ha perso Ocampos nel pareggio. Solo un grande spavento nel primo tempo per i due portieri un impatto di testa fallito da Pavoletti perché spinto da avversario e compagno ed un gol mancato dopo una ripartenza fulminea di Zapata alla Egidio Calloni: alzato pallone a due metri da Perin che in precedenza aveva salvato su Thereau il gol del 2 a 0. Del Neri dopo il pareggio rosso blu ha cambiato modulo per 3 -4 minuti passando ad un ipotetico 4 2 3 1 , ma ballando sulle corsie laterali dalla parte  di Edenilson, Pozzo senior  in tribuna lo avrà rimpianto,  è tornato al suo 4 4 2 molto chiuso bloccando la corsia laterale di destra con Badu  su Laxalt in fase di non possesso , intensificando quella di sinistra  con De Paul per contrastare le discese di Izzo e le sovrapposizioni di Rigoni con Edenilson. Secondo tempo Genoa arrembante sotto la Nord,  molto preoccupato della ripartenza avversaria,  Del Neri sempre più chiuso con due linee appiccicate con 9 uomini tra difesa e centrocampo. Difficile trovare spazi perché il solo Izzo arrivando da dietro creava superiorità. Troppi errori di transizione da parte di tutti negli spazi di mezzo. Juric effettuava cambi importanti Ninkovic per Ocampos, Lazovic per Rigoni, ma il più importante è stato Simeone per Edenilson ai minimi termini. L’entrata di Gio in coppia con il Pavoloso, nella morsa della difesa friulana per 75’, ha creato più spazi e occasioni da gol scollegando i reparti avversari. Negli ultimi venti  minuti della gara si è capito la differenza fra le grandi squadre che ottimizzano anche una sola occasione e quelle che stanno lavorando non per diventare grandi ma per abbellire il proprio campionato con delle reti importanti come: Laxalt di testa nella stessa posizione di Zapata nel primo tempo, il tapin finale con grande parata di Karnezis anche se Pavoletti e compagnia dovevano buttarla dentro. La partita nel secondo tempo è stata freneticamente monotona, sempre gli stessi schemi, attacco in forcing del Genoa, parata e risposta dell’Udinese in ripartenza poco riuscita, viste le zero parate importanti di Perin. Juric le ha provate tutte per vincere prima allargando il gioco per aprire il pollaio di Del Neri visto che ieri aveva dichiarato di giocare da Tacchini da cortile con le unghie bene affilate, con i cambi del secondo tempo ha infittito le retrovie friulane le occasioni sono arrivate ma sciupate sottomisura. Due settimane di lavoro durante la sosta prima dell’inizio del forcing prima di Natale dove Juric oltre recuperare energie in qualche elemento dovrà trovare e rigenerare coloro che sono stati nella prima parte di campionato in grado di creare superiorità saltando l’uomo. Fare tanta fatica con tanti uomini nel centrocampo avversario e non trovare il risultato non soddisfa il Pirata.