Everybody’s changing cantano i Keane.

A proposito di cambiamenti, il Genoa di Ivan Juric ha introdotto ed ampliato un concetto ben noto agli amanti del calcio totale: il gegenpressing, anzi chiamatelo un po’ come preferite.

‘Tormenta ed infastidisci l’avversario, prima o poi sbaglierà’ scrive qualcuno, facendosi portavoce di un movimento che oggi più che mai viene portato sui campi di calcio dagli allenatori che vogliono stupire, strappare qualche punto d’oro e soprattutto divertire con un calcio frizzante.

 

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Le bollicine tuttavia non fanno rima con innovazione, ne sono una prova i tantissimi mentori e precursori del pressing ultra-offensivo, primi su tutti Arrigo Sacchi e Rinus Michels.

 

 

Il termine tedesco a dire il vero è nato grazie all’estro di Jurgen Klopp, capace di rendere il Borussia Dortmund una delle squadre più belle e battagliere degli ultimi anni.

C’è stato poi chi ha preferito chiudere le linee di passaggio agli avversari come il Barcellona di Guardiola, capace di intrappolare il nemico senza nemmeno dargli l’impressione di pressarlo da vicino – aiutato anche e soprattutto da uno strapotere tecnico sotto gli occhi di tutti – limitando così il dispendio energetico.

 

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Tanto per restare in tema ‘Pep’, il Red Bull Salisburgo di Robert Schmidt stupì tutti annichilendo proprio il Bayern Monaco, nuovo bolide di Guardiola nel 2014, con una prestazione ai limiti della perfezione ma agli antipodi del calcio di posizione. Si trattava di un primo e vincente esperimento di gegenpressing avanzato; una vera e propria imboscata.

 

 

Ogni campionato ha poi adattato alla sua natura quella esplosiva del pressing:

– in Bundesliga prevale la fisicità;

– in Premier League vincono la ricchezza ed i mezzi, di conseguenza aumenta la velocità;

– in Liga vivono la tecnica e la velocità di passaggio;

– l’Italia, guardacaso, è la patria della tattica:

Un grande esempio di ‘pressa subito alto e chiudi le linee di passaggio’ sta nella fragorosa vittoria che il ‘novellino’ Klopp ottenne proprio in Inghilterra, all’Etihad Stadium contro il Manchester City.

 

 

Se il Tottenham di Pochettino cerca da tempo giocatori perfetti per un gioco fisicamente devastante (ne sono una prova i 50 milioni di euro spesi per portare a White Hart Lane Moussa Sissoko e Victor Wanyama), il Cholo ed il Loco sono probabilmente gli esempi più lucidi e lampanti di un calcio propositivo ma altrettanto dispersivo in termini di energie.

 

 

Un’altra prova è incastonata nella prima grande vittoria di Pep Guardiola sull’eterno rivale duellante Mourinho: nel 2-1 di Old Trafford i Citizens hanno percorso quasi 9 chilometri in più rispetto agli avversari, mettendo in mostra come dal tiqui-taca si possa virare su un’idea calcistico-tattica più dinamica.

La rete di Kevin De Bruyne è il manifesto del pressing costante, con tanto di nuova chicca, ovvero l’aggiunta di un portiere-regista in grado di dettare tempi e rassicurare la difesa nelle ripartenze.

 

During their win over United, City players covered a total of 119.63km, whereas in comparison Mourinho’s team covered only 111.34km

 

 

In Serie A non solo manca la velocità che regna in Inghilterra, ma la maggiore cura per la tattica rende tutto più complicato: ecco perché il gioco del nuovo Genoa riesce a stare perfettamente nel mezzo, unendo la fluidità di gioco ad un pressing costante e a tratti asfissiante.

Qualità e quantità, forma e sostanza, Veloso e Rincon.

Il Genoa sta cercando di trovare una quadratura del cerchio con un gioco ‘vintage’ ma al passo con i tempi, dalle radici antiche ma davvero originale, attento a una gestione ottimale della palla ma intelligente e battagliero quando si tratta di osservare l’avversario per andarsela a riprendere.

Intensità, chiarezza ed organizzazione sembrano essere i capisaldi del Grifone.

Forse ci stiamo sbagliando, ma poco importa: cercheremo di prenderla con filosofia. La filosofia dello Jurismo.