Alle partenze di Pavoletti e Rincon, oltre alle  dovute lettere di ringraziamento, bisogna aggiungere le parole e la volontà di andare via. E’ cosa migliore ripetere che i calciatori sono diventati aziende, come si vede nelle dichiarazioni alle presentazioni. Le loro uscite non devono mandare nel cassetto i sogni di questo autunno e trasformarli in scoramento, tenendo conto anche del contributo dato non per loro volontà alla causa rossoblu. Non è una ripicca, è un dispiacere non averli visti al 100% in tutte le 19 gare del girone di andata, tutto documentato dai numeri che non possono essere manipolati a proprio uso e consumo.

Nello spogliatoio e in società lavorano  per migliorare, anche se la domanda di qualche tifoso frequentatore del Pio Signorini bisogna girarla al Joker: “se arrivano Pinilla (ancora ora da ufficializzare l’accordo) e Carmona è un passo indietro rispetto alla programmazione messa in atto dallo scorso anno? Meglio dei giovani visto che si vuol programmare il futuro? “. Le partenze di Pavoletti e Rincon sono state comprese, assorbite, 25 milioni e più per due calciatori vicini agli “enta” sono colpi non male.

A tutto ciò, nella discussione sui gradoni del Pio Signorini, bisogna aggiungere il veleno di chi probabilmente non va neanche  alla partita. “Le plusvalenze in che modulo possono giocare?

Per chi legge le circolari federali l’opera di Preziosi è fondamentale per buttare le basi sul futuro, non solo sul campo. Nei prossimi anni per iscriversi al campionato ci vorranno pareggi di bilancio. Tutto è stato deciso dopo il crack del Parma benché nel calcio il vento giri ad ogni elezione della Presidenza della FIGC.
Vox populi, vox Pio (meglio che Dei) per comunicare ed anche indicare le opinioni di giudizi popolari, o comunemente accettati (come dice il Vocabolario). Nel caso del Vecchio Balordo, da verificare se devono o possono ritenersi giusti.

È difficile commentarli perché se pensi positivo sei un ruffiano, al contrario disfattista. Perciò come al solito saranno il campo e i risultati i giudici.