Il Genoa ha un nuovo volto; dopo le partenze di Rincòn e Pavoletti e l’arrivo di 6 uomini, è inevitabile che sia così, ma nessuno considera che 4 giocatori sono arrivati per il futuro.

Adel Taarabt si è presentato ieri mattina alla stampa, mettendo fin da subito in mostra la volontà di riprendersi quel che nell’ultimo anno in Portogallo ha perso di mano, ovvero fiducia e continuità.

Saper leggere il libro del calcio non è facile, quasi impossibile in tempo di mercato quando – a torto o a ragione – di campo si finisce per parlare veramente poco. Il Genoa però si sta allenando, i nuovi innesti cominciano ad integrarsi e la nuova squadra si modella pian piano lavorando sodo agli ordini di mister Juric.

La scelta di puntare su un portiere esperto e ‘di famiglia’ come Rubinho potrebbe rivelarsi decisiva, non tanto per l’apporto che il brasiliano darà in campo quanto più per quel che rappresenterà la sua figura all’interno dello spogliatoio. “Siamo un gruppo unito” si sente dire spesso e volentieri; a maggior ragione, con l’arrivo di un’istituzione come il brasiliano, questo legame potrebbe diventare ancora più forte con risvolti positivi.

Danilo Cataldi arriva invece in prestito secco, ma la storia ci ha insegnato che 6 mesi possono bastare non solo per lasciare il segno nel Genoa ma anche per rimanerne segnati, magari innamorandosi proprio del colore rossoblù: del resto le strade del calcio sono infinite.

Morosini e Beghetto rappresentano più di chiunque altro la nuova filosofia portata a Villa Rostan dal tecnico Ivan Juric: giovani interessanti con voglia di stupire, nella speranza di poter portare una ventata d’aria fresca nel Genoa che verrà.

Mauricio Pinilla incarna il desiderio di rivincita, fondamentale in una squadra che deve andare avanti con grinta e fame di successi. Il suo voler tornare ad esultare sotto la Gradinata Nord dopo una parentesi breve ma intensa potrebbe fare la differenza nel girone di ritorno.

Guardare il bicchiere e guardarlo quasi del tutto pieno resta l’unica soluzione a cui affidarsi, la migliore da percorrere tanto nella vita quanto in uno sport come il calcio, semplice ma imprevedibile. Pensare positivo e guardare avanti, al futuro, senza però perdere mai di vista il presente; domenica arriva il Cagliari e non c’è più tempo per riflettere, dalle parole bisognerà passare ai fatti.