Fiorentina – Genoa 3 a 3. “Desto o son sogno “.

Calza a pennello questa frase di Totò dopo aver visto Fiorentina – Genoa. Il Vecchio Balordo al Franchi ha fatto vedere di non essere brutto ed Ivan Juric in grado di arrangiarsi, se i gatti neri per una volta guardano da un’altra parte.

Notiziario: giornata di sole con 15°, terreno di gioco in ottime condizioni. Zarbano, Milanetto, Sbravati in Tribuna, Fabrizio in panchina. Spettatori paganti 7.147 di cui circa 400 di fede rosso blu, abbonati 20.154. Stadio di Firenze senza discoteca a tutto volume per la gioia delle orecchie. Due soli grandi striscioni per ricordare Christian e Spagna.

 

La partita per tutti i genoani all’inizio era un inferno, si è trasformata in un purgatorio. Ora il Paradiso non può attendere.

La Fiorentina ha entusiasmato i tifosi ma li ha anche delusi. Il Genoa si è fatto ammirare per la precisa coscienza dei propri limiti.

Era difficile per Juric onorare la geometria, viste le assenze nel cuore del gioco. L’applicazione, la rabbia agonistica del secondo tempo rosso blu poteva anche meritare qualcosa in più grazie anche ad una viola che ha sbagliato molto.

Juric in una partita che sulla carta sembrava già scritta ha aspettato 31’ di gioco per cambiare la fisionomia iniziale della squadra e ritornare al recente passato.

Il tanto richiesto 3 5 2 ha dato qualcosa in fase difensiva viste le marcature a uomo non solo a centrocampo scuotendo i tabellini con il solo gol, il palo di Chiesa e nessuna parata di Lamanna, poco anzi quasi nulla in fase d’attacco. Il soliti errori difensivi hanno mandato all’aria il 3 5 2 visto il gol di Ilicic e appunto il palo di Chiesa.

Paradossalmente il gol viola e il palo per una volta sono stati decisivi nel risultato finale facendo cambiare strategia a Juric. Se avesse continuato con il 3 5 2 la partita avrebbe preso un’altra via favorevole per i gigliati.

Il Pirata facendo uscire Cofie, l’unico mediano a masticare pallone e avversario a centrocampo ha cercato di esaltare le qualità migliori cercando di attenuare molto i difetti, cercando gli schemi idonei studiati da questa estate per esaltare le caratteristiche degli elementi di cui dispone.

L’entrata di Taraabt ha alimentato la speranza non solo di un cambio di gioco ma anche di qualità utile a non rimanere schiacciati davanti all’area di rigore rosso blu non permettendo più alla corsia di destra gigliata di dominare e comandare il gioco con Sanchez, Ilicic, Chiesa. Il marocchino tra i 15’ del primo tempo e i secondi 45’ di gioco ha messo non solo Sanchez con gli altri due dietro la lavagna dopo essere stati una spina per  Laxalt e Orban.

1 a 0 all’intervallo. Juric esce addirittura una manciata di minuti prima della squadra sul terreno di gioco alla ripresa. Squadra probabilmente che si è consultata senza il tecnico guardandosi negli occhi visto come è scattato Burdisso sotto la curva Fiesole.

Le grandi speranze dei genoani e di noi cronisti della voglia di rivalsa dei grifoni si sono subito annichilite con il secondo gol di Chiesa ad inizio ripresa. La Fiorentina insisteva, la tripletta era nell’aria, Juric metteva in campo Pandev e il macedone, pur non facendo gol, illuminava la scena nei due gol di Simeone e Taraabt o Hiljemark; conta poco l’autore della rete, conta il pareggio in due minuti che zittiva non solo gli spettatori ma anche i calciatori viola.

2 a 2 inaspettato, Sousa correva a ripari facendo entrare Bernadeschi per Badelij abbassava Borja Valero in cabina di regia. Genoa che prendeva il terzo gol in contropiede e con un altro pallone scaricato indietro da Bernadeschi per Kalinic correva il 63′: fase difensiva inesistente e Munoz quando gioca a destra in difficoltà.

Il Vecchio Balordo non calava le braghe continuava a prodigarsi con misura ammirevole.

Juric tirava fuori dalla panchina Ntcham visto i patemi a creare gioco, il francese lo ripagava con giocate di prima in profondità (8 su 8 giuste, precise) e permetteva in una mischia dentro l’area viola di agguantare il pareggio con un rigore che solo chi è in male fede può ritenere dubbio considerato per di più il pallone che ha danzato sulla linea di porta scomodando anche il goal-line: Bernadeschi ha toccato il pallone con il braccio quindi giusto anche il rosso. Orsato ha diretto bene.

Dovendo riassumere la partita questo diremo: che la Fiorentina ha svolto i 6 decimi del gioco complessivo e il Genoa i 4 decimi. Considerata la differenza di qualità e i cerotti del Genoa un ottimo risultato dimostrando che Juric legge bene le gare in corso se ha possibilità senza incidenti di utilizzare 14 calciatori.

Genoa con un cuore immenso. Simeone 11 gol compreso quello in Coppa Italia risolve molti problemi sul gradino più alto del podio, Taraabt è lui il protagonista, non solo  con due assist ha cambiato la gara, sempre nel vivo del gioco, Pandev subito procacciatore di guai per la Fiorentina tra le linee, Ntcham mai visto così preciso nelle transizioni del pallone.

Non bisogna dimenticarsi di Orban che ha ballato ma per una volta con la sua scivolata ha salvato un gol. Izzo a qualcuno non è piaciuto nel ruolo di mediano davanti alla difesa perché probabilmente non hanno mai visto giocare Benetti, Furino e Tagnin: chiedere a Valero e Vecino cosa ne pensino.

Si è calato subito nella parte di cavallo da centrocampo l’ultimo arrivato Hiljemark mettendo cuore e testa.

Aggiungiamo Burdisso per il suo duello rusticano con Kalinic: non ne esce sconfitto.

Per gli altri difensori e centrocampisti è stata dura ma alla fine si sono guadagnati il punto che ne vale tre per il futuro. Juric bravo per la terza volta in stagione a complicare la vita a Sousa. Alla fine i viola schiumavano di rabbia non solo in campo. Buon Dio, avrei dato qualsiasi cosa per un quarto gol.

Adesso che mani batteremo domenica prossima? Quelle con la Juventus o quelle al pareggio del Crotone, che dopo sono sempre le stesse!

Ancora due giorni di calciomercato a rompere i palloni non dovranno far dimenticare che ieri al Franchi di Firenze è iniziato finalmente anche il 2017 per il Vecchio Balordo.