Al Pio Signorini non solo tra lo staff ma anche nello spogliatoio si è ruminato rimasticando parecchie volte le modalità con cui il Genoa si è perso nell’ultima parte del campionato, specialmente al “Ferraris”.

La partita con il Napoli è difficile ma c’è la possibilità di raccogliere le rose in inverno, rifacendosi al girone di andata e non solo alla gara contro il Grifo ma anche a quella di Gasperini e l’Atalanta con una pregiudiziale in più per il Vecchio Balordo: a Napoli parlano tutti del Real Madrid.

Per fare risultato, Juric e Gasperini hanno ingabbiato con marcature quasi a uomo i tre centrocampisti partenopei. Operazione riuscita, anche se in entrambi i casi il Napoli giocava con il centravanti di stazza. Tutto cominciava ad inizio azione bloccando le trame avversarie: gli attaccanti si occupavano dei centrali e con un centrocampista esterno o centrale che si alzava sul metodista mentre i compagni si occupavano delle mezze ali. Tutto si traduceva in una forte aggressione sulle fonti di gioco.

Per tale motivo, senza nulla togliere a Pavoletti, a Juric non dispiacerebbe giocare contro il Pavoloso per avere un riferimento per la difesa.

Non ci saranno esperimenti rilevanti. Contro il Ciuccio sarà sempre il 3-4-3 di base con difensori ed esterni uguali alle scorse gare. Con il rientro di Veloso, se ci sarà anche quello di Rigoni, Juric potrebbe optare per il portoghese vertice basso con una delle due mezzali – senza Rigoni saranno Cataldi e Hiljemark – che si buttano dentro. Attenzione a non fare l’errore di battezzarlo 3-5-2: l’impostazione sarebbe di base sempre quella del 3-4-3.

La squadra deve ripartire da una difesa solida. Il Napoli è l’occasione giusta: guardando la classifica delle reti fatte su palloni inattivi, solamente 2 quelle partenopee su 55 realizzate. Per arrivare al gol su palla inattiva Sarri ha dovuto aspettare il rientro di Tonelli, ai box contro il Genoa ma in gol contro il Pescara il 15 gennaio scorso, e non sfruttare le sue 33 combinazioni su calcio piazzato già conosciute dai tempi dell’Empoli. Unica soddisfazione la rete su punizione di Mertens al “Dall’Ara” nella giornata appena conclusa.

Archiviare i rimpianti e non pensare più all’unico punto conquistato con Palermo, Crotone e Sassuolo nel tempio. Risultati negativi che dovranno essere la svolta già domani sera, indipendentemente dal risultato, facendo capire che il gruppo è maturo e non vuole fare un campionato mediocre.

Importante non fare capitalizzare il gioco dei partenopei subendo subito una rete. Guai lasciare campo libero e spazi come ha fatto il Bologna di Donadoni cercando di controllare solo le corsie laterali perché metterebbe in imbarazzo Burdisso e compagnia, specialmente se Sarri decidesse di far giocare Giaccherini al posto di Callejon cambiando poco del Napoli flipper delle ultime giornate. La lezione subita dal Bologna per troppa presunzione è stata pagata a caro prezzo. Lezione che Juric aveva già memorizzato e ammortizzato domenica sera parlando del Napoli a fine conferenza dopo la gara con il Sassuolo.

La regina delle ipotesi, il “SE”, non serve più al Vecchio Balordo già da domani sera. Il Pirata ha dimostrato di trasmettere il suo DNA da “duro” come quando giocava . Adesso tutti devono trasformarlo in determinazione e applicazione come è successo nel girone di andata.

La formazione rossoblu la rimandiamo al consueto “Occhi al Pio” di stasera dopo aver ascoltato la conferenza stampa di Juric.

Capitolo Napoli. I partenopei giocano un calcio bello, fatto di possesso, di inserimenti e verticalizzazioni improvvise e ben gestite dagli attaccanti.

Bravo Sarri a non fasciarsi la testa dopo l’uscita di Higuain e l’incidente a Milik. La perdita del polacco a detta di molti avrebbe fatto perdere il riferimento principale offensivo e creato problemi. Effettivamente il tecnico ex Empoli aveva in squadra solamente Gabbiadini pronto a sostituirlo, ma provato e riprovato ha dovuto arrendersi. Gabbiadini gradisce poco giocare centravanti boa, preferisce fare l’esterno.

Il bancario trainer (bellissima la sua intervista a Condò per Sky) ha cercato e trovato subito un’altra soluzione con l’attacco mobile mignon formato da Callejon, Mertens e Insigne.

Operazione riuscita alla grande non solo per i 55 gol messi a segno, compreso il sette bello di Bologna, ma anche perché giocano come un videogame con traiettorie che sembrano create dal computer e dribbling di indiscutibile classe. Sarri sfrutta al massimo la rapidità di esecuzione di passaggio e tiro dei “tre angeli del Ciuccio“. Il tutto viene rifinito alla grande con gli inserimenti dei centrocampisti negli spazi pronti a battere a rete.

Neanche San Gennaro e gli altri 51 protettori di Napoli avrebbero immaginato che Mertens facesse l’Higuain, superandolo addirittura con la tripletta ai felsinei. Hamsik con l’altra tripletta si è peraltro avvicinato alle reti di Maradona. I gol contano come Insigne che fa il fenomeno e Zielinski l’architetto. Tutto ciò è troppo per tutte le altre squadre, ma formazioni come il Bologna si sono fatte harakiri da sole lasciando troppo campo aperto, incassando 2 reti in sei minuti e finendo in balia dei contropiedi azzurri.

Al Luna Park Napoli si esaltano tutti, anche Diawara, come immaginava Sarri la scorsa estate quando ha visto partire Higuain. A precisa domanda. “Come si sostituiranno i 36 gol del Pipita? Mandando in gol più calciatori possibile”.

Ha avuto ragione pur seguendo le partite in tuta, causa di qualche sberleffo. Oltretutto non usa più i 33 modi per battere un calcio di punizione. A prescindere da tutto, la formazione azzurra dovrebbe essere la solita con due soli ballottaggi: Allan/Zielinski e Giaccherini/Pavoletti.