Un’altra domenica amara per il nostro amato Grifone. Sono trascorse oramai settimane dall’ultima vittoria ed affrontare il Napoli in trasferta non lascia grandi speranze, però nel calcio tutto può succedere. Il mio pensiero è che tutti i tifosi rossoblu si accontenterebbero di una buona prestazione condita dalla giusta “garra”.

La forza del Napoli è mister Sarri?

Sarri viene dalla gavetta, è stato scoperto dalle grandi platee troppo tardi, ma senz’altro è un allenatore di primissimo piano anche a livello europeo. Certo è che passare dal Lumezzane al Real Madrid rappresenta un salto non indifferente.

Quale è il sistema di gioco e come viene sviluppato?

Sistema 4-3-3, basato sul possesso palla e sulle accelerazioni improvvise. È una squadra che ama fraseggiare palla a terra. Quando riprendono il gioco dal portiere, i difensori centrali si allargano e gli esterni si alzano per avere più ampiezza, così sfruttano molto l’abilità di Reina con i piedi.

Il reparto difensivo?

In porta gioca Reina, portiere molto esperto che fa della regolarità il suo punto di forza. La linea difensiva è composta da Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam.
Maggio, classico giocatore di fascia con ottima corsa, è carente nell’ultimo passaggio o cross. Solitamente non è titolare, stasera scenderà in campo per la squalifica di Hisay.
La coppia centrale è composta da Albiol e Koulibaly, coppia che accumula esperienza, tecnica e forza fisica, forse carente in rapidità. Sulla fascia sinistra hanno Ghoulam, di ottimo piede e sempre molto propositivo. L’esterno algerino ha anche la caratteristica di effettuare le rimesse laterali molto lunghe e questo viene utilizzato in fase offensiva. La linea difensiva gioca molto alta, però è molto abile nello scappare all’indietro una volta che il pallone viene perso.

In mezzo?

I tre centrocampisti sono Zielinski, Diawara, ed Hamsik. Formano un trio molto affiatato e sono complementari. Amano dialogare tra loro. Diawara è il più giovane, ma è dotato di forza fisica e di piedi buoni, e fa del pressing il suo punto di forza. Zielinski, polacco, anche lui tecnicamente forte, è un gran tiratore da fuori area. L’ultimo dei tre, Hamsik, a mio parere è il top player della squadra, possiede tutte le qualità del centrocampista universale ed è un ottimo finalizzatore.

In avanti?

Il Napoli è la squadra che ha segnato più gol su azione in Italia, ma non sarà della partita lo squalificato Callejon, cliente scomodissimo. Il tridente offensivo sarà quindi composto da Giaccherini, Maertens, il cannoniere della squadra, ed Insigne. Giaccherini, sostituto di Callejon, nazionale azzurro, è un tuttofare di alto rendimento. Maertens, schierato nell’inedito ruolo di punta centrale, è la vera rivelazione dei partenopei: con la sua tecnica ed il suo dribbling è stato fin qui l’autentico trascinatore del gruppo e non ha fatto sentire l’assenza del centravanti titolare, Milk, infortunato. Infine Insigne: ha un piede destro dolcissimo, ma Lorenzito viene schierato a sinistra in modo da favorirne il rientro per il famoso tiro alla Del Piero. Insigne poi è molto temibile sui calci da fermo.

La panchina?

I primi rincalzi sono Strinic, difensore di fascia sinistra; Chiriches, centrale ottimo negli inserimenti palla al piede; i centrocampisti Rog e Jorginho; l’attaccante Milik, pronto al rientro dopo il lungo infortunio, così come il “nostro” Pavoletti.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su calci piazzati e corner a sfavore difendono a zona, mentre su quelli a favore salgono a colpire i due centrali difensivi, anche se spesso preparano diversi schemi. Molto pericoloso Ghoulam, col suo sinistro, nei corner battuti dalla bandierina di destra.

Qual è il settore di campo preferito dal Napoli?

La zona dove preferiscono agire è quella centrale, dove imbastiscono una fittissima rete di passaggi mai fine a se stessa. Uscire indenni dal San Paolo sarà difficile, ma giocare da Grifone dovrà essere il punto fermo per la rinascita che tutti noi genoani attendiamo.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.