Napoli Genoa 2 a 0: “Salutame a sòreta”. Ci hanno provato il Genoa e Ivan Juric a spaventare il Ciuccio, il S. Paolo e Sarri con 36’ di calcio fatto di pressing e marcature a uomo che hanno annullato i centrocampisti avversari. Sarri in panchina dava segni di irrequietezza vedendo all’orizzonte la fotocopia della gara del girone di andata.
Dopo 38’ di gioco del primo tempo ci ha pensato la fortuna a mettere la benda sul gioco del Genoa, non contenta di aver già al 20’ azzoppato Gentiletti.

Dal 40’ del primo “Salutame ‘a sorreta”: il Vecchio balordo perdeva l’equilibrio tattico il senso delle distanze e pensava solo a difendersi. Il Genoa arrivava indenne al 45’ del primo tempo con uno 0 a 0 sicuramente non preventivato dalla banda Sarri, che pensava di fare gol subito e dopo gestire la gara con vista Madrid.

Primo tempo in cui il Napoli è stato pericoloso con un tiro da fuori area ben parato da Lamanna; nessuno tiro del capocannoniere Mertens e nessuna combinazione alle spalle della difesa rossoblù di Insigne e Hamsik con mescolanza di gioco in velocità, come accaduto con altre squadre che poi avevano finito per ballare.

Il campanello d’allarme dei 7 minuti, compreso recupero, del primo tempo è subito suonato ad inizio ripresa con la rete di Zielinski da fuori area dopo l’unico dribbling ubriacante di Mertens e con una corta respinta fuori area di un rossoblu. Partita finita al 4’ del secondo tempo.

Si aspettava solo il raddoppio partenopeo arrivato non attraverso il gioco ma con un lancio di 80 metri del portiere Reina e per una caduta maldestra di Burdisso nel contrastare Mertens. A quel punto cross per Giaccherini che a porta vuota bucava Lamanna.

Sarri si rilassava, faceva i cambi con vista Real Madrid, Lamanna salvava il terzo gol su punizione e non si aspettava niente altro che il fischio di Giacomelli per andare negli spogliatoi. Juric contro il Napoli non ha messo in campo un caos organizzato, consapevole che tutte quelle che ci hanno provato hanno dovuto raccogliere parecchie volte il pallone nella propria porta.

Juric è sceso al San Paolo senza paura. Nel suo vocabolario non esiste questo termine, a meno che non si tratti di un errore di stampa. I primi 40’ di gioco del Vecchio Balordo, giocati con aggressività e personalità, hanno dimostrato che con Veloso in campo il Grifone la striscia negativa di risultati è arrivata per poca tecnica, qualità e non tanto per tattica, con una delle cause principali di questo momento che è senza dubbio mentale.
Juric è da tempo che non riesce più a giocare le gare con 14 elementi: del resto, 3 cambi sono il 30% di una squadra e possono fare la differenza in corso di una gara.

Per chiarire, non per far polemica ma per fare cronaca dei fatti e dei tempi, Veloso si è fatto male il 18 dicembre con Genoa-Palermo procurandosi una lesione di 2° grado al bicipite femorale della gamba sinistra. La prognosi era di 45 giorni. Il portoghese doveva essere pronto intorno al 3 febbraio, Juric se non ci fossero state le condizioni meteo lo avrebbe utilizzato con il Sassuolo. Veloso è sceso in campo dopo accertamenti diagnostici strumentali che hanno certificato la perfetta cicatrizzazione della lesione muscolare.

Veloso è due settimane che negli allenamenti faceva girare qualsiasi centrocampista che Juric gli metteva accanto e il Pirata ha fatto bene ad utilizzarlo contro il Napoli. I fatti gli danno ragione fino a quando è stato in campo, anche se nessuno avrebbe potuto prevedere il risultato finale anche con Veloso.

È difficile adesso ripartire senza il centrocampista portoghese, perché anche i compagni si rendono conto che con Miguel la squadra ha un’idea di gioco da inseguire e un progetto tattico da realizzare. Solo Veloso nella rosa genoana, anche nel girone di andata quando era vituperato, può dare una svolta. Contro il Napoli è stato aiutato anche dall’ottimo rientro di Rigoni, l’unico a diposizione di Juric pronto a fare le due fasi di gioco soffocando il regista avversario e buttarsi nelle aree avversarie.

Veloso mancherà almeno per un altro mese e per Juric il tempo stringe e col restringimento sono dolori se non troverà altre soluzioni diverse da quelle chiamate Hiljemark e Cataldi e viste con Sassuolo e Napoli.

Per Juric e per coloro che sono andati in campo al primo minuto di gioco sotto il Vesuvio, il “buio oltre la siepe” non rappresentava l’ignoto: adesso devono sconfiggere la paura, con l’aiuto di tutti, perché genera pregiudizio.

Difficile dire bisogna ripartire dai 40’ giocati bene contro il Napoli, anche perché non si vedono soluzioni all’orizzonte. L’unica potrebbe essere remare tutti dalla stessa compreso il popolo rossoblu, mettendo da parte anche Preziosi. È il momento di salvare la ghirba e l’occasione arriva con le tre prossime gare.

L’altra possibilità, siccome oggi è sabato, potrebbe essere salire tutti assieme domani sul Monte Figogna dalla Madonna della Guardia, compresi Juric e la squadra per prendere una Benedizione, dal momento che oltre Veloso e Gentiletti al Genoa le brutte notizie non arrivano mai da sole: il giorno 3 marzo inizierà il processo a Izzo per il presunto calcio scommesse.