Anche per Mandorlini dovremo dire “niente film senza regista?“. Non ci sono allo stato attuale dei playmaker di ruolo nella rosa genoana con Veloso ai box, che qualcuno annuncia sottovoce in campo già il 2 aprile contro l’Atalanta.

Per questo già da domenica prossima Mandorlini dovrà trovare, più che inventarsele, altre soluzioni. Anche se nel calcio è sempre difficile farlo.

I calciatori in qualche modo sanno sempre quando è il momento di cambiare. E sanno anche quando è il momento giusto per trasmettere una necessità di cambiamento. L’errore di tutti – anche di Juric – è stato quello di non aver colto l’attimo, il carpe diem, quando stavano davanti ai video delle gare giocate riguardando errori e orrori.

Juric avrà parlato alla squadra e la squadra probabilmente, non essendo presente, ha solamente ascoltato e non ha proposto una scambievolezza di idee e cambiamento. In tutto questo, Juric avrebbe anche potuto sciogliere un po’ di “cemento” tattico e qualcosa avrebbe potuto cambiare con l’assenza di Veloso, cercando una formula prima non prenderle.

Foto Tanopress
Rimanendo comunque in tema tattico, è difficile avere oggi la certezza che Mandorlini cercherà subito la quadratura con il suo fedele 4-3-3 sempre alla ricerca del gioco offensivo. Dopo la lunga esperienza in panchina, da tecnico navigato, cercherà soluzioni più consone per fare gol e non prenderne.

Le soluzioni potrebbero essere due per tirare fuori dalla crisi il Grifone: il 3-5-2 o il 5-3-2. Mandorlini dovrà scegliere se giocare con un centrocampo o con una difesa folta.

Capitolo 3-5-2. I libri di Coverciano insegnano che in zona difensiva è prevista la marcatura a uomo da parte dei due centrali con il libero alle spalle e la mancanza di difensori esterni impone ai due centrocampisti laterali di offrire adeguata protezione.

Il 5-3-2 invece è concettualmente differente. Nella zona mista difensiva i due difensori marcano a uomo le rispettive punte, mentre il terzo ricopre il ruolo di libero alle spalle dell’ultima linea. I difensori esterni devono essere dei fluidificanti di grande spinta, ma con buone capacità difensive. Le altre caratteristiche di questo modulo sono un centrocampista centrale più due laterali, con davanti due punte oppure una punta e un trequartista.

Il 3-5-2 o il 5-3-2 sono dunque da differenziare nelle due fasi di gioco, sia di possesso che di non possesso.

Andrea Mandorlini, dopo aver sperimentato a Verona la coppia Toni- Pazzini, potrebbe riproporla al “Ferraris” con Pinilla e Simeone. Il nuovo tecnico rossoblu dovrà decidere a chi  farà cantare e portare la croce nello sfiancante lavoro di raccordo tra centrocampo e attacco.

Poveri, non belli e concreti nel risultato: sarà questo l’obiettivo, e non solo in vista di domenica prossima contro il Bologna.