Non sarà facile per il Genoa tornare alla vittoria sul campo del Milan, esattamente la settimana dopo le polemiche post-Juventus. Vero che i rossoneri arrivano alla sfida in grande emergenza visti infortuni e squalifiche, tuttavia il gioco imposto da Montella, migliorato nelle ultime settimane, potrebbe creare problemi ai rossoblu.

Negli ultimi tre campionati, il bilancio è a favore dei rossoblu con 4 vittorie e due sconfitte. Milan e Genoa non pareggiano dal 2013.

I rossoblu, come già spiegato nell’editoriale di questa mattina, dovranno cercare di giocare con coesione tra i reparti e aggressività, cercando di mettere in difficoltà il Milan. E pensare che il Genoa, a inizio campionato, era una delle squadre più aggressive d’Europa e questa si configurava come una variabile impazzita nel gioco di Juric, che voleva sempre pressing alto e recupero palla veloce ed efficace ai fini delle ripartenze.

Mandorlini, ormai a quasi un mese dall’avvicendamento, sta facendo capire che il suo gioco è molto diverso. Nelle ultime tre partite sono calati il possesso palla medio, sceso ora sotto il 50%, e ne hanno giovato nuovamente il gioco sugli esterni, ancora troppo improduttivo per la mole di gioco generata sulle fasce, e la compattezza difensiva. Il Genoa ha subito infatti due reti nelle ultime tre partite, ma considerando che uno è arrivato su calcio piazzato (la punizione di Viviani, ndr) e un altro è stato propiziato da un errore del singolo, si può ben dire che veri e propri gol su azione non ne sono stati subiti. A meno non per bravura dell’avversario in fase di costruzione dell’azione stessa (perché, a volersi intendere, la rete di Muriel nel derby prima di definirla “facile” da segnare bisogna per l’appunto farla).

Domani sarà l’ennesima partita da cartina al tornasole. Si capirà meglio se sarà un Genoa “basico” oppure “acido”, se scenderà in campo un Genoa compatto, magari elementare nelle giocate, ma efficace, oppure se sarà un Genoa che più che corrodere l’avversario rischierà di corrodere sé stesso. Ci vorrà grande umiltà, contro un’avversaria non facile da affrontare.

Un’avversaria che arriva a questa partita con 13 punti fatti nelle ultime sei, che sarebbero potuti essere 14 laddove non avesse perso allo Juventus Stadium in pieno recupero. Si tenga conto poi di un altro dato interessante: il Milan ha subito gol in 19 delle sue 28 partite disputate, subendone più di due nella stessa sfida soltanto contro Napoli, Sassuolo e Genoa. Nonostante tutto, i rossoneri sono la sesta difesa della Serie A con 32 gol concessi, dieci in meno del Genoa (42).

Numeri a parte, la difesa rossonera può essere messa in difficoltà. Tanto più che domani sarà privata anche di Romagnoli, assente per squalifica.

Dei 50 punti totali rossoneri, 29 sono stati fatti a “San Siro”: si parla di una percentuale intorno al 58%. E sempre guardando il computo casalingo, gli uomini di Montella hanno subito 14 reti in 14 partite giocate in casa per una media esatta di almeno un gol a partita incassato.

Il Genoa dovrà farsi valere col il quarto peggiore attacco in trasferta del campionato (12 gol segnati), anche se può ripartire, azzerando il derby, dalla buona prova di Empoli dove ha subito poco e capitalizzato le poche occasioni create. Di cinismo e freddezza ve n’è gran bisogno in questo momento della stagione. A trascinare la scialuppa dei migliori marcatori rossoblu in trasferta ci sono Hiljemark (2 gol) e Simeone (4), che non segna ormai da un mese e mezzo, esattamente da Fiorentina-Genoa (3-3) del 29 gennaio scorso.

Chiudendo questa nostra rubrica della vigilia come la avevamo aperta, andiamo a vedere in tema di aggressività dove si piazza il Genoa adesso, a dieci giornate dalla fine del campionato. Dal primo posto conquistato da Juric, i rossoblu si trovano ora al quarto, con 70 cartellini gialli e 7 rossi. A seguire il Vecchio Balordo proprio il Milan, che nel mezzo del campo può contare su calciatori come l’ex rossoblu Kucka o Locatelli, molto propositivi in fase offensiva ma anche fisici e d’impatto in fase di transizione.