Milan Genoa 1 a 0: guai ai vinti. Una asserzione che deve essere utilizzata per l’ennesimo, amaro commento nei confronti del Vecchio Balordo, dell’allenatore e dei calciatori rossoblu. Genoa sopraffatto da un Diavolo con le pezze in squadra viste le importanti assenze, il tutto in uno Stadio Meazza bello solo esteticamente, ma vuoto di contenuti e riempito solo da tifosi in attesa dei cinesi. A Montella e compagnia è bastato un cucchiaino da thè, da caffè e non da minestrone, per portare via il risultato.

Notiziario: fresca serata, terreno in ottime condizioni. 15.990 gli abbonati, 18861 biglietti venduti di cui 250 per i tifosi genoani. Presente Preziosi con la squadra per tutta la giornata, assieme con Zarbano. Molte le famiglie dei calciatori che alla fine si sono portati via i calciatori considerata la sosta del campionato.

Un solo striscione nella piccionaia di “San Sir”o dedicato a Gaia, la figlia del tifoso scomparso a Nervi, nata nei scorsi giorni.

Sperare nel Genoa, ad oggi, appare pazzesco. Le lezioni incassate dal Vecchio Balordo da dicembre sino a metà marzo non hanno contato nulla e non sono state messe a frutto  dagli allenatori e dai calciatori. Grazie alla classifica di stamattina non possiamo temere il peggio, ma bisogna temerlo per come finirà questo campionato.

Riflessi spenti, nervosismo, insofferenza anche senza fiato corto, ma soprattutto intelligenza calcistica svanita che ha fatto scomparire la classe, forse non eccelsa, anche in quei giocatori che la avevano dimostrata fino a dicembre.

Mandorlini – dispiace dirlo – deve finirla di sfruttare la scarsa vena dei calciatori affidandosi alle lusinghe ormai non più consigliabili della fama dei calciatori. Per trovare l’ultima via, occorre adesso osare e impiegare i giovani calciatori tenuti in panchina. Troppo monca e squilibrata l’attuale squadra del Grifone.

La corsia sinistra con Laxalt ormai terzino aggiunto può reggere la corsa, ma non le finte e i dribbling degli avversari. Ntcham difficilmente in partita nel ruolo di mezzala e Taarabt una presenza impalpabile. Tutti e tre senza il pregio di essere incontristi hanno regalato la corsia destra a Montella che spostando Deulofeu a destra, con De Sciglio a fare l’ala senza essere inseguito, ha dato scacco matto nel primo tempo al tecnico rossoblu.

Altro gol da fantascienza, e non da fantacalcio, quello beccato dal Grifone con una difesa morbida, molle, caduta nella finta di Lapadula che non ha i piedi di Messi e con Lamanna non in versione kamikaze nello stadio di Ghezzi e Albertosi che si è fatto infilare da un cucchiaio di Mati Fernandez perso dal suo marcatore Hiljemark e dalla difesa con un semplice inserimento in profondità.

Non mancava tempo dopo il gol del Diavolo per rimediare, considerato che nei primi minuti il Genoa aveva fatto vedere di poterlo impensierire. Considerato che non facevano squadra, quando erano attaccati vacillavano, anche se solo fino alla trequarti visto che dopo tutto andava in fumo per i troppi errori di transizione dei genoani.

Invece Mandorlini non riesce a dare la svolta e anche sotto di un gol ha voluto che il Genoa continuasse a giocare con un atteggiamento più prudente del solito lasciando il povero Simeone, sempre pronto a dettare la profondità, solo nel centrocampo milanista con Taarabat e Lazovic che sulla carta dovevano essere trequartisti esterni collocati sulla linea mediana a coprire le corsie esterne.

Imbarazzante parlare del secondo tempo: basterà vedere i report che vi proporremo questo pomeriggio per capire quello che è successo. Possesso pallone del Milan “alla Barcellona” pur essendo in versione Solbiatese; Genoa sempre a rinculare fino a 10’ minuti della fine, a cercare il pareggio con triangoli sulla corsia destra da didattica di allenamento, a non fare il cross che potrebbe essere stato utile alla ricerca di una spinta o di un fallo di mano in area di rigore. Insomma, di qualcosa che desse un brivido.

Mandorlini anche questa volta non ha azzeccato e fatto per tempo i cambi. Fuori Lazovic per Edenilson: una strana sostituzione con Taarabt ancora a vagolare per il campo.
Pochi flash rossoblù vengono in mente rispetto al tecnico genoano in fase di attacco: Mandorlini ha visto 4/5 possibilità di azioni gol: solamente una all’undicesimo del primo tempo sciupata dal marocchino che avrebbe potuto cambiare il destino della gara.

Per Mandorlini la retorica è un’arte nell’organizzare un ragionamento e nell’esporlo cerca di essere convincente. La retorica però, ad oggi, non serve al Genoa e si può capire che per un tecnico ve desia particolare bisogno perché in difficoltà.

Luci a San Siro solo per Izzo, non solo perché premiato capitano ma anche per quello che ha fatto vedere: a fine gara il medico sociale era preoccupato per l’incidente che lo ha costretto ad uscire, ma qualcosa di positivo lo si riesce forse a vedere. Si pensi a chi lo ha sostituito, Biraschi, che dovrebbe aver fatto capire la voglia, la fame di quei giovani in panchina: sono loro che potrebbero provare a dare un mano a un Grifone che non vola più.