Lo spettro che il Genoa possa continuare la striscia negativa di risultati inquieta non solo la tifoseria ma anche la Dirigenza e in primis il Presidente. I calciatori, dopo aver fatto 5 mesi bene con Juric, devono adesso far capire che credono nel cambio dell’allenatore.

Qualche buontempone afferma che Juric, il quale faceva gli allenamenti sempre al mattino con colazione e pranzo, si sia fatto nemici nello spogliatoio e che anche per questo motivo abbiano abbassato il pappafico. Adesso si allenano a metà pomeriggio, sempre in tempo ad arrivare all’happy hour.

Non ci posso credere che sia vero, questo perché non è assolutamente vero che allenarsi al mattino ad alta intensità possa essere controproducente psicologicamente su un atleta. Da quest’anno Gasperini, con il nuovo preparatore che arriva da Crotone (quello di Juric della cadetteria), “scimmiotta” il tecnico di Spalato: blinda la squadra a Zingonia dalla 9 alle 14, arrivano i risultati e si gioca l’Europa.

Anche Mourinho prima del triplete mangiava a colazione e pranzo il 4-3-3 ma fu capace, capendolo per tempo, di ammettere di non avere i giocatori per metterlo in pratica.
Qualcosa di nuovo anche Mandorlini lo cercherà contro la Dea, un altro “derby” da panchina psicologicamente pesante per il tecnico rossoblu.

Il tecnico del Genoa non vorrà scoprire il fianco in un momento così difficile: in questo senso, proverà a non prendere gol utilizzando di più il materiale a disposizione dalla trequarti in su? È una domanda che ci poniamo dalla scorsa settimana durante la quale non abbiamo avuto modo di vedere allenamenti, viste le porte chiuse ad ogni seduta.

Il Genoa, pur giocando blindato, nelle ultime partite ha continuato a prendere gol e gli ultimi due su azione, al netto degli errori, non possono che preoccupare. Anche in questo frangente è sempre la solita domanda che viaggia dal girone di andata: il nodo è la difesa o la fase difensiva? La risposta è magniloquente: non c’è difesa a tre o quattro che non sia danneggiata o accesa dalla partecipazione collettiva alla fase di non possesso. La sofferenza dei due centrali di centrocampo e il rischio di subire penetrazioni centrali hanno spesso trovato il reparto arretrato in apnea per mancanza di diagonali e scalature.

A livello offensivo, ad oggi, non è successo molto. In attacco insomma non c’è stato il decollo e sono sempre le statistiche a documentarlo. Nel Genoa attualmente potrebbe esistere un problema di uomini fuori ruolo – o forse, più che fuori ruolo, “adatti al ruolo”. Per molti di quelli che stanno fuori dal Pio Signorini, il materiale a disposizione in casa rossoblu sembrerebbe perfetto per un 4-2-3-1.

Tra i fuori ruolo spicca su tutti Laxalt, ma uguale appare la situazione anche per i due centrali, sia con la disposizione a quattro che a tre. Ntcham come uomo della provvidenza viene invece tradito dalla sua disponibilità e appare arrangiato al ruolo di mediano con compiti più di copertura che d’attacco. Infine bisognerà aggiungere che Simeone è parso penalizzato in quanto a lucidità nei passaggi e soprattutto nel tiro, che è il suo punto di forza, dalla stanchezza che gli deriva da un lavoro che finisce per tenerlo troppo lontano dalla porta.

Ad oggi su Mandorlini non pende la spada di Damocle dell’esonero, neanche quella dell’insofferenza di Preziosi, tuttavia le prossime due gare dovranno dire qualcosa di più: ci sarà da fare qualcosa in più sia da parte dei calciatori, sia da parte del tecnico. Se con Atalanta e Udinese dovessero continuare altri stati di difficoltà scatterà un esame più profondo della situazione.

In estrema sintesi, per concludere, il tempo a disposizione di Mandorlini – quasi due mesi dal 26 febbraio – non sarà stato qualitativamente parlando il migliore per lavorare, ma non è neppure stato così limitato perché si potesse cercare e trovare una svolta.