La nostra redazione ha raggiunto telefonicamente un doppio ex della sfida tra Udinese e Genoa, Massimo Giacomini, il quale collezionò tra il 1961 e il 1965 ben 80 presenze con la maglia rossoblu, condite anche da cinque reti: anche per questo motivo lo si ritrova nella Hall of Fame stilata dal Genoa Cricket and Football Club (clicca qui per leggere tutti i 200 nomi inseriti nella lista). Cresciuto nel vivaio dell’Udinese, Giacomini aprì e chiuse la sua carriera calcistica in Friuli raggiungendo quasi le 200 presenze in maglia bianconera. Fu anche allenatore della formazione friulana in tre diverse occasioni e segue abitualmente la squadra, di cui conosce a perfezione pregi e difetti.

Ecco cosa ci ha raccontato sull’attuale stato di forma dell’Udinese:

L’Udinese dopo l’arrivo di Del Neri è diventata una squadra, mentre prima era un gruppo di giocatori che tentava di fare squadra e non ci riusciva. Ora la squadra ha una sua identità, gioca con una buona disciplina tattica, ha una condizione fisica sempre all’altezza della situazione. Non è eccelsa dal punto di vista tecnico, ma sopperisce con la disciplina tattica e la preparazione fisica. La tecnica in alcuni giocatori sta maturando, ma è difficile lavorare sulla tecnica nel breve periodo“.

Possiamo assolutamente parlare di una squadra che si è assicurata con ampio margine la salvezza, primo traguardo di stagione. Ora vuole togliersi qualche sfizio, magari raggiungere Chievo, Torino e forse anche Sampdoria, malgrado sia un po’ più difficile. In questo momento l’Udinese è in un buon momento, nonostante le assenze di Karnezis, Felipe, Fofana e Thereau”. 

“Contro il Genoa potrebbero rientrare Karnezis, Felipe e soprattutto Thereau, mentre Fofana e Jankto credo mancheranno sempre. Halfredsson dovrebbe essere in pista dopo la colica renale prima della gara col Torino. Malgrado le assenze, l’Udinese ha mantenuto un buon livello di gioco e la determinazione ha fatto sì che risalisse in classifica abbastanza rapidamente“.

Queste invece le considerazioni su pregi e difetti del Genoa:

Il Genoa negli ultimi anni ha sempre fatto, a gennaio, delle rivoluzioni. Talvolta sono andate bene, l’ultima evidentemente è stata fatta con poco acume tattico, nel senso che probabilmente l’assetto che aveva prima di gennaio era un assetto collaudato, mentre quello attuale è un po’ un’avventura, con giocatori acquistati che sono doppioni e che servono molto meno di quanto chi ha fatto la rivoluzione pensasse. Questo è costato la panchina a Juric, partito molto bene. I problemi sono continuati con Mandorlini, che sembrava aver arginato una certa deriva: invece poi è scoppiato il “bubbone” nella partita in casa con l’Atalanta”. 

Facendo sempre questo tipo di mercato si rischia forte come sta facendo il Genoa. Evidente che i problemi di retrocessione sono difficilissimi visto il passo che hanno le ultime tre in classifica, però sta di fatto che la confusione c’è e per uscirne fuori bisognerebbe mantenere la calma e non dare pressione ad allenatore e giocatori. La cosa è ovviamente molto difficile perché la tifoseria è all’erta, in allarme, e questa pressione viene sentita dai giocatori“.

Probabilmente giocare fuori casa giova di più al Genoa che giocare in casa, perché libera dalla pressione psicologica di giocare sul proprio campo con quasi l’obbligo di fare risultato. E questo può creare problemi a una squadra cambiata parecchio a gennaio. Giocare fuori casa porta più rilassatezza e si può giocare partendo dal presupposto che non c’è nulla da perdere, trovando una situazione più agevole e un risultato sportivo più interessante sotto l’aspetto del gioco. Perché poi alla fine, se produci un gioco decente, puoi produrre anche un risultato positivo“.

DI SEGUITO L’AUDIO DELLA NOSTRA INTERVISTA TELEFONICA: