Purtroppo le mie previsioni della scorsa settimana si sono avverate: i Gasperini’s boys hanno travolto un Genoa sempre più allo sbando. Mister Mandorlini non ha ancora trovato il bandolo della matassa e la trasferta di Udine si presenta molto difficile.

Che tipo di avversario troveremo a Udine?

L’Udinese guidata da mister Del Neri è ormai una squadra che non ha obblighi di classifica e può giocare tranquillamente senza patemi di sorta. Del Neri quest anno ha abbandonato il suo classico 4-4-2 e fa giocare la sua squadra con un 4 3 3 un po’ più spregiudicato. È però una formazione che non ha molta fantasia e se aggredita, denota lacune. I friulani preferiscono giocare sulle fasce e la corsia di sinistra è la più battuta. Tengono la difesa molto alta e sia Widmer sia Samir soffrono quando devono difendere.

Cominciamo proprio da qui: la difesa?

In porta dovrebbe giocare Scuffet, ritornato a difendere la porta dei friulani dopo aver iniziato l’annata in panchina: un giovane di valore, bravo tra i pali e in uscita, ma nel gioco coi piedi non è molto abile. La linea a quattro è composta da Widmer, Danilo, Angela e Samir. Widmer è giocatore con buona corsa e bravo negli inserimenti: da il meglio di sé quando viene lanciato in profondità. Danilo e Angella sono i difensori centrali. Esperto e molto pericoloso sulle palle inattive il primo; roccioso ed elegante il secondo. Entrambi soffrono quando trovano attaccanti rapidi in spazi ampi. Samir è l’esterno basso di sinistra, possiede un buon piede mancino e sa puntare l uomo. Bisogna prestare attenzione anche alle rimesse laterali di Widmer, perché sono degli autentici corner.

I tre centrocampisti?

Badu è l’interno di destra, buono tecnicamente e con tempismo negli inserimenti, abile nel rubare palla agli avversari. Kums è il faro della squadra, nel corso del campionato ha alternato buone prestazioni ad altre mediocri. Hallfredsson è il terzo di centrocampo: forte fisicamente, è dotato di un tiro molto potente e preciso, soprattutto nei calci piazzati.

L’attacco?
Il reparto avanzato è composto da De Paul, Zapata, Thereau: a mio parere parliamo del settore più forte della squadra. De Paul è un giovane argentino il cui rendimento è salito con il passare delle giornate: ha un buon dribbling, gioca molto in verticale, anche se difficilmente entra nell’area avversaria. Zapata ha un fisico imponente, difende molto bene il pallone, lavora molto per la squadra e usa la sua stazza per farsi largo nei 16 metri. Thereau è un giocatore pericoloso in zona gol, con mister Del Neri ha un feeling particolare: quest’anno si sacrifica anche in fase difensiva, cosa che prima non faceva.

Come si comportano sulle palle inattive?

L’Udinese è una squadra molto forte fisicamente e ogni palla inattiva diventa pericolosissima. Kums e Hallfredsson si occupano dei calci piazzati a favore. In fase difensiva su corner e punizioni difendono a zona.

Che cosa dovrà fare il Genoa?

Sicuramente non mettere in difficoltà l’Udinese, se giocherà come contro l’Atalanta. Per esempio, Izzo è un ottimo difensore e in mezzo al campo non si può vedere. Anche delle scenate di Pinilla non se ne può più: il cileno ha lasciato in difficoltà i suoi compagni proprio nel momento in cui avevano più bisogno. Sto diventando monotono, continuo a sponsorizzare Beghetto, Biraschi e Morosini, ma avendoli visti in molte partite della scorsa stagione di Serie B sono certo che potrebbero aiutare il Genoa ad uscire dalla crisi di gioco e punti. Come sempre: vamos Genoa!!!!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.