Con il rientro di mister Juric si è rivisto il Genoa, si è rivisto lo spirito da Grifoni. Nella partita con la Lazio i rossoblu hanno mostrato nuovamente un gioco aggressivo e propositivo, quello che la sua tifoseria vuole vedere al di là del risultato.

Oggi arriva la Juve. Come affrontarla?

La Juventus capolista del campionato è fresca semifinalista di Champions League. Partita difficilissima, dal risultato quasi scontato, ma con lo spirito, la coesione e la concentrazione di domenica scorsa il Genoa può sperare nell’impresa e uscire indenne dallo Juventus Stadium.

Descriviamo la Juve.

La squadra torinese è guidata da mister Allegri, tecnico intelligente e preparato, e dispone di una rosa di altissimo livello: anche i cosiddetti rincalzi sono giocatori di primissimo livello. Allegri fa giocare la squadra con il 4-2-3-1 anche se per molto tempo ha schierato la squadra con il 3-5-2.

La difesa?

Tra i pali agisce di norma Buffon, uno tra i migliori portieri del mondo, molto bravo nel gioco coi piedi e un vero fenomeno in porta: per la partita col Genoa non è stato neppure convocato e al suo posto giocherà Neto, portiere che si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa ma che non garantisce necessariamente la sicurezza di Gigi Buffon. Lichtsteiner e Asamoah sono gli esterni difensivi. Il primo è un giocatore che fa della continuità e della corsa i suoi punti di forza, a mio parere però parliamo di uno dei giocatori più antipatici e indisponenti della massima serie. Asamoah è molto veloce ed ha un piede sinistro molto educato, con tiro pericoloso dalla lunga distanza. I due centrali difensivi sono Barzagli e Benatia, solitamente la coppia non titolare, anche se entrambi sono due difensori molto forti e affidabili, soprattutto il primo. Benatia ha grande fisico e sulle palle inattive sfrutta la sua forza. 

A centrocampo chi dovrà fronteggiare il Genoa?

Marchisio e Khedira saranno stasera i due centrocampisti centrali. Entrambi bravi tecnicamente, più regista il primo, più portato agli inserimenti senza palla il secondo. Formano un duo molto complementare. I due esterni avanzati sono abitualmente Cuadrado e Mandzukic, anche se oggi potrebbe cambiare qualcosa con l’ingresso di Lemina. Il colombiano è  veloce e abile nel dribbling, si tuffa spesso e volentieri. Il croato è forte fisicamente e instancabile e nel gioco aereo ha pochi rivali. Mandzukic ha sempre giocato come punta centrale e quest’anno è stato spostato sull’esterno da Allegri, direi con ottimo rendimento.

E l’attacco?

Sulla trequarti c’è Dybala, il giocatore più forte tecnicamente, tutto mancino. Ottimo assist-man, ha grande senso del gol e i suoi calci di punizione dal limite sono armi letali. Higuain è invece la punta centrale: in area di rigore costituisce un autentico spauracchio, calcia con entrambi i piedi ed anche se non ha un fisico da atleta, è molto rapido e si fa valere in acrobazia. Questi di cui abbiamo parlato sono gli undici giocatori che dovrebbero iniziare la partita, ma come detto c’è poca differenza tra i titolari e le riserve.

Come si sviluppa il gioco della Juve? E come si comportano i bianconeri sulle palle inattive?

La Juventus inizia sempre l’azione dalle retrovie. Se pressata, si appoggia spesso sul portiere. In non possesso va ad attaccare la squadra avversaria in zona molto avanzata. Dybala gioca molto sulla trequarti e preferisce la fascia destra del campo, calcia i corner e le sue sono traiettorie velenosissime, sulle quali salgono a saltare Benatia e Barzagli. Vietato fare falli dal limite perché da quelle zolle Dybala è una autentica sentenza.

In conclusione?

La Juventus vorrà anche vendicarsi dei tre gol subiti a Marassi nella gara di andata, ma se il Genoa giocherà da Genoa non sarà una passeggiata per i bianconeri e poi non è detto che i miracoli non si possano ripetere. Però la cosa fondamentale per noi genoani è  vedere la squadra giocare con impegno e intensità, non è certo la Juventus la squadra con cui fare punti. Anche oggi il grido di battaglia: vamos, Genoa!

 

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.