Lunedì scorso Tavecchio, Presidente della FIGC, si è insediato sulla poltrona di Commissario straordinario della Lega calcio. Non è stato però un anticipo di liberazione del calcio italiano, che resta strettamente legato ai troppi interessi da spartirsi con i diritti TV.

Nel consiglio della Lega calcio, il presidente Tavecchio ha una maggioranza risicata (10 a 7 compreso il suo voto, ndr) e sarà sempre sub judice dei voti che lo hanno eletto Presidente della Federazione Italiana Gioco calcio: due quelli di Ulivieri e dell’associazione allenatori e uno di Nicchi, della sezione arbitri.

Entrambi voteranno a favore di Tavecchio in Lega se avranno dei vantaggi: Ulivieri vuole il campionato a 20 squadre affinché i suoi allenatori tra licenziamenti o ritorni siano sempre privilegiati. Per non perdere i 2 voti degli allenatori, Tavecchio proporrà dal 2019/2020 un campionato a 20 squadre con playoff e playout per renderlo più avvincente, questo considerato anche che ogni stagione sportiva scivola sempre più in basso per presenze negli stadi, ascolti tv e tra i social. Anche per questo, tutto potrebbe essere anticipato il prossimo anno.

Per gli arbitri è bastato far partire la VAR dal prossimo campionato per far contento Nicchi, il quale non dovrà mandare a casa tutti gli addizionali e quarti uomini riciclandoli davanti alle Tv ad esaminare gli errori sui campi, sempre con lo stesso sistema attuale: difficile che uno di Chiavari faccia il giudice della VAR in gare delle formazioni liguri. Resteranno  i rimborsi spese e i gettoni di presenza non si abbasseranno a fare le designazioni.

Nicchi per mantenere il suo interregno, che dovrebbe scadere dopo 4 anni di mandato, si è portato avanti dicendosi favorevole ai tempi effettivi di gioco, ovvero a tutti gli altri arbitri sfortunati che non hanno fatto carriera e sono bravi con gli orologi. Non saranno utilizzati i cronometristi ufficiali del Coni.

Il primo nodo da risolvere per Tavecchio, che non dovrebbe essere arduo, sarà la riforma della Governance. Tutte  le società di Serie A convocate singolarmente da lunedì prossimo dovranno decidere se vorranno un Presidente di garanzia oppure un amministratore delegato per bilanciare i loro poteri con quelli del Consiglio e dell’assemblea.

Anche se il Coni e il Governo faranno da vigili, il nodo non sarà probabilmente risolto alla svelta e riguarderà principalmente arà la suddivisione dei diritti TV, il solo sempiterno bancomat delle squadre di calcio italiane.

Tavecchio ha tuttavia minacciato che se non si troveranno accordi interverrà il Governo con una legge già in bozza uscita dal Ministero dello Sport e caldeggiata dal Ministro Lotti entro l’inizio del prossimo campionato. Tra tutti questi personaggi, nessuno si pone la domanda sul perché la Serie A non sia il più bel campionato del mondo.

Bisogna ripetersi: gli stadi sono obsoleti e non è vero che i prezzi sono meno cari rispetto all’Inghilterra, alla Germania e alla Spagna. Nei posti dai quali si riconoscono i calciatori senza cannocchiale i costi sono più alti. Negli altri tipo Paradiso, San Siro, Olimpico, costano meno ma non bastano i 10 decimi di vista per vedere una gara cercando di riconoscere i calciatori.

Anche per i poltronisti da casa l’Italia è sempre dietro Liga, Bundesliga e Premier, quest’ultima inarrivabile con quasi 13 milioni medi di ascolti. Per capire ancora meglio il ritardo cronico del calcio italiano, basti osservare l’evoluzione dentro gli stadi, non in America, Cina o Giappone, bensì in Turchia: Tavecchio & Co. guardino lo stadio del Besiktas.

I turchi, forti di uno sponsor come Vodafone, hanno infatti rinnovato lo stadio: oggi sono 42mila ì i posti a sedere ed ogni spettatore ha anche davanti un monitor per vedere le immagini più significative con la tecnologia Stadium Vision. La Vodafone Arena degli  ottomani ha una connessione Wi-fi ad altissima velocità e per tale motivo molti fan giovani sono tornati al campo. Il meccanismo è differente, non come succede in Europa e sopratutto in Italia, dove abbandonando le arene e non avendo la possibilità di connettersi e di continuare la vita virtuale il calcio rischia di diventare sempre meno appetibile.

Ma quindi qual è il campionato più bello del mondo? Certamente non il nostro e non sappiamo se l’hanno capito una volta per tutte anche i dirigenti di FIGC e Lega, e con loro i Presidenti delle società di calcio.

Qui in Italia, essendo rimasti fermi al 1990, si ha uno scenario di arretratezza che dovrebbe bastare ai gestori del campionato di Serie A. Un campionato ravvivato quest’anno solo dalla Juventus, ormai all’altezza delle grandi squadre europee, e dal Crotone dopo 21 sconfitte. Il calcio italiano non è più uno spettacolo e dovrebbe far riflettere la “casta del Ballon”  attentamente sul futuro prossimo del nostro calcio, che alla lunga potrebbe anche far scappare i benefattori delle Tv .

Per adesso comunque nessun problema: il prossimo anno si giocherà a Natale, Santo Stefano, Capodanno e all’Epifania, con tante a gare alle 12.30 con vista Cina o in altri orari. Ma di questo non sono assolutamente spaventati in FIGC e Lega e faranno spallucce alle campagne abbonamenti.