Non abbiamo dimostrato nulla, ma con il pezzo di ieri abbiamo cercato di capire se tutta la filosofia che circola intorno al Genoa in materia di psicologia, psichiatria e mental coaching possa essere la soluzione giusta per salvare il Vecchio Balordo: pensiamo di no!

Sono gli errori individuali e collettivi ad affondare il Grifone e non tattica, tecnica, approccio alla gara, troppo decantati nei confronti delle prestazioni del Genoa.

Ivan Juric non ha cambiato una virgola nella preparazione rispetto al girone di andata quando tutto era rose e fiori. È cambiato che la difesa, impermeabile nelle prime 4 posizioni dei minor gol incassati, adesso è nelle ultime. Questa è la grande differenza tra il passato e il presente genoano, aggiungendo che anche la filosofia del GaspeJuric, quella di “fare un gol in più dell’avversario”, difficilmente si riesce ad attuare.

Un altro problema è che il Genoa si è fermato a Palermo nella gara di andata – e non a Eboli – e tutti i giochi di posizione che Juric vorrebbe vedere nelle gare ufficiali sono difficili da percepire. Il tecnico rossoblu sono 10 mesi che in mezzo al campo continua a spiegare di viaggiare con il pallone per essere corti, con ampiezza di campo quando si è in possesso, cercare di creare superiorità numerica a partire dalla difesa adoperando anche il portiere, recuperare il pallone appena perso. Quando invece questi concetti si percepiscono, esce la prestazione e qualche volta anche il risultato, malgrado la punizione dell’errore singolo resto sempre dietro l’angolo.

Juric alterna tante ipotesi di lavoro tatticamente e il suo 3-4-3 non è più originale rispetto al girone di andata o a quello di Crotone Per questo motivo, anche in corso di gara, scambia le ipotesi di lavoro dimostrando che il sistema di gioco e dei numeri tattici tanto cari ai cronisti e ai tifosi non è poi così importante.

La rosa di Juric in queste due ultime gare deve ritrovare una simbiosi assoluta con il tecnico di progetti e anche di sofferenze. Il tecnico nei suoi allenamenti di un’ora e mezza intensi continuerà a tagliare e scomporre con strisce e coni di plastica il campo, a provare schemi a ripetizione da effettuare ad alta velocità con la speranza che siano riproposti contro il Torino.

Leggendo la conferenza stampa di Bielsa al Teatro della Sapienza di Perugia mi sono venuti in mente il Pirata e il Genoa quando “Mister Loco” ha detto : “il calcio è ‘gambeta’, è dribbling, il suo gesto più alto e bello, non si può insegnare o modificare. Però se non si fanno più dribbling, devo pensare come aggirare e superare l’avversario”.

Ecco, se non si riesce a colpire gli avversari con i giochi di posizione bisogna trovare la soluzione di tirare da fuori ricordandosi che da Mandorlini a Juric i sette gol realizzati il 50% sono avvenuti con tiri da fuori area.

A domanda se cambierà qualcosa in vista del Torino Juric risponderebbe, non con cattiveria ma con la sincerità che porta avanti il suo lavoro: “che formazione faresti tu?”

La mia, che non conta nulla, sarebbe: Lamanna, Biraschi, Burdisso, Gentiletti, Lazovic , Veloso, Cofie, Beghetto, Morosini, (Palladino), Simeone, Laxalt e dopo aver fatto correre tanto i granata butterei nella mischia la qualità di Pandev, Rigoni, Ntcham o di altri.

Tutte “fanfucole” di una cronista, direbbe Brera, il quale vorrebbe vedere il lavoro di 10 mesi di Juric e della società non affogare nelle diatribe all’ordine del giorno dove tutto quello che viene fatto a Pegli, dentro e fuori dal campo, non va più bene neanche quando si cerca  di salvare il Vecchio Balordo dalla B con qualsiasi mezzo: la polemica sui biglietti ridotti e sulla  richiesta di giocare le gare in simultanea chiesta da Preziosi è all’ordine del giorno.

Contemporaneità non accordata: Sky, la mamma del tubo catodico del calcio italiano, ha già perso troppo con Champions e Coppa Italia per non reagire nei confronti di Mediaset e Rai. Guardando gli share, Caressa e compagnia si spaventano. Murdoch non morde come loro: agisce.

La critica con il Genoa di mezzo, non solo quella televisiva, è un Tribunale, o meglio, come diceva il Dottore della Commedia dell’arte, è un “terribil orinal”!

Tante email in redazione sul perché non parliamo del futuro di Preziosi in società. Primo perché non siamo dei politici che dobbiamo fare cassetta di voti. Secondo perché non giochiamo a “cirulla”. Terzo perché innanzitutto ci piacerebbe sapere di poter conservare la Serie A.

Curiosità: perché nessuno ha chiesto a Briatore del suo intervento a favore di Preziosi? Era un neologismo e non poteva essere la ricchezza dei poveri di idee.

Tranquilli, speriamo da Lunedì di raccontare, informarci sul futuro del Vecchio Balordo senza correre dietro a cani Gunther o ad altri personaggi fantomatici ricchi di sola pubblicità.

Il nostro unico pensiero ora è che la stagione agli sgoccioli  sia stata di insegnamento per tutti e che il Genoa del futuro, con Preziosi o senza, sia: regole, filiera dirigenziale chiara, giocatori selezionati per quel che danno in campo ma anche per il loro atteggiamento fuori. Ognuno ci aggiunga le varie ed eventuali.

La speranza è sempre l’ultima a morire. Quella di oggi è che i giudici alle 17, quando valuteranno Izzo in appello, abbiano letto le carte del processo di Napoli e lo riabilitino a giocare contro il Toro.

“C’ero anch’io” l’hashtag, il Twitter, il cinguettio per domenica prossima!