Dallo scorso settembre, ultimo giorno del calciomercato, al 28 maggio 2017. In ordine alfabetico ecco un consuntivo sulle squadre italiane, partendo dalle speranze autunnali per arrivare alle certezze primaverili.

Alla sesta stagione di fila in Serie A la Dea aveva solo delle certezze sulle corsie laterali. Dopo 4 sconfitte in 5 giornate il pallone è passato a Gasperini, via i senatori e dentro i giovani. Cavalcata verso record e Europa League, il Presidente Percassi gongola per le plusvalenze fatte e quelle da fare. Bravo Gaspe a sfatare per l’ennesima volta i dubbi sulla difesa a tre che ormai è una favola solamente per coloro che vedono lo schieramento prima del fischio degli arbitri. Il Flop Paloschi una delle tante, troppe promess incompiute del vivaio italiano.

Doveva pensarci Donadoni dopo aver risollevato la squadra lo scorso anno dai bassifondi della classifica. Anche a Bologna plusvalenze con la partenza di Giaccherini e Diawara. Salvezza acquisita in anticipo grazie ai gol di Dzemaili prima di partire per il Canada.

Se la voleva giocare senza paura ed è successo solamente sull’Isola con 11 vittorie. Bravo Rastelli a tenere la barra dritta. Padoin e Isla non sono tornati quelli della Juventus e dell’Udinese. Bene Borriello senza l’assillo di dover andare a Milano tutti i giorni: 16 reti con un solo rigore in 36 gare giocate.

Tutto uguale come l’anno precedente, non solo nei protagonisti in campo ma anche nei risultati. Girone di andata da Europa, ritorno da salvezza: 38 punti, 12 in meno dello scorso anno.

Da debuttanti allo sbaraglio a risultati da Champions. Ha ragione Nicola a dire che non si tratta di un miracolo ma la forza di un lavoro. Dopo solo 9 vittorie nel girone di andata con il modulo 3 4 3 , con il 4 4 2 sono arrivate 11 vittorie. I risultati del Crotone vengono da lontano e in particolare grazie a un Direttore Sportivo, Beppe Ursino, che oltre capirne di calciatori è uomo spogliatoio con qualsiasi allenatore. La favola è Nalini, da insaccatore di Wurstel a salvatore dei pitagorici con i primi due gol in serie A nella partita più importante all’ultima giornata di campionato, contro la Lazio.

Torna in serie B. Toppe le scommesse all’inizio, tutto è stato confermato dalla vendita di Saponara un giorno prima di giocare con il Crotone. Gara persa ed inizio della cavalcata dei calabresi. Maccarone e Gilardino non hanno confermato il loro biglietto da visita carico di gol. Nessun dramma per la retrocessione; nel 2020 arriverà uno stadio nuovo, anche con l’aiuto del paracadute da 25 milioni di euro. Martusciello, allenatore esordiente, dopo Sarri e Giampaolo non ha raggiunto l’obiettivo salvezza ma i giocatori erano altri.

Sognavano i Della Valle, Sousa e i fiorentini. Champions una chimera. Sousa non ha ripetuto lo scorso campionato, quando era stato considerato un profeta della panchina.  Campionato anonimo, tifosi Viola in subbuglio e anche i Della Valle cercano il cinese o l’americano.

Vittima della lettera P: da Pescara all’andata al Ferraris, con il grave errore dell’arbitro, al ritorno all’Adriatico con la manita che costò la panchina a Juric. Altra P dalla sconfitta sciagurata in casa contro il Palermo alla sconfitta del Barbera che ha fatto rivedere la Serie B a molti. Dal calcio mercato estivo, con poche novità ma buone, a quello invernale con meno buone: la via Crucis del Vecchio Balordo. Racchiudere tutte le disgrazie tutte nelle partenze di Rincon, compreso il Presidente, appare esagerato. Il venezuelano alzerà tre Coppe giocando poco e Pavoletti gli unici 3 gol li ha fatti con la casacca a quarti rosso blu. Gli infortuni di Perin (senza togliere nulla a Lamanna) e Veloso hanno inciso di più non solo nello spogliatoio ma anche sul campo così come la squalifica di Izzo in piena lotta salvezza o quasi.

Juric più sfortunato che inesperto; la formula del trequartista durante le gare estive con Ntcham dietro l’attaccante dava dei risultati prima che al colored capitasse l’infortunio muscolare. Il calcio offensivo brillante di inizio stagione si è perso nei mesi di gennaio febbraio marzo per riaccendersi ad aprile e maggio.

Tutto questo è il passato del club più vecchio d’Italia. Sarà difficile di più il presente e il futuro, con l’uscita di Preziosi sempre più matura nella testa del Joker: a buon intenditor poche parole, meglio aspettare i fatti.

A settembre faceva paura davanti e a centrocampo. De Boer pensava di essere all’Aiax degli anni 90. Squadra pazza e senza controllo e i soli cinesi non sono bastati .Ennesimo fallimento dopo il triplete.

Bravi Agnelli, Marotta, Paratici e Nevded ma in cima alla Top c’è Massimiliano Allegri, uscito dalle nebbie del 3 5 2 alla Conte da gennaio mettendo in campo 5 stelle tra cui Mandzukic esterno di sinistra a tutto campo. Buffon e la BBC conservano il risultato ma i 5 davanti lo confezionano verso il triplete.

Lotito sedotto e abbandonato da Bielsa con Inzaghi ha raggiunto risultati sorprendenti non solo in campionato. Il fratello di Pippo all’inizio del campionato si è confermato buon allenatore con un 4 3 3 chedà spettacolo e un Ciro Immobile tornato nella classifica alta dei capocannonieri.

Europa da sesti in classifica che non conferma l’ennesimo anno zero. Il tormento della stagione del Diavolo è stato l’eterno closing. Berlusconi è unico, riesce a vendere il Milan a cinesi sconosciuti in patria coperti da un fondo americano: geniale. Montella ha fatto il suo con un altro mercato non da Champions. Poco visto il gioco di Montella, fatto di possesso pallone, movimento, rapidi cambi rasoterra. Errore di Galliani e Berlusconi assumerlo senza avergli dato gli interpreti all’altezza del gioco dell’aereoplanino.

Senza Higuain per tutti era dura. Invece Sarri, bravo sul campo cattivo nella comunicazione, ha sfoderato un gioco senza centravanti ed ha vinto per gli amanti del calcio lo scudetto del gioco. Se il prossimo anno non perderanno la bussola contro le piccole e medie squadre il Ciuccio è il candidato numero a giocarsi il primo posto.

La scommessa di Zamparini, cambiando allenatori a ritmo di 4 a campionato con una squadra piena di ventenni sconosciuti, è fallita. Adesso a Palermo tutti aspettano il closing con la Iena: nessuno ci crede perché nessuno da mesi è in grado di dire e capire chi saranno i proprietari nei rosanero .

Anche il gioco collaudato della B di Oddo è fallito. Tanti giovani interessanti affondati con il Delfino nell’Adriatico. Si salva Caprari e qualcun altro. Vedremo cosa combinerà Zeman il prossimo anno in B, anche se guardandolo in Tv e dal vivo appare sul viale del tramonto. A 70 anni ha vinto solo una partita e ha perso quasi tutte le altre.

È partita inseguendo la Juventus, è arrivata inseguendo la Juventus. Spalletti bravo a rifare i giallorossi a centrocampo senza Pjanic, finito ai rivali di Torino. Ha recuperato Strootman e Dzeko, capocannoniere stagionale con 29 reti. Ha fatto record di risultati anche senza Totti. Chissà se senza la brutta gestione del caso Totti al capolinea avrebbe potuto impensierire la Madama prima delle ultime tre giornate.

Giampaolo ha insegnato calcio e valorizzato gli uomini in rosa, è riuscito ad inquadrare uno come Muriel. La  squadra ci ha messo ad assimilare la didattica ma quando è stata metabolizzata ha fatto risultati eccetto che nel finale. A Schick probabilmente ha insegnato poco tatticamente, vista la raffinatezza con cui si muove sul terreno di gioco.

Flop non solo di risultati ma di tutti li insegnamenti di Di Francesco degli scorsi anni. Pochi gli schemi imparati a memoria, in Italia e in Europa i neroverdi sono stati travolti dall’Europa League foriera di infortuni.

Tutto confermato: la qualificazione ai preliminari di Europa League porta via energie, non solo tecniche ma anche mentali. Ora bisognerà capire chi tra Bucchi e Nicola potrà essere il nuovo pupillo squinziano.

Mihajlovic grazie al Gallo ha fatto cantare il suo pollaio. La voglia di rivincita del serbo allenatore è stata rimandata. Non è stato tradito dai giovani italiani in rosa ma dal connazionale Ljajic, un campione mai realizzatosi.

Tutti i dubbi senza Totò Di Natale non sono stati fugati. Altra toccata e licenziamento per Iachini in Serie A. Crisi di fiducia dei friulani che ha pesato sul campionato. Delneri ci ha provato a risollevare la squadra bianconera rispetto alla stagione precedente, arrivando 13esimo in classifica.

Senza pallone e senza arbitri non si gioca. Anche nel campionato appena finito il problema dei direttori di gara è stato nel verbo “gestire” che nel campionato italiano è diventato sinonimo di non fischiare o intervenire. Troppi falli sono rimasti impuniti per scimmiottare i fischietti inglesi. Dal fischiare anche quando i calciatori respiravano all’esagerazione opposta,non ha cambiato il risultato alla  fine degli interventi: la  media di 30 fischi a gara non ha migliorato né gioco e ne tempo effettivo.

Campionato a venti squadre troppo brutto. A gennaio alcuni già in vacanza, senza obiettivi, al minimo sindacale in trasferta. Solo tra le mura amiche leoni. Si predica sempre il campionato a 18 squadre, difficilmente avverrà contro la volontà non solo della Lega – causa i diritti Tv – ma anche dell’Associazione Allenatori e quella degli arbitri: meno partite meno associati da assistere.