Andrea Bertolacci ritorna ad indossare la maglia rossoblu dopo due stagioni in rossonero, con 48 presenze e due reti segnate. Si tratta di un graditissimo rientro sia per quello che è il giocatore, sia per ciò che potrà rappresentare in veste di uomo spogliatoio. In maglia rossoblu ha all’attivo già 90 e dieci reti messe a referto in una crescita costante, che da incognita lo avrebbe portato ad essere un punto fermo del Vecchio Balordo capace di centrare la seconda volta la qualificazione all’Europa.

Bertolacci, nonostante la giovane età (26 anni, ndr), ha collezionato 167 presenze nella massima serie. Dal punto di vista tecnico, il classe ’91 è in possesso di un ottimo piede sinistro ma è capace di usare molto bene anche il destro. Un paio di stagioni fa lo si è scoperto anche molto abile negli inserimenti con e senza palla e in grado di prediligere il gioco corto. Anche se non è propriamente un marcantonio, ha grande forza nelle gambe ed è stato capace di accrescerla soprattutto dopo la cura Gasperini.

Come detto in precedenza, è un ottimo acquisto essendo calciatore che sa bene cosa voglia dire indossare la maglia del Grifone, aspetto che dovrà essere quest’anno alla base di tutto. Come diceva il Professore, per giocare nel Genoa ci vogliono uomini tripallici.

Ricorda di mettere “Mi Piace” alla nostra pagina Facebook per ricevere sempre tutti gli aggiornamenti (CLICCA QUI).

Articolo precedenteStruttura
Articolo successivoIl Diario di mercato: Giovedì 13 Luglio
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.