Battiamo il chiodo non perché è caldo: lo sarà per tutto il campionato per cercare di capire, sapere e spiegare tutto quello che gira intorno al VAR. Video Assistant Referee: VAR è solo un’abbreviazione, e per tale motivo la sigla è considerata maschile e non femminile.

Quella di sabato scorso invece sarà considerata una data storica parlando di pallone. In effetti lo è stata. Dopo anni che si è dibattuto sull’utilizzo o meno della moviola in campo, si è studiato e sperimentato qualcosa di diverso da circa un anno in Italia (la prima gara fu Italia-Francia a Bari lo scorso 1 settembre, ndr). Nell’ambio di FIFA, UEFA, Figc e Arbitri, tutti tengono a precisare che la nuova tecnologia indica altro e non moviola.

In molti tra i media hanno provato a semplificare e il momento giusto è questo, all’inizio, se tutti vorranno dare una mano al direttore di gara. I primi a semplificare tutto però dovranno essere i direttori di gara ed accettare in determinate situazioni – poche per non perdere di prestigio in campo, come precisato da Rizzoli nell’intervista di ieri alla rosea – l’utilizzo delle immagini di aiuto. Questo non dovrà succedere solo all’inizio del campionato, come in occasione delle uscite delle circolari Ifab alla partenza delle altre stagioni, quando fuorigioco, falli di mano e falli ben specificati nel protocollo lasciavano libera interpretazione dopo due o tre giornate di campionato al fischietto di turno, il tutto a discapito dell’uniformità di giudizio nelle partite.

Difficile pensare che il VAR sia un punto di arrivo per un minor numero di errori essendo utilizzata solo dentro le aree di rigore: molti risultati infatti vengono influenzati da decisioni a centrocampo dove anche nella prima giornata di campionato 2017/18 non c’è stato un metro di giudizio nel fischiare falli e punizioni. Difficile anche pensare che il VAR possa o debba avere effetti positivi nei confronti dei calciatori e allenatori se i casi dubbi saranno abbattuti solo nei 16 metri.

Il VAR difficilmente sarà il “gol non gol” che vige sempre e che ormai è diventato qualcosa di automatico, accettato da tutti dentro e fuori il terreno di gioco. Se ci sarà maggior trasparenza, non solo con l’aiuto del Video Assistant Referee ma nell’ applicazione del Regolamento del gioco del calcio, e se non ci saranno interpretazioni personali e vi sarà uniformità, questo sì che potrebbe allora contribuire ad una maggiore professionalità di calciatori, allenatori e arbitri.

Come funziona il VAR? L’arbitro in campo e l’arbitro VAR, seduto davanti a tutta una serie di schermi, viene coadiuvato da un tecnico del provider Hawk Eye (quelli del gol/non gol). In uno schermo grande c’è la diretta televisiva tramessa con un ritardo di alcuni secondi. Ci sono poi altri schermi in cui, a formato ridotto, ci sono le immagini trasmesse da tutte le telecamere (minimo 8, ndr) posizionate dentro lo stadio. In caso di necessità gli arbitri VARS (c’è anche l’assistente, ndr) devono ingrandire con rapidità l’immagine che meglio sappia dare l’eventuale risposta, potendo così suggerire all’arbitro principale una risposta “certa”.

Discussioni ce ne saranno ancora tante, ci saranno casi che non avranno interpretazione, ci sarà chi vedrà rigore e chi no. Insomma, degli arbitri si continuerà a parlare. In tutti gli altri sport, dal tennis alla pallavolo passando per il rugby sono gli stessi giocatori e allenatori a richiedere l’utilizzo delle immagini in episodi dubbi o meno. Al calcio non è stata data questa possibilità perché l’Ifab ha deciso che solamente gli arbitri possono decidere l’utilizzo del VAR, limitato a determinate situazioni: un gol, un rigore, una espulsione, gesti violenti, scambio di persona in un provvedimento disciplinare. L’unica idea da copiare dall’arbitro di rugby è quello di mimare la forma di un televisore per segnalarlo a tutto lo stadio. Contrari all’unanimità gli stati generali del calcio nel far rivedere a tutti le immagini in discussione sui tabelloni.

Già dalla prossima giornata di campionato sarà bene precisare ai direttori di gara che, se cos’ lunghi, i tempi di controllo del VAR dovranno essere conteggiati a fine gara. Utopia forse pensare che a breve ci sarà il tempo effettivo di gara visti i tempi di decisione non solo di FIFA e UEFA, ma pure dei “parrucconi” dell’IFAB, quelli che emanano le regole.
Sarebbe lungo scrivere tutti i 12 principi fondamentali del protocollo IFAB sul VAR: in tal senso basta accedere al sito di FIGC, Arbitri o Uefa per documentarsi. Un punto in particolare mi lascia perplesso: il numero 4.

L’arbitro deve sempre DECIDERE prescindendo dalla presenza del VAR“. Non è consentito non prendere una decisione e ricorrere per episodio al VAR. Il VAR in tempo reale potrà in ogni caso analizzare la situazione e supportare l’arbitro. È importante notare che se l’arbitro non interrompe il gioco per una presunta infrazione, la decisione di lasciar proseguire il gioco potrà essere rivista. La decisione originale dell’arbitro non potrà essere cambiata salvo che l’immagine video non mostri chiaramente che la decisione era sbagliata.

Ops! Sono curioso di vedere quanti arbitri VARS tradiranno e sconfesseranno l’arbitro in campo, specialmente se è uno di èlite in una gara importante. Succederà come è sempre successo: gli assistenti di linea alzeranno la bandierina in ritardo, come ultimamente facevano anche gli addizionali, specialmente i numeri 6, quelli sconosciuti e di altra categoria che in molte gare hanno fatto le tre scimmiette: non vedo, non sento, non…segnalo per raccomandazioni pre-gara dell’arbitro numero uno.

Non cambia il mondo arbitrale, perciò diventa difficile che un direttore di gara lasci decidere a qualche altro quello che succede dentro l’area di rigore! Per finire parlando di arbitri, la vera speranza è che Rizzoli, nuovo designatore della Can A, non abbia detto che il miglior arbitro è quello che fischia meno. Una balla, una bugia: il migliore è quello che fischia tutte le irregolarità che vede e non le interpreta.