La partita di Reggio Emilia ha raccontato che un Genoa in costruzione può comunque già dire la sua ripartendo da una concreta idea di gioco. Tra le novità attese c’erano senza dubbio il granatiere Galabinov e il neo acquisto Rossettini. L’editoriale di questa mattina vuole proprio raccontare, con qualche dato alla mano, cosa ci hanno detto le loro prestazioni.

CAPITOLO ROSSETTINI – “Oltre al secondo, credo di aver fatto anche un buon primo tempo” ha risposto alle nostre domande in zona mista l’ex difensore del Torino. Gli era appena stato domandato il perché dello “sbandamento” ad inizio partita, quando la difesa rossoblu si era fatta trovare tagliata fuori a fronteggiare le avanzate prima di Falcinelli, poi di Politano.

Il lavoro di Rossettini è incrementato qualitativamente in corso di partita, quando difficilmente si è poi fatto trovare impreparato. Solamente l’ammonizione nel primo tempo ha macchiato una prova che, nel complesso, è andata ben oltre la sufficienza. Prendendo in considerazione i primi 90′ del campionato, Rossettini si configura come il sesto difensore ad aver tentato più contrasti (3) e si attesta come uno dei pochi a non aver sbagliato passaggi in fase di impostazione pur avendone compiuti 55 (18° difensore della Serie A, con Bonucci detentore del primato con 105, ndr).

I dati su respinte (1) e palloni spazzati dall’area (4) restano al contrario bassi, a testimoniare quanto poco abbia rischiato il Genoa nella propria trequarti contro un’avversaria che ha sfruttato i primi dieci minuti di disorientamento rossoblu, subendo poi la gestione della partita imposta dagli uomini di Juric. Nel complesso dunque una prestazione in crescita in occasione della prima comparsa in una difesa a tre. Di Rossettini comunque mancano da mettere in evidenza ancora caratteristiche come il colpo di testa, anche in fase difensiva dove in quel fondamentale è stato impegnato a Reggio solamente sue volte (un duello aereo vincente, uno perso) e ci sarà un intero campionato per vedere su che medie si attesterà l’ex centrale granata.

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CAPITOLO GALABINOV – Quando si dice lavorare sporco, allora può venire in mente la prestazione del centravanti bulgaro contro il Sassuolo. Nel primo tempo, sempre disponibile a ricevere palla sui rinvii di Perin e duellare con i centrali neroverdi, vincitori spesso nel duello aereo ma perdenti il maggior numero delle volte quando entrava in gioco il fisico, è arrivato pericolosamente al tiro in almeno due occasioni; nel secondo tempo invece è rimasto più nascosto, ma utile a far salire la squadra e agevolare le ripartenze. Una partita da “buona la prima“, dove è mancato solo il gol all’esordio nel massimo campionato. I tiri complessivi, nei primi 81 minuti di Serie A della carriera dell’attaccante bulgaro, sono stati quattro.

I numeri parlano ancora di 16 passaggi completati, che per un centravanti di posizione non sono affatto pochi, soprattutto se i palloni vengono smistati in modo preciso sugli esterni o pericolosamente al centro dell’area con movimenti e colpi di tacco che tagliano fuori l’intera difesa avversaria. Da questo punto di vista, la prestazione di Galabinov – uscito applaudito da tutto il settore rossoblu – non è passata inosservata. Ora la seconda chance da sfruttare contro la difesa bianconera, con Lapadula che scalpita sempre più alle sue spalle.

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