Sono state 70 le presenze in rossoblu di Sebastiano Nela, detto “Sebino”, rapallino di nascita. Settanta presenze in una carriera che gli ha visto spiccare il volo sotto la Lanterna, tra 1978 e 1981, per poi vederlo approdare alla Roma. Nella Capitale vincerà uno scudetto nella stagione 1982/83, tre Coppe Italia e collezionerà 281 presenze per poi concludere gli ultimi due campionati della sua carriera a Napoli. Oggi lo abbiamo contattato telefonicamente per farci un po’ raccontare cosa ci stia dicendo il campionato dopo le prime tre giornate, come veda le italiane nella Champions League che inizierà questa sera e quale sia il suo giudizio sul Genoa dopo i primi 270′. Ecco la nostra intervista esclusiva.

Cosa ci hanno detto queste prime tre giornate di campionato?

Ancora poco. Credo che per dare giudizi sereni e definitivi un po’ su tutte le squadre bisognerà aspettare ancora qualche giornata. La preparazione e il livello fisico sono ancora da raggiungere per tutte le squadre. Vi sono squadre dove si è cambiato molto e bisogna aspettare anche i nuovi ruoli di alcuni giocatori, qualche infortunato. Per quanto riguarda l’alta classifica lo sappiamo: saranno sempre le solite 4/5 squadre che potranno competere per il titolo. Possiamo individuare un’altra fascia di squadre per quanto riguarda l’Europa League. Poi tutte le altre, ma poco altro fino ad oggi.

Per le italiane, da questa sera, entra in gioco anche il fattore Coppe europee. Quanto potrà incidere? 

A questo punto mi viene da dire “nulla”. Perché ogni anno, per chi ambisce a vincere il campionato, si spera sempre che la Juventus andando avanti con le coppe possa perdere qualche energia per il campionato italiano. Poi non è così. Il calcio del resto non è una scienza, anzi è abbastanza semplice: vincere aiuta a vincere. Quando si vince non si sente la fatica, si sta bene con testa e gambe e si va avanti tranquillamente. Proprio per questo le rose oggi sono allargate per permettere a società e allenatori di portare avanti tutte le competizioni. Poi sta ad allenatore e società costruire una rosa adeguata, con giocatori o molto buoni per fare fronte alla stagione. In qualche caso le coppe hanno fatto vedere che qualche energia può essere sottratta, però la Juventus ci dimostra che si può comunque arrivare in finale e vincere il campionato.

Il Genoa è di casa qui su Buoncalcioatutti e lei conosce molto bene cosa significhi giocare in rossoblu. Che impressioni le ha dato la squadra di Juric in queste prime tre giornate?

La mia idea è quella di una squadra che dovrà mantenere costanti il livello di prestazioni e di gioco. Perché si può passare da una domenica all’altra facendo una bruttissima prestazione, poi una normale, poi una bella prestazione. Si deve trovare un punto di incontro, di continuità di gioco a livello di testa, aggressività. Insomma, a tutti i livelli che fanno parte del mondo del calcio.

La gara di Udine è difficile da giudicare per tutte le situazioni che si sono create. Se parliamo del primo tempo, qualche difficoltà ho visto, forse in mezzo al campo. Non mi convince, ad esempio, qualche ruolo. Posso dare l’attenuante di essere a inizio stagione e Juric deve capire ancora quello che possono rendere i suoi in determinati ruoli e in determinate situazioni. Qualcosa mi è piaciuto, qualcosa no.

Un’ultima domanda: il VAR ha iniziato a incidere parecchio sulle singole partite, non senza polemiche. Che idea si è fatto di questa tecnologia applicata al calcio?

Non dimentichiamoci intanto che c’è sempre una persona che giudica, un arbitro che giudica. Io, sono sincero, non sono favorevolissimo: già in queste primissime giornate sono accaduti episodi – diciamo così – discutibili. Ad esempio, è assurdo che un calciatore venga espulso sei minuti dopo: questa è una follia. Per una, due o tre situazioni potrebbe anche essere valido, ma mi fermerei qua. Non voglio parlare di deresponsabilizzazione da parte degli arbitri, ma in qualche caso questa è la strada. Sono un po’ in linea con le parole di Buffon di qualche settimana fa: può aiutare soltanto in pochissime circostanze. 

DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA A SEBASTIANO “SEBINO” NELA: