Sveglia Genoa!

Dopo le tre  sconfitte consecutive e la falsa partenza serve battere il Chievo.
Dopo le ultime  due partite giocate lontano da un rendimento accettabile, partite che sono costate sconfitte con avversari che si potevano affrontare con semplicità e grinta come dimostrato in corso di secondi tempi, i rossoblu sono chiamati  a dare una risposta importante questa sera al “Ferraris” contro la squadra più ostica del campionato, la cui prerogativa è non far giocare gli avversari e colpirli di rimessa.

Vietato voltarsi indietro e piangersi addosso anche sulla sfiga. Sfiga che è tanta visti gli infortuni che hanno anche inficiato i cambi di Juric in momenti importanti, sia da Udine che contro la Lazio. Dimenticare anche voli pindarici su modulo d’attacco mobile e puntando ancor di più sul concetto di squadra.

Rientra Bertolacci dalla squalifica e sarebbe meglio non utilizzarlo nei due mediani contro un altro centrocampo muscolare. La rivoluzione di 30 minuti di  domenica sera non è piaciuta neanche a Juric che già alla vigilia aveva annunciato i protagonisti non al massimo.

Strano che il croato dopo aver lavorato dal 13 luglio in una particolare strategia, sempre con Galabinov al centro dell’attacco, considerato Lapadula KO, abbia pensato di rigirare in una gara importante, contro una squadra in forma, qualcosa di diverso, subito tradito.

Juric disegnerà sempre il suo iniziale credo 3-4-3 ibrido variando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, questo a seconda di come si muove la catena di destra e di come si svolga l’accentrarsi dell’esterno destro del tridente pronto ad agire da trequartista.

Occorrono tre punti contro i clivensi per scacciare polemiche, recriminazioni, rasserenare l’ambiente che sta vivendo i travagli del passaggio di proprietà. A Pegli dicono che non hanno subìto distrazioni di sorta ma le prestazioni non positive delle ultime partite giocate lasciano il dubbio.

Juric ieri non ha parlato ma sarebbe rimasto più sul generale indicando la ricerca di equilibri interni e intensità di manovra per tutti i 90 minuti più recupero. Chissà se il silenzio è dovuto allo spiegare o annunciare i piani all’avversario oppure a perduranti incertezze di condizione e di disponibilità dei singoli?

Si ripartirà da Pellegri, un giovane che sfrutta e aspetta il pallone dentro l’area cercando d colpire a botta sicura. P&P detta il passaggio anche da fuori area, si allarga a destra e a sinistra favorendo l’inserimento dei compagni che arrivano da dietro: che provino a tirare anche da fuori area come succede per le altre 19 squadre del campionato. Pellegri ad ogni modo diventerà un uomo squadra.

Juric in due giorni sarà comunque difficile che abbia risolto alla radice i problemi del Vecchio Balordo: difesa non veloce e centrocampo. Il centrocampo – sarà ovvio dirlo e ripeterlo – è la radice dei successi e delle sconfitte.  Quando lì in mezzo il meccanismo funziona tutta la squadra ne trae beneficio. Quando il motore invece si inceppa o viene frenato dagli avversari, tutta la manovra in fase di possesso ne risente, risultando lenta e prevedibile.

Importante non guardare la data di nascita deli amici di Giulietta&Romeo. Visti prima di Genoa-Lazio andavano come spie e hanno creato guai al G&G di Gasperini.
Per la formazione rimandiamo al pezzo Occhi al Pio di ieri sera (clicca qui per leggerlo).

Capitolo Chievo. È uguale a ieri solo tatticamente. Maran però non si ritrova  con gli stessi uomini dello scorso anno e in più ha Pucciarelli dall’Empoli, Tomovic dalla Fiorentina, usato collaudato, e alcuni giovani come Guadino del Bayern Monaco e Garritano da inserire poco per volta nel gioco collaudato assieme con due polacchi di 22 anni, Stepinski e Jaroszynski, strappati al Borussia Dortmund sempre pronto a pescare nella terra di Papa Wojtyla. Ai debuttanti bisogna aggiungere il coloured francese Bastien, 20 anni, in gol contro la Dea (e contro il Geno l’anno scorso) maturato e pronto dopo un anno di panchina.

I  risultati del lavoro di Maran sono buoni come lo scorso anno: si sono visti nelle prime 4  giornate di campionato, con una vittoria in casa dell’Udinese, un pareggio domenica scorsa con l’Atalanta e due sconfitte con Lazio e Juventus. Anche Lazio e Juventus vincendo sono state messe in crisi. I clivensi contro avversari  alla ricerca dell’identità hanno mostrato solidità e organizzazione.

Squadra difficile da affrontare e da dominare tatticamente. L’undici gialloblu è cresciuto parecchio in questi anni: da un gioco esclusivamente difensivo, si è passati a un gioco manovrato. La solidità difensiva, anche se i protagonisti potrebbero cambiare vista la carta d’identità, resta il marchio di fabbrica fondamentale: l’obiettivo è subire pochi gol.

L’uomo in più del Chievo è Valter Birsa , anche lui al Genoa una meteora, ancora da capirne il perché. Lo sloveno è l’interprete principale in fase di possesso del 4-3-1-2 sia da trequartista che da seconda punta come contro l’Atalanta di Gasperini.
In panchina contro gli orobici per svecchiare la squadra o per fare turnover  Dainelli e Gamberini, entrambi poco protagonisti del 3 a 0 in casa Juventus, oltre a Rigoni, Pellissier e Meggiorini.

Maran contro l’Atalanta ha schierato una difesa con Tomovic e Cesar centrali e diversamente da quella dei “nonni” dello scorso anno non si è intesa a memoria.
Il Chievo per festeggiare il 10° anno consecutivo in serie A ha rimpolpato la rosa per il portafoglio e per non subire stanchezza nel girone di ritorno.
Centrocampo di fisico, corsa, con l’unico dubbio di quanti gol faranno Inglese, Pucciarelli, Meggiorini e Pellissier difficilmente arrivati in doppia cifra negli scorsi campionati.

Dubbi di formazione anche per il Chievo: in difesa con l’assenza di Gobbi e a centrocampo: muscolare con Hetemaj o veloce  con Bastien?

Genoa-Chievo sarà diretta da Mazzoleni di Bergamo, antiquario del 1974. Arbitro alla Can dal 2004. Internazionale dal 2011. Nell’agosto del 2012 Mazzoleni a Pechino in occasione della SuperCoppa ha tenuto a battesimo gli addizionali dietro le porte.
172 gare dirette nella massima serie. 53 rigori, 46 rossi. Seconda partita in stagione.

Con il Grifone ha diretto 17 gare (7 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte). L’ultima è la vittoria al Ferraris contro la Juve nel novembre 2016. Con il Chievo 20 le gare arbitrate: 6 vittorie, 6 pareggi, 8 sconfitte. L’ultima con i clivensi è la sconfitta al Tempio del 18 ottobre 2015 (3-2, ndr) con gol di Tachtsidis al 93’ e rossoblu in 10 per espulsione di Dzemaili .

Primo assistente Santoro di Catania; secondo assistente Cecconi di Empoli. Quarto uomo Baroni di Firenze. VAR: Pairetto di Nichelino. AVAR: Sacchi di Macerata.

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