Nonostante l’exploit del giovane Pellegri, il Genoa ha rimediato l’ennesima sconfitta ed ora la classifica comincia a preoccupare. Stasera tra le mura amiche i rossoblu affrontano il Chievo, formazione da sempre ostile al Grifone.

Cominciamo dall’allenatore avversario…

La squadra clivense è guidata in panchina da Rolando Maran, allenatore in passato vicino ai colori rossoblu. Un tecnico moderno e sempre all’avanguardia nelle metodologie d’allenamento e nella preparazione della partita. Da un po’ di tempo fa giocare i suoi con il 4-3-1-2 e difficilmente si priva del trequartista e dei due attaccanti.

La difesa?

Il portiere Sorrentino, molto esperto e affidabile tra i pali, ha qualche lacuna nelle uscite ed è sufficiente con il pallone tra i piedi. La linea a quattro è formata da Tomovic, Dainelli, Gamberini, Cacciatore. Tomovic, ex rossoblu, forte fisicamente e con buona corsa, tutto destro, spesso commette ingenuità. La coppia centrale Dainelli- Gamberini, ex rossoblu, esperta e assai forte nel gioco aereo, soffre se presa in rapidità. Dainelli spesso cade in svarioni. Cacciatore, giocatore di fascia destra traslocato a sinistra per l’infortunio di Gobbi, offre un rendimento regolare e ha un buon inserimento palla al piede.

Il centrocampo?

Castro, l’interno di destra, ha gamba e tecnica, è pericoloso in zona goal. Radovanovic, il metodista, sportivamente cattivo, ha un ottimo lancio e buon tiro dalla distanza. Il centrocampista di sinistra è Hetemaj, un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere: rendimento costante e sicuro, ottima corsa e piedi più che sufficienti.

L’attacco?

Il trequartista Birsa, dal piede sinistro educatissimo, è letale sulle punizioni dal limite dell’area. I due attaccanti sono Inglese e Pucciarelli. Il primo, la punta centrale, è veloce, ama essere lanciato in profondità, colpisce bene di testa. Pucciarelli, la seconda punta, bravo con la palla tra i piedi, ha un ottimo dribbling ed è  autore di tiri velenosi e precisi.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sulle punizioni a sfavore dalle fasce laterali e sui corner difendono a zona. In fase offensiva salgono i due difensori centrali. Pericoloso per la sua fisicità è Radovanovic e anche Inglese è un buon colpitore. Le punizioni dal limite sono quasi tutte di Birsa, soprattutto quelle da calciare con il sinistro. Anche corner vengono calciati dallo sloveno, ma a volte i gialloblu provano il gioco a due.

Concludendo? 

È quasi imperativo vincere per riacquistare un po’ di tranquillità e rasserenare tutto l’ambiente genoano, sempre pronto ad esaltarsi o a deprimersi.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.