14  uomini,  14 uomini sull’isola sarda carichi come pirati alla Juric per portare a casa non soltanto punti ma anche una svolta per la stagione. È la partita: parole e musica di Giorgio Perinetti.

Ci sarà il 3-5-2? Farà discutere perché il distinguo fra il 3-5-2, il 5-3-2 e gli altri moduli attuati fino ad oggi anche da Juric, già detto, sarà  sottile: in altre parole, se ci sarà, lo si vedrà solo staticamente e non in movimento come successo in tutti gli allenamenti della settimana a porte aperte.

Qualsiasi assetto praticherà, il Genoa di Juric dovrà essere convinto di avere un vantaggio nella copertura e pure nell’avvio della manovra: una manovra che dovrà e potrà contare  sull’avvio di un difensore centrale (Izzo) e su una maggiore spinta sulle vie esterne e che non dovrà sottrarre qualità ed efficacia di gioco a tutto quello preparato dallo scorso anno.

Juric e il Genoa con qualsiasi modulo dovranno ottenere una superiorità numerica nella zona centrale difensiva con l’ampiezza dei cinque giocatori, che dovranno avere la posizione naturale nei cambi di gioco. Ci dovrà essere anche un miglior palleggio inserendo il difensore centrale, come detto in precedenza, e facendo salire meglio gli esterni, alzando il  baricentro della squadra.

Il problema principale contro il 4-3-1-2 o il 4-3-3 del Cagliari sarà se i tre centrali non si allargheranno con i tempi giusti facendo venire meno i meccanismi provati. Occorrerà una ancor maggiore attenzione da parte di tutti. A Cagliari più che il modulo conteranno le caratteristiche individuali dei protagonisti che sono sempre alla base di un progetto tattico. Dai difensori ai centrocampisti passando per gli attaccanti: tutti devono avere le idee chiare su quanto andrà fatto sul campo.

La catalogazione dei metodi è inevitabile se non si ragiona di una filosofia di gioco. Il calcio si può e si deve fare in tanti modi diversi ma per riuscire con qualsiasi numero di modulo dovrà esistere un equilibrio della squadra. Se con la rosa al completo il Genoa di Juric raggiungerà, al di là dei moduli e numeri, funzionalità ed efficacia, ecco che arriveranno i risultati.

Juric ha cercato di trasformare anche il Genoa 2017/2018 a livello europeo tendendo la ricerca dell’uno contro uno, specie a centrocampo, ma ha capito da tecnico intelligente che non ha il livello necessario nella rosa per poterlo attuare, perciò si cambia. A Cagliari sarà la partita: Juric farà di tutto per portarla nel continente, ma poi i giocatori (14 uomini) dovranno aiutarlo, sostenerlo, capirlo e mangiare l’erba della Sardegna Arena fin dal riscaldamento. Fallire a Cagliari non sarebbe come l’Apocalisse per la nazionale italiana, ma piuttosto un’altra disgrazia che in questo momento finirebbe per ricascare su tutto quello che gira intorno al Vecchio Balordo.

Capitolo Cagliari. Si va alla ricerca del gol perduto. A secco da tre giornate la compagine sarda. Nell’ultima gara contro il Napoli in trasferta non ha mai fatto un tiro in porta. Sei i punti in classifica conquistati contro Crotone e Spal. Pesanti le due ultime sconfitte in Sardegna contro Sassuolo e Chievo.

Tutti aspettano i gol di Pavoletti che dal suo arrivo a fine calciomercato ha fatto rimpiangere l’addio di Marco Borriello che con le sue prodezze aveva  trascinato lo scorso campionato i sardi a metà classifica, quasi all’undicesimo posto. Ad inizio campionato la speranza era di una nuova vita sull’isola, alla luce anche degli arrivi di Andreolli e Cigarini, entrambi alla ricerca di riscatto.

Si parla del Cagliari dello scorso anno, con lo stesso modulo, il 4-3-1-2 che confida sempre nella fantasia e la rapidità garantita da Joao Pedro, Farias  e Sau e dell’eterno Cossu, 37 anni. Il Cagliari continua ad essere squadra da contropiede viste le caratteristiche di trequartisti e seconde punte. Pavoletti non si era ancora ambientato prima della sosta e qualche ostracismo dentro lo spogliatoio lo ha turbato. I senatori della squadra vorrebbero che Rastelli giocasse con i tre piccoli davanti alla napoletana.

Ma per copiare il Ciuccio deve funzionare un centrocampo dove dopo sette giornate Rastelli non ha ancora dato le chiavi a nessuno, considerato che Cigarini quando gioca dal primo minuto viene spesso sostituito. Deve funzionare anche la difesa, l’anello debole cagliaritano, con Andreolli ancora non al top, Padoin terzino che si dimentica di difendere essendo più portato ad attaccare e il nuovo under 21 belga Miangue a sinistra (che ad oggi ha giocato solo una partita). Il tutto senza contare l’assenza di Isla, partito in estate, che dovrà essere compensata da un anno in più di esperienza di Barella.

Rastelli contro il Genoa si affiderà all’usato sicuro (Capuano e Dessena) considerato che l’infermeria è stata piena fino a giovedì scorso? L’unico recuperato è Ceppitelli, che giocherà centrale di difesa.  Faragò, Sau e Cossu alle prese con un lavoro differenziato: in panchina andranno i primi due.  In dubbio anche il portiere Cragno.

Sarà infine Massa di Imperia il direttore di Gara di Cagliari-Genoa. Decisione non capita da parte di Rizzoli in una gara importante. Ma si parla di un Rizzoli più alle prese con i termini inglesi del VAR da spiegare ai discenti di Sky che con le designazioni. Davide Massa, 36 anni, è arbitro ma pure bancario laureato in giurisprudenza ed è internazionale dal 2014. Arbitro effettivo dal 1997, diresse la prima partita in Serie A nel gennaio 2011. Alla CAN serie A è in pianta stabile dal luglio 2012.

Risultano 92 le gare dirette in serie A con 22 rigori e 19 espulsi nel carnet. Tre le sfide dirette in stagione. Con il Cagliari 4 gare in carriera, ovvero sia una vittoria contro la Samp al Sant’Elia, il pareggio al Ferraris tra doriani e isolani nel 2017 e due sconfitte con le romane. Con il Genoa invece una sconfitta il 22 dicembre 2013 contro il Bologna. Nessuna segnalazione da moviola.

Primo assistente Ranghetti di Chiari; secondo assistente Bresmes di Nergamo. Quarto uomo Serra di Torino. Var: Pairetto di Torino, Avar: Pilliteri di Palermo.