Arrivata la tanto sospirata vittoria nella trasferta di Cagliari, il Genoa cerca il bis nella tana del Milan, un Milan che per ora ha lasciato molto a desiderare sia per gioco sia per risultati. Infatti l’allenatore Montella è messo in discussione dalla dirigenza rossonera.

Come gioca il Milan?

Montella, ex blucerchiato sia come giocatore sia come mister, attualmente fa giocare la squadra con il 3-5-2, dopo aver provato con poco successo il 4-3-3. I rossoneri usano molto il lancio lungo e preciso di Bonucci per saltare il centrocampo quando sono aggrediti oppure si appoggiano a Biglia, autentico playmaker della squadra. In panchina hanno parecchie alternative, il giovane Cutrone e André Silva nel reparto avanzato sono le frecce dell’arco di Montella per fare breccia nella retroguardia rossoblu, sperando ovviamente che non succeda.

Come è strutturata la difesa?

Donnarumma, giovanissimo, è considerato da tutti il portiere del futuro: ha grande personalità e fisico imponente, è molto reattivo, forte tra i pali e bravo nelle uscite aeree, ma non eccelle nel gioco coi piedi. I tre difensori centrali sono Zapata, Bonucci e Romagnoli. Il primo dovrebbe essere preferito a Musacchio: buon marcatore, ottimo colpitore di testa, con discreta tecnica, ha cali di concentrazione che lo portano a commettere errori grossolani. Bonucci, l’acquisto top, arrivato dalla odiatissima Juventus e scelto subito come capitano, finora ha tradito le attese. Ha un ottimo lancio lungo con il piede destro, ha senso della posizione ed è forte di testa. E’ molto antipatico e sovente tiene atteggiamenti irrispettosi e plateali con compagni, avversari ed arbitri,  comportamenti non proprio da capitano. Romagnoli, giovane di ottime speranze, scuola Roma, ha un buon piede sinistro, è tignoso sull’avversario e sufficientemente rapido.

I cinque di centrocampo.

Sulle due fasce giocano Borini (a destra) e Rodriguez (a sinistra). Borini è un ex attaccante riadattato da Montella a giocatore di fascia: più portato ad offendere, talvolta tralascia la fase difensiva e predilige essere lanciato sulla corsa. Rodriguez è in possesso di un sinistro educato, ama ricevere la palla tra i piedi, non offre grande spinta. In mezzo al campo giocano Kessie, Biglia e Bonaventura. Il primo ha forza nelle gambe, quando sta bene è un ottimo ruba-palloni e si inserisce spesso senza palla: quando era a Bergamo, Gasperini gli rimproverava una scarsa applicazione. Biglia, argentino ex Lazio, ottimi fondamentali, bravo nel gioco corto e nel lungo, attraversa un momento di appannamento. Ultimo dei centrocampisti è Bonaventura, anche lui di piedi buoni: preferisce la fase offensiva, è un ottimo tiratore da lunga distanza, tatticamente diligente.

Infine l’attacco.

I due attaccanti sono Suso e Kalinic. L’ex rossoblu agisce da seconda punta, svaria su tutto il fronte, anche se la sua zona preferita rimane la destra da dove può rientrare per il tiro con il suo magico sinistro: si deprime però se lo si esclude dal gioco. Kalinic è la punta centrale, ama la profondità e non va mai perso di vista perché è un predatore dell’area di rigore, ma è  anche il primo rossonero che va alla riconquista della palla.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su quella a sfavore marcano ad uomo, anche se in alcuni frangenti si dispongono a zona. Sfruttano molto la fisicità di Donnarumma e la sua bravura nelle uscite. Su quella a favore salgono a colpire i tre centrali difensivi, che saltano a insieme a Kessie e Kalinic. I corner vengono calciati da Suso a destra, da Biglia o Bonaventura a sinistra. Bisogna limitare i falli al limite dell’area: Suso, Biglia e Bonaventura al tiro possono fare molto male.

Concludendo?

Ora che abbiamo riassaporato il profumo dei tre punti, non bisogna adagiarsi, ma continuare a sfoderare buone prestazioni, condite da umiltà, agonismo e spirito di sacrificio, valori che sono alla base del calcio di Juric.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.