Ha seguito da vicino il Napoli sulle pagine de La Gazzetta dello Sport e non ci sarebbe stato collega più indicato per farci spiegare che gara dovrà fare il Genoa domani contro il Napoli. Con un occhio, come consuetudine, a campionato e sorprese di stagione. Abbiamo contattato telefonicamente Sebastiano Vernazza, firma della rosea: queste le sue parole.

Partiamo dalla prossima gara del Genoa contro il Napoli. Hai seguito da vicino la formazione di Sarri e a tal proposito ti domando:  la formazione rossoblu cosa deve fare per cercare di insidiare questo Napoli?

Più che altro ci vorrebbe Gasperini, nel senso che ci vorrebbe il coraggio di attaccarli alti, aspetto che questo Genoa francamente non mi sembra abbia. Il Genoa di “San Siro” l’ho visto alla televisione e sono rimasto abbastanza deluso: mi aspettavo che in undici contro dieci il Genoa avesse la forza di mettere in difficoltà il Milan e invece non ce l’ha fatta. A questo punto non so cosa possa fare contro il Napoli: può sperare nel turnover di Sarri che è annunciato. Se gioca Maggio come terzino destro, forse sulla sinistra per il Genoa qualcosa si può aprire. Ma parliamo ad oggi di un confronto sulla carta assolutamente impari: tra le due squadre c’è un abisso in termini di mentalità e tecnica. Non tanto di condizione fisica dato che il Napoli sta un po’ pagando tutti gli impegni ravvicinati”.

Il Napoli dovrà difendere una prima piazza che questa sera potrebbe passare all’Inter. Con qualche giornata in più in archivio, come vedi la lotta scudetto? L’Inter spallettiana è davvero una seria pretendente senza le coppe?

Per l’Inter molto dipenderà dal mercato di gennaio. Così come è strutturata, secondo me non riesce a reggere la corsa in testa per 38 giornate. Perché dovesse essere squalificato uno dei due centrali di difesa, il primo sostituto sarebbe Ranocchia. Poi all’Inter manca un giocatore col cambio di passo sulla trequarti, capace di scappare e puntare la porta facendo quei 6/7 gol che diano respiro Icardi. Dipenderà molto dunque dalle scelte che si faranno a gennaio. 

In linea generale, è sicuramente ristretta a Napoli e Juventus. Ma si presti molta attenzione alla Lazio che sta venendo fuori come squadra tecnica, potente, muscolare e coi piedi buoni. Un mix che può portarla lontano.

Oltre alla Lazio appena citata, l’altra sorpresa è in qualche modo la Sampdoria, che tra due settimane affronterà il Genoa nel derby: può durare a livello di gioco e di certezze?

La Sampdoria ha resistito a tre cessioni eccellenti (Muriel, Schick, Skriniar, ndr) e Giampaolo è riuscito lo stesso a sopravvivere. Ha preso Ramirez, un buon giocatore ma sicuramente inferiore a Schick, ed è riuscito a mantenere un buon livello di gioco. Vale lo stesso discorso dell’Inter: bisogna vedere se poi questo livello lo si manterrà per 38 giornate. Credo che l’obiettivo realistico per la Samp sia l’aggancio dell’Europa League. È squadra organizzata, che gioca un ottimo calcio.

Come scrivevamo questa mattina nell’editoriale,  da inizio stagione, 22 partite su 89 sono state vinte con almeno tre gol di scarto: mentre si procede ancora sulla strada di un ulteriore record di reti, un campionato con questi squilibri è ancora accettabile? 

No, non lo è: diventa assolutamente necessario riformare i campionati. In Serie A necessario passare da 20 a 18 squadre, in Serie B da 22 a venti. Il campionato di quest’anno sta dimostrando che purtroppo – aveva ragione Lotito nella famosa intercettazione – ci sono squadre che non reggono l’urto e falsano il campionato. Penso che alla base ci sia anche un ragionamento economico: se vieni in Serie A prendi una discreta fetta della torta dei diritti televisivi, che per squadre come Crotone e Benevento significano comunque una ventina di milioni di euro. Poi retrocedi, ti danno il paracadute e prendi altri soldi: è un giochino abbastanza scoperto. Deve esserci più selezione: non si può giocare per venirsi per prendere questa fetta di torta e poi tornarsene serenamente in B.

DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA: