Alla vigilia si pensava che il Vecchio Balordo a Ferrara, due giorni prima di Halloween, potesse fare le pentole e i coperchi. La sensazione era di molti sostenitori rossoblu in loco dal giorno prima e anche dei tifosi estensi.

Invece il Grifone è stato cotto nel catino ribollente di passione e di tifo di entrambe le tifoserie come una salama, non da sugo. È stato cotto nel brodo ormai ricorrente, e non da ieri, con le squadre neopromesse.

Spal-Genoa, 1700 cuori rossoblu a fianco della squadra: la fotogallery – FOTO

Semplici, il tecnico dei biancocelesti, in modo semplice ha pensato più alla gara con il Grifone e grazie al turnover fatto contro la Juventus al mercoledì con elementi importanti nel cuore del gioco ha confezionato il risultato. Non ha dato scacco matto a Juric sul piano del gioco a specchio ma glielo ha fato con i due giocatori più in forma lasciati a riposo: Schiattarella e Antenucci, che indipendentemente dal gol sono stati pronti a far saltare le scalature genoane ad ogni percussione sulla corsia di destra.

Juric la sua opinione sul turnover l’aveva già esplicitata altre volte. Per lui appare come una fissazione giornalistica e tutta italiana. Sul turnover, il realismo alla Bukowski – o minimalismo alla Sarri – gli ha dato torto. Le tre partite intere in una settimana di Taarabt , così come quelle di Rigoni titolare fisso da sette giorni, non gli hanno dato ragione.

Ha ragione Juric a dire che fino al gol di Antenucci in campo c’era stata una sola squadra. Noi aggiungiamo con il baricentro più alto e il possesso pallone maggiore. Se, rimanendo nella sobrietà, vogliamo tornare al minimalismo e realismo sporco da cronisti, anche per precisione: tuttavia il Vecchio Balordo a prodotto solamente una azione da gol nei primi minuti di gara buttata al vento da Lapadula e Rigoni.

I più di 80 passaggi o palleggi retroattivi “alla gambero” si cui si è perso il conto dopo 10’ del secondo tempo, con una Spal piazzata pronta a chiudere tutte le linee di passaggio e  giocare alla viva al parroco, non hanno sortito effetti sulle corsie laterali, in particolare ad aggirare il dispositivo di Semplici.

Il 3-5-2 a specchio di entrambe le squadre, con marcature rigide, ha favorito gli estensi. L’annullamento dei centrocampisti del Genoa nell’uomo contro uomo ha lasciato perplessi solo i rossoblù: Omeonga, la cui forza è quella degli strappi, si è visto solamente una volta al 30’ del primo tempo dopo ha passato la gara a non far giocare un certo Schiavon. Laxalt invece ha fatto una sola percussione vincente, quella già specificata nelle uniche palle gol ad inizio gara, preoccupato più a marcare Lazzari e scalare su Schiattarella: insomma, è pervenuto poco. Rosi ancor meno, pur non dovendo marcare praticamente nessuno.

L’altro difetto è che al Genoa è mancato il metronomo con Veloso in panchina e assente qualche altro giocatore in grado di far saltare il bunker spallino con una giocata, anche se Taarabt ci ha provato. Anzi, è stato l’unico. Anche Juric l’ha percepito facendo riscaldare Pandev per più di 60’ e Veloso per almeno 25’.

Sotto per il gol di Antenucci, il croato ha perso la bussola a fin di bene  per  raggiungere il pareggio ripetendo l’operazione di Pescara dello scorso anno: cercare il gol con 4 attaccanti di ruolo ma in grado di esprimere poca fantasia e nessun tiro in porta. Lapadula e Galabinov hanno fatto confusione, Pandev non è entrato in partita, figurarsi il giovane Pellegri mandato in campo come cabala.

Lapadula, grande volontà anche al “Paolo Mazza”, ha messo in mostra poca gamba. Tutto ciò non lo può gratificare perché la sua caratteristica principale, quella di smarcarsi nello spazio luce, è difficile senza una condizione fisica al top. La fotografia di quanto detto l’occasione da gol del secondo tempo, quando verrà anticipato da Salamon su assist gol del marocchino Taarabt.

Anche se in campo non aveva il suo dogma, il 3-4-3 (chissà se fosse stato più efficace contro la Spal), Juric ha provato a fare la partita con l’esasperato possesso pallone muovendosi in spazi ristretti, ma non è riuscito dalla panchina a far capire che la ripartenza veloce era da sfruttare meglio e con più continuità. Juric è consapevole che un sistema del genere non può concedere un margine d’errore. Tutto si è visto nel gol di Antenucci : sbagliato il tempo di uscita pressing su Felipe, lancio di 50 metri, Paloschi prende alle spalle Rossettini e Zukanovic e scarica il pallone indietro: ecco quindi che l’errore di giornata rossoblù beffa Perin dai 30 metri con un tiro di Antenucci col goniometro.

Terminato il summit a Pegli, a cui non ha preso parte Perinetti: si va verso la riconferma di Ivan Juric sulla panchina…

Publié par Buon Calcio a Tutti sur lundi 30 octobre 2017

 

Direzione facile per Orsato: unico errore il secondo giallo non dato a Schiattarella dopo l’entrata nel secondo tempo su Laxalt.

I migliori in campo, non solo sulla Gradinata est, i tifosi del Genoa. Un coro continuo di incitamento dal primo all’ultimo minuto. Bravo Perin a far ritornare la squadra in campo dallo spogliatoio e portarla a prendersi qualche calda raccomandazione in vista del stracittadina.

Che ricordi quella Gradinata del Paolo Mazza. La mente è andata a 38 anni prima, quando con il Genoa Club Borgoratti, con Challaghan, Pippo, Dessi, Scotto, Sciutto arrivammo allo stadio con il cuore in gola, con 40° di temperatura. Era giugno, con un solo risultato in testa: la salvezza. Arrivata con il gol di Damiani e un ritorno di canti e cori per il pericolo scampato.

È il tempo di cambiare marcia?  La decisione sulla panchina di Juric è attesa in queste ore. Preziosi deve capire se si può invertire una tendenza prima di un derby. L’altra domanda è se un risultato positivo nella stracittadina, come nel passato, potrebbe risolvere i problemi.

I punti rispecchiano quanto il Genoa ha fatto, anche se in alcune partite hanno fatto cose buone e troppe meno buone. Il derby conta! Anche la classifica, riguardando quella dello scorso anno quando Palermo, Empoli e Pescara, le retrocesse, dopo 10 giornate di campionato avevano lo stesso punteggio, punto in più o meno!