La gara vista ieri al “Ferraris”è stata il quadro del “poveri ma belli“, della praticità messa al servizio del calcio. Il Genoa fa poco più del 30% di possesso pallone, con la Roma che sin dal primo minuto e anche nella mezz’ora in dieci uomini conduce maggiormente il gioco. Ma il Genoa è compatto, non perde le misure tra i reparti e corre molto, ma con razionalità.

Deve correre il Grifone, non solo perché lo impone la sua classifica, ma anche perché la Roma gioca a maglie larghissime quando si trova in possesso del pallone. Florenzi, sulla destra, gode delle attenzioni di Laxalt ma non è mai marcato stretto. Dall’altra parte si notano invece con maggiore frequenza le arrembanti chiusure di Rigoni e Rosi su Kolarov. Nainggolan e Strootman pescati soltanto un paio di volte tra le linee, altrimenti sempre sotto stretta osservazione da parte del centrocampo e della difesa rossoblu, al punto che l’unica insidia scaturita dai piedi delle due mezze ali giallorosse sarà la traversa dell’olandese col dorsale numero 6. Perotti, dal canto suo, gioca un’ora ma non incide mai: Izzo lo conosce bene e per la seconda volta da quando l’argentino ha lasciato il Genoa lo anestetizza nel duello individuale.

In linea con quanto appena detto, si segnalino il baricentro assai basso del Genoa, subito rapido nel ripartire e attento nel chiudere le linee di passaggio con un lavoro di reparto e di reparti, e i 21 passaggi sbagliati dalla Roma. Forse, proprio per i meriti del Genoa nell’aver saputo contenere e fare innervosire un’avversaria del calibro della Roma, qualcosa in più si sarebbe potuto – non dovuto – fare: non tanto nell’orchestrare le ripartenze, ma nel finalizzarle. Come accaduto nel secondo tempo con Taarabt prima, Lapadula poi e con qualche tiro dalla distanza di Veloso sempre rimpallato dalla difesa avversaria. Si tratta di situazioni di gioco maturate in parte anche da una mezza dozzina di quei 31 lanci lunghi effettuati dalla squadra rossoblu.

Il gioco col pallone a terra è aumentato con lo scorrere del cronometro in casa rossoblu, mentre la Roma ne ha fatto largo uso fin dall’inizio, quando da Fazio e Juan Jesus partivano le azioni manovrate giallorosse (e non a caso le posizioni medie dei due centrali di Di Francesco li collocano praticamente sulla riga del centrocampo, a testimonianza di un baricentro alto mantenuto tutta la partita).

Tra le altre note statistiche da evidenziare, quella che rileva in Strootman e Bertolacci i due maggiori corridori della partita, quasi 24 chilometri in due. Per il numero 8 rossoblu, però, il premio di aver corso e lavorato in entrambe le fasi di gioco essendo l’unico ad aver percorso più di 12 chilometri.

Tra le curiosità generali che si aggiornano quella che vede Alisson subire per la prima volta gol in due gare consecutive, nonché la Roma interrompere la sua striscia di vittorie esterne consecutive a 12 partite. Il Genoa invece torna a fare punti in casa dopo il pareggio col Chievo. Ancora nessuna vittoria per la squadra rossoblu con Giacomelli nelle vesti di direttore di gara. Oltretutto, per la seconda volta da quando ritorna dalle pause per la Nazionale, il Genoa centra due risultati utili consecutivi (prima era accaduto con i 4 punti fatti da Juric contro Cagliari e Milan, partita quest’ultima che coincideva sino a ieri con l’ultimo pareggio rossoblu in campionato, ndr) e si ritrova, grazie anche alla rete dell’ex Pavoletti contro l’Inter, come seconda migliore difesa del campionato in trasferta.

Genoa, poveri ma belli

I NUMERI DEL GENOA (aggiornati alla 14° giornata)

  • GOL FATTI: 12 (17° attacco della Serie A)
  • GOL FATTI IN CASA: (15° attacco della Serie A)
  • GOL FATTI FUORI CASA: (19° attacco della Serie A)
  • GOL SUBITI: 20 (11° difesa della Serie A)
  • GOL SUBITI IN CASA: 15 (18° difesa della Serie A)
  • GOL SUBITI FUORI CASA: (2° difesa della Serie A)
  • RIGORI A FAVORE: 2
  • RIGORI CONTRO: 2
  • VITTORIE: 2
  • SCONFITTE: 8
  • PAREGGI: 4

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