Il giorno dopo questo Juventus-Genoa valido per gli ottavi di Coppa Italia è visto in modo differente tra  i cronisti dei giornali sportivi del Nord, al freddo, e quelli genovesi, al caldo , escluso i due del principale giornale cittadino. Troppi i giudizi negativi condizionati perché Ballardini ha schierato le seconde linee in toto con il solo Brlek presente a Firenze. Giudizi negativi perché Balla ha scelto di lasciare a casa i presunti titolari anti-Benevento già dal mattino e gli altri ai –3 di Torino. Potrebbero avere ragione perché in una partita secca non si può partire o andare in campo chiusi dietro confidando nello zero a zero, ma i motivi del baricentro basso del Genoa potrebbero essere altri.
Anche la Juventus ha schierato 9/11 diversi rispetto alla gara con il Bologna ma la Signora del calcio italiano non è solo un monumento di organizzazione senza i titolari, ma anche di spietatezza, solidità e voracità. E agli avversari lascia solo briciole. La partita del Genoa non è stata arrendevole: vi è stata solo la differenza di forza che, per l’appunto, ha fatto la differenza. Non tanto per il gioco ma più per la qualità dei singoli.
Altra differenza: la Juventus ha impegnato Lamanna in poco più di un paio di occasioni e a Dybala, sempre ribattuto, è bastata solo una giocata: una giocata della Joya per infilare l’ottimo numero uno genoano. Tutto succedeva al 43’, mentre al 50’ circa invece capitava l’occasione  iù ghiotta e facile sui piedi di Centurion: veniva sprecata davanti al portiere polacco. Cosa sarebbe successo con il gol dell’argentino rossoblu? Juve ancor più preoccupata? Probabilmente sì, visti i cambi di Allegri con gli innesti di Chiellini, Higuain e Matuidi.
Piuttosto che fare processi a Ballardini e al Genoa a livello nazionale dovrebbero fare un esame di coscienza all’attuale formula della Coppa Italia. Incontrare le prime quattro della classifica dell’anno precedente a fine novembre e dicembre quando sono al top della forma per giocarsi gli ottavi di finale è un suicidio per le altre squadre e di tutto ciò sono consapevoli gli allenatori che le devono affrontare. Occorre un sorteggio generale come succede per tutte le altre competizioni europee dello stesso livello: sorteggio che deve decidere anche chi gioca in casa. Invece avviene tutto per grazia ricevuta sulla base di quello successo nel campionato precedente.

La  forza di Allegri in tutti gli scudetti vinti è stata quella di aver trovato gli equilibri dopo un quarto di campionato, quest’anno dopo qualche giornata in più, e quando il gioco incomincia a farsi duro le zebre hanno sempre incominciato non soltanto a correre. Fuori Higuain , fuori Dybala: scelte che puoi fare solamente se hai una società alle spalle.

Centurion ne è la prova. Ha vinto Campionati argentini, Coppa Libertadores e nel campionato italiano sparisce.  Ora perché è così? Non sente la fiducia? Perché alle prime due gare viene accantonato? Ad oggi è ingiudicabile: oltre ad essere strano aspetta solo di partire per il Sud America dopo Natale e probabilmente non tornare più.

Capitolo scuro per l’arbitro Maresca di Napoli. Prima della sentenza VAR nei suoi confronti e in quelli del Grifo, non ha mai applicato la regola 12 a favore di Galabinov. Non è mai cambiata la regola falli e scorrettezze, appunto la numero 12, e sui lanci lunghi di Lamanna e compagnia a Galabinov Barzagli e Rugani non gli hanno mai permesso di saltare, affondandolo. Qualche spizzicata in più del bulgaro o qualche fallo in più fischiato con certezza non avrebbero lasciato il Vecchio Balordo sempre con il baricentro basso. Facendo un’analisi complessiva di una gara i cronisti dovevano anche tenere conto di questo importante particolare, non solo facendo le pagelle tutte sempre misurate solamente sugli errori che tante volte sono inferiori ai meriti.

Per quanto riguarda il VAR, Maresca da arbitro è sfortunato: era già stato visto all’opera a Udine con il Genoa con il rosso di VAR nei confronti di Bertolacci e la non richiesta per valutare una entrata violenta  i Behrami già ammonito contro Laxalt. Detto questo il napoletano ieri sera ha concesso il rigore per fallo su Pellegri da parte di Asamoah e non per il contrasto delle gambe ma per il gioco di mano pesante del coloured bianconero.

Maresca ha fischiato il rigore consultandosi con il primo assistente La Rocca di Ercolano più vicino all’azione, ha discusso più di tre minuti con i calciatori bianconeri, con Allegri spaventato a centrocampo. Dopo è andato a consultare il mini schermo. Sorge il dubbio: richiamato da Mariani di Aprila davanti alla televisione o sollecitato da Marchisio e compagnia? Ha ripreso il gioco scodellando il pallone dentro l’area di rigore bianconera: altro errore. Se non era rigore era simulazione del giovane Pellegri e perciò il rossoblu passibile del secondo giallo.

Per i motivi sopracitati in Juventus-Genoa c’è stata un’altra estemporanea cronaca che lascia trasparire l’intento di non leggere o analizzare complessivamente una gara per precisione e completezza.  Grifoni consolatevi col rientro di Pepito Rossi, coi miglioramenti di qualche giovane e con la speranza di poter dare una risposta a tutti sabato pomeriggio.