Dopo aver conquistato un ottimo punto sul difficile campo di Firenze, il Genoa è atteso ad una prova complicata contro il fanalino di coda Benevento. Una partita che il Grifone deve assolutamente far sua per poter dare un po’ di respiro alla sua precaria classifica e far sì che tutti i tifosi rossoblu festeggino un sereno Natale.

Che Benevento sarà a Marassi?

Il Benevento affronta il Genoa con un solo punto in classifica e non avendo niente da perdere avrà la testa sgombra, cosa da non sottovalutare. Dopo aver esonerato Baroni, autore lo scorso anno di una fantastica cavalcata, ora il nuovo allenatore è De Zerbi, un mister a cui piace soprattutto giocare per vincere e che non cura nei dettagli la fase difensiva. De Zerbi ama il bel gioco e il fraseggio stretto, ma per ora il suo ingresso non ha dato i risultati sperati. Gli stregoni giocano sempre con il 4-3-3 e la distanza tra i giocatori delle tre linee sono sovente ampie sia in verticale sia in orizzontale e questo, per una squadra che deve salvarsi, non è certamente un bel biglietto da visita.

Analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Brignoli, il portiere goleador, è reattivo e pronto tra i pali, nelle uscite alte palesa qualche difficoltà non avendo un grande fisico, ma è bravo con i piedi. La linea a quattro è formata da Letizia, Djimsiti, Costa e Di Chiara. Questi difensori raramente giocano di reparto e non fanno quasi mai le reciproche coperture. Letizia, bravo tecnicamente, a volte eccede in leziosità ma è anche autore di percussioni pericolose. Djimsiti e Costa formano una coppia centrale molto discussa e discontinua. Costa è pericoloso sulle palle inattive a favore ed è in possesso di un buon piede sinistro. Djimsiti è un marcatore roccioso, ma molto falloso. Di Chiara, cursore di fascia sinistra, ha un piede discreto, però è lacunoso in fase difensiva e nelle diagonali.

La mediana.

A centrocampo De Zerbi schiera Chibsah, Cataldi, ex di giornata, e Memushaj. Chibsah, ottimo sotto il profilo atletico, non è un mostro di bravura tecnica. Cataldi ha piedi buoni ed idee, ma soffre molto l’impegno agonistico e non sempre rimane lucido, poi non ha cambio di passo. Memushaj possiede fondamentali più che sufficienti, è un moto perpetuo, e pericolosi sono i suoi tiri da fuori, ma non è tatticamente irreprensibile.

L’attacco.

Ciciretti, giocatore talentuoso scuola Roma, già promesso al Napoli, tutto mancino, gioca sulla fascia destra: è rapido, con un dribbling letale, ma di questa dote a volte abusa, e si rende pericoloso con i suoi tiri a giro, anche sui calci da fermo. L’altro esterno offensivo è D’Alessandro: ottima corsa e scatto, cerca l’uno contro uno, incide nelle incursioni palla al piede, anche lui gioca sulla fascia a piede invertito. Armenteros è la punta centrale: anche se non ha grande fisicità, ha forza nelle gambe, è mancino come Ciciretti, possiede buoni fondamentali e predilige il gioco breve.

Come si comportano sulle palle inattive

Sui corner e sulle punizioni laterali difendono a zona e molte volte non prestano la massima attenzione. In fase offensiva tutte le palle ferme sono di Ciciretti e Cataldi. Costa come gia detto è insidioso in terzo tempo. Anche Djimsiti viene a saltare. Non essendo una squadra fisica cerca alternative alle palle da fermo, ma direi che Ciciretti con il suo mancino è l’autentico pericolo.

In conclusione?

Il Genoa troverà una squadra agguerrita e non inganni il solo punto in classifica del Benevento. Sarà una battaglia ed oltre alle qualità tecnico tattiche conteranno moltissimo il cuore, l’umiltà e l attaccamento alla maglia, quella maglia rossoblu che noi tifosi genoani amiamo in maniera viscerale… Così non vediamo l ora di poter esultare per una vittoria nel NOSTRO STADIO!!! E con questo auguro un sereno e felice Natale ai lettori di Buoncalcioatutti.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.