Forse sarà passato inosservato, forse invece è stato apprezzato. Giuseppe Rossi è tornato quest’oggi a calcare il prato verde in una partita di Serie A, un campionato a cui ha dato tanto e dal quale ha ricevuto troppo poco. Lo ha fatto con un controllo in corsa da brividi; se poi Goran Pandev fosse arrivato in tempo sul passaggio in area di rigore, magari facendo centro come al Bentegodi contro l’Hellas, si parlerebbe di un esordio da incorniciare.

Non parliamo di self control, quello l’ha già dimostrato in conferenza stampa, quando a chi gli chiedeva se avesse mai pensato ad un ritiro anticipato dopo l’ennesima rottura del crociato ha risposto “No, no, no, mai: ho trent’anni, sto bene”.

Dopo il penalty negato in Coppa Italia, Pepito è riuscito per la seconda volta a brillare di luce propria, pur avendo a disposizione pochi minuti per mettersi in mostra, un termine che probabilmente non gli piacere utilizzare. Un po’ come la parola “sfortuna”, come ha tenuto a ricordarci nel giorno della sua presentazione, mentre voglia e amore per lo sport sono state le parole chiave nei “18 anni di grandi sacrifici” fatti in giro per il mondo. Sacrificandosi per la squadra, giocando con il pallone per il pallone, perché l’unica cosa che conta in una squadra è il risultato finale.

E così, proprio come contro la Juventus, anche oggi è riuscito a sfruttare i minuti a disposizione, facendo capire che la strada verso il pieno recupero è ormai in discesa. Meglio non montarsi la testa, meglio andarci piano, ma questo il numero 49 rossoblù lo sa bene. L’ha imparato da sé, alla sua maniera, alla maniera di Pepito. Proprio come il protagonista in un film di De Palma, anche oggi Giuseppe Rossi si è preso la scena mostrando tutta la sua personalità come in una soggettiva, ma lo ha fatto con grandissima umiltà, mai troppo sfrontato e sempre a servizio della squadra. Insomma, Pepito’s Way potrebbe essere un bel titolo per il 2018 ormai alle porte.