Quella contro il Sassuolo era forse una delle gare più cariche di significato del nuovo Genoa targato Ballardini (che ieri si è regalato anche il 60° successo in carriera in Serie A). Lo era soprattutto alla luce del calendario che riguardava le pretendenti alla salvezza. Se Ballardini non lo avrà probabilmente guardato, tifosi e addetti ai lavori sì: e con la vittoria sul Sassuolo il Genoa fa un balzo notevole in classifica.

Lo fa vincendo una gara di prepotenza, non tecnicamente eccelsa e con diversi errori da entrambe le parti (la partita parla di 90 palloni persi equamente suddivisi fra Genoa e Sassuolo, ndr). Le uniche volte in cui il Genoa ha trovato la profondità arrivando al tiro è stato quando Magnanelli perdeva la marcatura di Pandev, poi uscito acciaccato, e Goldaniga e Acerbi venivano tagliati fuori dai movimenti senza palla di Lapadula in modalità BraveHeart. “Non dobbiamo batterli ma soltanto combatterli” diceva Wiliam Wallace nella celebre pellicola cinematografica di cui l’attaccante rossoblu ex Milan aveva raccontato di essere innamorato. Ieri il Genoa ha combattuto, si è difeso quando necessario dimostrando di essere vaccinato per la sofferenza – e Lapadula ne è stato l’emblema coraggioso per oltre un’ora di gioco – ma ha saputo poi infrangere la massima pronunciata da Mel Gibson, facendo felici tutti, dai tifosi allo staff tecnico. In termini numerici e di cronaca, nel primo tempo sarebbe arrivato un solo tiro in porta finito sul fondo. Nel mezzo un po’ di confusione: Biraschi molto isolato sulla destra e servito pochissimo, tanti lanci lunghi (22) finiti sempre nella disponibilità della retroguardia neroverde e poca spigliatezza nel calciare dalla distanza malgrado i tiratori a disposizione.

Era, ad onor del vero, un Genoa ridisegnato a causa delle assenze, con Bertolacci nelle vesti di Veloso e Brlek mezzala e Rigoni chiamato più a compiti di marcatura che non da incursore. Con queste premesse, la gara ha raccontato che la formazione di mister Ballardini ha comunque condotto il pallino del gioco per almeno due terzi della gara concedendolo al Sassuolo, in termini di possesso pallone (ma anche di pericolosità, ndr), soltanto la prima mezz’ora della ripresa. Poi gradualmente l’effetto terapeutico delle sostituzioni, che come sottolineato anche nell’editoriale di questa mattina sono state ancora una volta centrate in pieno.

E se con le sostituzioni, alla vigilia, Ballardini aveva spiegato di non voler lanciare necessariamente messaggi alla squadra, ieri li ha lanciati invece forti e chiari. Terapeutici e tutt’altro che criptici sia Galabinov che Lazovic nel confezionamento del gol decisivo, così come il cross col contagiri di Biraschi. Peraltro, rivedendo la gara, quello del centravanti bulgaro è l’unico tiro nella specchio della porta che il Genoa ha finalizzato entro l’area di rigore durante tutti i 90 minuti. Per il resto solamente due conclusioni da fuori, sempre di Galabinov e sempre nella seconda frazione di gioco: prima una punizione dai 35 metri, poi il destro in girata che avrebbe impegnato Consigli in angolo. Tra l’altro il centravanti bulgaro diventa, tra i rossoblu, quello con la media gol/minuto più bassa: una rete ogni 179‘, seguito da Lapadula (273′) e Taarabt (732’). Per dirla in altre parole: Galabinov è come se andasse in gol una volta ogni due partite.

Questa è dunque la strada intrapresa e prevede ancora miglioramenti: ma se queste sono le premesse si può lavorare, ora più di prima, con maggiore tranquillità. Doveroso, come fatto però in tempi non sospetti dalla nostra redazione, un plauso al capitano Perin, ora difensore di una squadra che non subisce rete da 400′ ed è ancor più prima nella speciale classifica dell’imbattibilità generale. Alla ripresa il test probante contro la Juventus (e senza Zukanovic).

In settimana vi avevamo parlato non solo del Genoa come difesa tra le migliori d’Europa (clicca qui per saperne di più), ma anche della grande impermeabilità del suo portiere (clicca qui per saperne di più). Ieri la ciliegina sulla torta a questi dati l’ha messa proprio lui con una parata istintiva ma vitale per le sorti del Genoa. Una parata che, condensata nell’abbraccio a Galabinov a fine gara, è l’istantanea di un pomeriggio positivo sotto ogni punto di vista.

PICCOLE CURIOSITÀ – Sedici reti totali per la qualità di cui il Genoa può disporre sono troppo pochi, ma in casa ormai emerge una tendenza di cui talvolta ci si è dimenticati: tra le mura amiche infatti il Genoa segna quasi sempre almeno un gol a partita. E se prima la difesa subiva maggiormente, oggi può anche bastare per portare a casa i tre punti dato che Perin e compagni non subiscono gol in casa da 218′ minuti. Da segnalare come al “Ferraris” il Grifone non abbia segnato soltanto contro Bologna e Sampdoria, quindi in due partite su dieci. Chiudiamo dicendo che dal ritorno di Ballardini sulla panchina del Genoa, coi suoi 15 punti su 24 disponibili, il Genoa sarebbe virtualmente quarto dopo Napoli, Juventus e Udinese, prossima avversaria al “Ferraris” in ordine di tempo. Il recupero sulle avversarie di bassa classifica è stato deciso: +2 sul Sassuolo; +7 sul Cagliari; +8 su Benevento e Verona; +9 su Chievo e Spal; +12 sul Crotone.

I NUMERI DEL GENOA (aggiornati alla 20° giornata)

  • GOL FATTI: 16 (17° attacco della Serie A)
  • GOL FATTI IN CASA: 11 (14° attacco della Serie A)
  • GOL FATTI FUORI CASA: (19° attacco della Serie A)
  • GOL SUBITI: 22 (6° difesa della Serie A)
  • GOL SUBITI IN CASA: 17 (16° difesa della Serie A)
  • GOL SUBITI FUORI CASA: (2° difesa della Serie A)
  • RIGORI A FAVORE: 3
  • RIGORI CONTRO: 2
  • VITTORIE: 5
  • PAREGGI: 6
  • SCONFITTE: 9

I NUMERI DI BALLARDINI AL GENOA

  • PARTITE TOTALI: 54
  • VITTORIE: 18
  • PAREGGI: 21
  • SCONFITTE: 15
  • GARE A PUNTI: 39
  • % GARE A PUNTI: 72%
  • GOL FATTI: 60
  • GOL SUBITI: 57
  • CLEAN SHEET: 23 (42%)

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