La Juventus vince al “Franchi” contro la Fiorentina e scavalca momentaneamente il Napoli in cima alla classifica forte di 62 punti. I bianconeri capitalizzano le pochissime occasioni create, la Viola combatte dall’inizio alla fine e mostra un calcio migliore, non premiata dal risultato e beffata prima dal VAR, poi da uno Sportiello fino a questo punto della stagione impeccabile e tuttavia colpevole sul primo gol avversario. In tutto questo, le più grandi polemiche le accenderà comunque il VAR, che si rifà subito in negativo del buon 23esimo turno. E lo fa destando più di qualche dubbio sulla solidità interpretativa della regola 11 del regolamento.

Siamo al 17′ del primo tempo, quando poteva esserci un episodio chiave della gara, il fallo mano Chiellini su cross Chiesa. Il VAR (Fabbri, ndr) revisiona in silenzio e passano quattro minuti: alla fine, piuttosto che rivedere un tocco di mano che sembrava ad ogni modo tutt’altro che netto, viene ravvisato fuorigioco: se non restano dubbi sul fatto che il pallone sia toccato da Alex Sandro, c’è da valutare se quello del difensore bianconero sia una deviazione oppure una giocata. In questo senso il regolamento, nella regola 11, è chiaro:

Un calciatore in posizione di fuorigioco (in questo caso Benassi, ndr) che riceve il pallone da un avversario, il quale lo gioca intenzionalmente (ad eccezione di un salvataggio intenzionale di un qualsiasi avversario), non è considerato aver tratto vantaggio

Fatto sta che Veretout per quattro giri d’orologio sosta sul dischetto ma poi, tra le facce un po’ storte di Buffon e un Pjanic che quasi in ammutinamento sosta in mezzo all’area di rigore per diverso tempo, tutto si “resetta” e si riparte da 0-0. La partita inevitabilmente si innervosisce, per cinque minuti praticamente non si gioca. L’arbitro Guida delegittimato nella scelta vede intorno a sé crescere solo una grandissima confusione. Alla fine la decidono Bernardeschi, fischiatissimo, ed Higuain, che davanti alla porta non sbaglia quasi mai. La Fiorentina resta ferma a 31 punti e vede in prospettiva allontanarsi le contendenti per l’Europa.

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