V-day: San Valentino e Var. Anch’io mi unisco agli auguri di San Valentino al Vecchio Balordo. Buon San Valentino, Vecchio Balordo, da tutti i tuoi innamorati sparsi per il mondo che in ogni occasione confermano che “l’amore non è una febbre passeggera che comincia con un fremito  e finisce con uno sbadiglio”.

Grazie a tutti quelli che ci hanno scritto, messaggiato.  Continuano ad arrivare “cuoricini” per il Genoa.  Non siamo soliti dare numeri, siamo sorpresi, ci scusiamo se non li pubblicheremo. Grazie da parte e mia e dei miei due boys: Alessio e Lorenzo.

Non solo Var: il 2017 è stato un anno di innovazioni tecnologiche nello sport. Innovazioni tecnologiche che non hanno creato scompigli come nel calcio. L’idea che l’arbitro possa consultarsi con i colleghi davanti al Televisore non chiedendo assistenza neanche ai collaboratori di linea, che come le tre scimmiette nel dubbio non vedono, non sentono e non parlano attendendo la decisione del VAR(il gol annullato a Pandev giustamente con il Chievo senza nessuna bandierina alzata per 30’’). Le polemiche una volta erano tutte interessate alla Moviola, adesso solo contro gli arbitri in campo e in regia.

Sono cambiate le discussioni del lunedì mattino nei bar  e tra i social , ieri: “era  o non era rigore”; oggi: “ha fatto bene il Var ad intervenire”?

La tecnologia e le sue innovazioni ci sono nel tennis, addirittura onde artificiali nel surf, sms sui cruscotti in MotoGP eliminando i cartelli di comunicazione, caschi personalizzati stampati in 3D nella NFL per cercare di ridurre le morti per colpi in testa, persino in NBA hanno lanciato maglie tecnologiche per ragioni di marketing, dotate di un chip a cui avvicinare lo smartphone per vedere clip e contenuti esclusivi sul giocatore a cui appartiene la magia, senza dimenticarsi in questo casino tecnologico i video scommettitori  diventati professionisti.

La differenza del Var con l’altra tecnologia è che  bisogna interrogarsi se tutta questa scienza in uno sport fatto di essere umani in gruppo e giudicato da esseri umani (anche attraverso uno schermo), possa veramente servire.

A metà campionato, se il Var era stato accettato per meno errori e un senso più diffuso di giustizia a costo di perdere qualche minuto e soffocare il gol nelle gole dei tifosi, adesso sta facendo passi da gambero. Tutti concordano che il VAR non sbaglia, chi lo manovra sì.

I clamorosi errori non sono dipesi dalla tecnologia ma dagli arbitri, tutto era giudicabile a occhio nudo: in campo e fuori c’è chi si ritiene superiore e ne rifiuta l’aiuto e chi invece è succube del collega che gestisce il video. Stessa identica operazione quando c’erano gli addizionali dietro le porte. Il 5° addizionale generalmente il più navigato condizionava l’arbitro sia giovane (di più) che il vecchio; il sesto addizionale che arriva dalla Can C era uno spettatore non pagante che prendeva il rimborso spese e non contava nulla.

Ultimamente chi riteneva che il  Var in campo facesse diminuire le polemiche è stato subito smentito perché è vero che le discussioni cambiano di contenuto ma non cambiano di quantità. Sono sicuramente aumentate, perché adeso in campo non c’è solo da stabilire se  il contatto ci sia stato o meno ma si deve capire quanto sia stato capace di capire le ”intenzioni” una immagine alla TV anche se rallentata.

Esempio: per restare in casa Genoa, ha dato fastidio che il fallo di Bastien su Laxalt non sia stato contemplato dal VAR. Gli esiti avrebbero potuto essere negativi ma soddisfacenti per capire e sapere che il VAR non è manovrato dai giocatori delle big che lo richiamano e vengono soddisfatti. Brutto vedere venerdì sera i giocatori juventini dentro l’area di rigore per non far battere il rigore al viola Veretout, finché l’arbitro non è andato a consultare il VAR. Fra l’altro i bianconeri contestavano il fallo non volontario di mano  di Chiellini e non il fuorigioco!

I capisaldi del regolamento del gioco calcio sono la regola 11 (fuorigioco) e la  12 (falli e scorrettezze).

Regola 11: un calciatore si trova in posizione di fuorigioco se: una qualsiasi parte del corpo non considerando braccia e mani anche dei portieri è più vicina alla  porta avversaria nella meta avversaria rispetto alla linea di porta rispetto sia al pallone, sia al penultimo uomo (esclusa la linea mediana).

La regola 12 invece si fonda sull’intenzionalità di fare un fallo e la volontarietà di giocare il pallone con le mani.

Muovendosi a rallenty tutto viene appiattito in particolare la violenza dell’impatto e il calciatore cattivo diventa uguale al contatto causale. La volontarietà di un fallo di mano la può  decidere solo l’arbitro seguendo l’azione, in particolare l’atteggiamento di chi gioca il pallone con le mani (prima di esultare guarda l’arbitro per vedere se è riuscito ad ingannarlo) e dell’avversario che invece di protestare con il direttore di gara se la prende con i compagni.

Il Var non sarà un problema, potrebbe risolvere i limiti dell’uomo. Tutto succederà se si cambierà il regolamento sul Fuorigioco, su Falli e scorrettezze e se davanti ai televisori l’Aia la FIGC faranno dei corsi specializzati con arbitri più vicini alla tecnologia. Gli arbitri che adeso vanno davanti alle Tv sono gli stessi che hanno fatto errori negli scorsi campionati che in campo comandavano e adesso lo fanno non con il fischietto ma con la TV.

Tranquilli, ci penserà a Marzo l’IFAB (internazional Football Association Board) organo internazionale che ha il potere di stabilire qualsiasi modifica ed innovazione delle regole del gioco del calcio a livello internazionale e nazionale, quando dovrà esaminare la pratica VAR. Per continuare a metterla in atto in tutto il mondo dovranno cambiare il regolamento alle regole 11 e 12, altrimenti il caos continuerà.