Giornata tranquilla per il VAR e per la classe arbitrale del massimo campionato, costretta a rivedere soltanto situazioni che effettivamente hanno svelato una realtà diversa da quella percepita a velocità di gioco: si pensi al doppio silent check in Bologna-Sassuolo. Solamente un episodio quantomeno curioso ha dato qualche nuovo spunto di riflessione, e parliamo in particolare della mancata revoca del cartellino giallo ad Hamsik in Napoli-Spal e del controverso tocco di mano di Calabria in Milan-Sampdoria.

NAPOLI-SPAL – Proprio vero che la tecnologia scomoda paragoni scomodi con la filosofia e col mondo delle diverse interpretazioni. Perché se Hamsik è effettivamente in fuorigioco e il suo gol di testa va annullato, allora in molti, anche solo per curiosità, non hanno compreso perché Gavillucci non abbia tolto la sanzione disciplinare al capitano partenopeo, reo di aver spaccato la bandierina del calcio d’angolo nell’impeto dell’esultanza. Se l’errore comporta di ritornare sui propri passi, posto che l’atteggiamento di Hamsik sia stato diseducativo e punibile, non essendo un fallo di gioco a danno di altri calciatori poteva essere effettivamente revocata l’ammonizione. Questo potrebbe essere stato il ragionamento lecito dello spettatore.

In realtà per regolamento la condotta del capitano partenopeo è da mantenere sanzionata col giallo. Anche se inevitabilmente si crea un cortocircuito: se un gol è da annullare, allora dovrebbe esserlo anche ciò che ne è scaturito dopo. Il fischietto di Latina, fin qui uno dei più confusionari di fronte al VAR da inizio sperimentazione, si attiene al regolamento in maniera ferrea. Da segnalare come si sia palesato molto meno ferreo di fronte  al palese nervosismo che accompagnerà Hamsik fuori dal campo al momento della sostituzione, con improperi rivolti al direttore di gara che però decide di non intervenire.

MILAN-SPAL – Immagini contraddittorie quelle che mettono in evidenza il fallo di mano di Calabria contro la Sampdoria. Si è deciso di non decidere per via della posizione dove era avvenuto il tocco, ma resta più di qualche dubbio. Come si scriveva questa mattina nell’editoriale, se per il fuorigioco il VAR è utilissimo e si avvale di linee tirate ancora dritte, tirano dritto arbitri e revisori in merito ad un’applicazione troppo distante dall’oggettività e troppo vicina a tutto ciò che avviene nei pressi dell’area di rigore.

Col VAR attento che lontano dall’area di rigore, il braccio largo di Chiellini su Belotti o il fallo di Ranocchia sulla trequarti ai danni di Galabinov avrebbero potuto essere sanzionati in maniera differente?