Con la firma sui decreti attuativi avvenuta 48 ore fa, la revisione della Legge Melandri sui diritti televisivi del calcio italiano e la loro distribuzione ai club è arrivata ai dettagli, ad un passo dall’essere operativa. Manca soltanto la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale coincidente con l’entrata in vigore della legge, dopodiché il prossimo pacchetto di denaro per il triennio 2018-2021 verrà suddiviso in maniera più equa. O quantomeno queste sono le prerogative del ministro Lotti, che ha fatto sapere a ridosso delle elezioni come cambieranno i criteri di redistribuzione del denaro. Con un’altra certezza che, data per scontata fra calcio e stime, in realtà ancora non è acquisita: sarà redistribuito il miliardo e 200 milioni di euro circa garantito da MediaPro* oppure l’Antitrust non aprirà le strade al broadcaster spagnolo riaprendo una corsa al ribasso? Meglio essere, ad oggi, come San Tommaso.

LA TABELLA SULLA REDISTRIBUZIONE DELLA “TORTA” DI DENARO (%)

LA LEGGE LOTTI: COSA CAMBIA – Salgono dal 40% al 50% i ricavi di ogni squadra in parti uguali: in pratica ci si spartirà in 20 club una torta da oltre 600 milioni di euro (30 milioni a testa). La restante metà andrà suddivisa invece per un 30% legato ai risultati sportivi (15% punti e piazzamento nell’ultimo campionato; 10% punti e piazzamento negli ultimi cinque anni; 5% piazzamenti e risultati sportivi dalla stagione 1946/47) e per il restante 20% sulla base del bacino d’utenza generato, sia in termini di media spettatori nell’ultimo triennio (12%) sia in termini di audience televisiva (8%).

L’ANTITRUST: COME SI COMPONE E QUANDO DECIDERÀ – L’Autorità garante della concorrenza del mercato, che dopo le elezioni dovrà esprimersi in materia sull’offerta da oltre un miliardo di euro da parte di MediaPro per i diritti televisivi della Serie A, avrà un ruolo fondamentale nella chiusura del cerchio per la distribuzione dei proventi per il prossimo triennio di campionato. Avallerà o meno l’offerta del colosso ispano-cinese MediaPro o si prenderà la responsabilità di una riapertura del bando? Il vento che tira, con stime e calcoli di ogni genere, sembrerebbe indicare una direzione positiva. L’organo, eletto con scadenza di sette anni, attualmente si compone di tre componenti ai quali spetterà la decisione. Nell’ordine:

  • PresidenteGiovanni Pitruzzella è avvocato amministrativista e chairman dell’Antitrust dal novembre 2011 nominato dal neo insediato governo Monti. Risulta professore ordinario di Diritto costituzionale a Cagliari e Palermo e, ancor prima della nomina, professore associato di Istituzioni di diritto pubblico;
  • ComponentiMichele Ainis (costituzionalista, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all’università di Roma Tre e, dal marzo 2016, membro dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato); Gabriella Muscolo (ha conseguito il diploma di Laurea in giurisprudenza con lode nel dicembre 1982 presso  l’Università di Genova focalizzandosi su cause di natura economica. Si è insediata come membro dell’Antitrust nell’aprile 2014 per volontà dei presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso).

Sul mercato, a ogni momento dato, deve operare un grande numero di imprese, così grande che il comportamento di nessuna di esse possa influenzare il mercato stesso“. Sarà questo, e con esso molti altri, il messaggio che l’Antitrust e la sua trivalente commissione dovranno tenere a mente nel dare il via libera ad un’operazione di compravendita dei diritti televisivi che segnerebbe un’epoca nel mondo calcistico e televisivo italiano.

*vi è una mutualità generale (10% sul totale) che la Serie A dovrà riconoscere alle serie minori: stando a quelle che sono le cifre uscite dalle buste, dovrebbe attestarsi intorno ai 140 milioni di euro e va sottratta al miliardo e 400 milioni di partenza (su cui andranno anche calcolate le royalties)