Per qualcuno vedi Napoli e poi muori. Non è così a Pegli e neanche per i partenopei. Quando il Grifone scende al San Paolo, fa paura sotto il Vesuvio. La praticità e il cinismo tattico di Ballardini non lasciano tranquillo Sarri. Preoccupa in particolare i tifosi del Ciuccio che la loro squadra tra le mura amiche soffre ad affrontare, in questo ultimo periodo, difese organizzate. Perdere punti con squadre di media e bassa classifica sarebbe deleterio per raggiungere i 100 punti in classifica e le 10 vittorie.

Ballardini e il suo staff avranno studiato tutta la settimana come mettere in difficoltà la fase difensiva napoletana in alcuni frangenti della gara. La condizione fisica dovrebbe sorreggere il lavoro del Vecchio Balordo, potrebbe essere perfetto per sfruttare gli attuali problemi tecnici del Ciuccio. Il Napoli, nelle ultime gare, è stato ingabbiato dal pressing perché il tic toc di Sarri, come quello di Guardiola, quando perde velocità di pensiero e di esecuzione diventa normale. Ballardini dovrà far togliere spazio, tempo e aria ai centrocampisti: alzando il ritmo può creare grattacapi. Altra operazione: togliere il fiato a Jorginho e qualche altro, ballare non con le stelle nel mezzo di Koulibaly e Albiol fermando le ripartenze azzurre da dietro. Il Genoa al San Paolo sarà schiacciato e cortissimo, dovrà chiudere bene gli spazi e le transizioni intonate portate avanti con tanti uomini.

In questo modo, se il recupero del pallone avverrà in zona difensiva, la grande densità dovrà permettere una ripartenza rapida con molti a supporto del portatore. Il Grifone dovrà creare oltre la squadra stretta la collaborazione tra tutti con tanti raddoppi di marcatura che innervosiscono in particolare il trio “Lescano” partenopeo davanti, non permettendogli di far girare il pallone velocemente, quando il Ciuccio gira lentamente la sfera fa meno paura. Tra dire e il fare c’è di mezzo non solo il Napoli.

Si gioca domani, giorno 18, e nella smorfia napoletana il 18 è “o sanghe” (sangue). Importante, per i rossoblù, che non sia come quello di S. Gennaro che si scoglie. Per la formazione del Genoa, dopo l’amichevole di mercoledì ci sono pochi dubbi: sarà quella di domenica scorsa con l’unico dubbio tra Lazovic e Rosi. Toccherà invece alla sosta per la nazionale  ridare fiato ai calciatori lungodegenti e alle sostituzioni.

Foto TanoPress

Sarri ha dato un apporto indiscutibile, ha offerto un gioco ben riconoscibile, a tratti spettacolare in cui i giocatori si muovevano sempre con logica. Segno che la mano del manico c’era e ci sarà ancora se sul gioco del Ciuccio non influiranno altri fattori extra calcistici. I quattro punti di vantaggio della Juventus (ma potrebbero diventare sette, ndr) potrebbero pesare domani sera, se la Signora stasera farà bottino anche a Ferrara. In casa Napoli, senza risultati, alla lunga si rimuginerà  sul passato.

Per quanto riguarda proprio Maurizio Sarri, aver solamente blindato i contratti la scorsa estate (facendo un percorso inverso rispetto a tutti gli altri che infoltivano le rose di qualità), la posizione di attesa negli ultimi due calciomercati senza dover fibrillare o pensare a dover cassa prima di spendere, ad oggi non paga visto il sorpasso della Juventus. Per quanto riguarda la società azzurra, anche se in silenzio, non ha digerito la scelta di uscire dalla Champions ed Europa League puntando solo sul campionato.

Sarebbe bella la vittoria finale del Napoli, perché per una volta nel campionato italiano sarebbe premiato chi fa calcio più offensivo e spregiudicato invece di vincere chi ha la miglior difesa. Sarri da domani sera insegue nuovamente il suo calcio fatto di possesso, pazienza, inserimenti, verticalizzazioni improvvise e ben gestite soprattutto dagli attaccanti, anche se Mertens appare stanco e Callejon meno astuto come una volpe o un ratto alle spalle delle difese avversarie. Tutto poggia su Insigne, cuore napoletano pronto a tirare da qualsiasi parte davanti all’area di Perin. In attesa di Milik e Ghoulam, il mister prova nuove soluzioni per variare il gioco in fase offensiva. Per quanto riguarda la fase difensiva, o meglio la difesa, si ha la percezione via tubo catodico che l’apparato abbia fatto qualche passo indietro rispetto alla solidità del girone di andata. La formazione del Napoli? Sempre la stessa.

L’Arbitro di Napoli-Genoa è Pasqua di Tivoli. Avrebbe dovuto essere il direttore di gara di Genoa-Cagliari, non andata in onda per la dipartita di Astori. Copiamo e incolliamo, dal pezzo prima della gara dei sardi, aggiungendo solo una gara: quella di domenica scorsa tra Fiorentina e Benevento. Nato nel 1982 a Nocera Inferiore, libero professionista, arbitro dal 1998. In Lega Pro C fino al 2012, dal 2013 in B con 8 gare dirette in Serie A fino a luglio 2017 inserito alla Can A. Ad oggi sono 18 le gare dirette nella massima serie con un tabellino di 3 rigori e 4 espulsi. Al debutto con Napoli e Genoa.

1° assistente Giallattini (internazionale) di Roma 2, 2° assistente Dosboz di Roma 2; 4° Sacchi di Macerata. VAR Giacomelli di Trieste, AVAR Tasso di Spezia.

Diffidati Napoli: Albiol, Jorginho, Koulibaly, Mario Rui, Mertens

Diffidati Genoa: Bertolacci, RosI, Taarabt, Veloso

Napoli-Genoa, rossoblu a secco di tre punti coi partenopei da undici gare consecutive