L’ultima giornata di campionato, col VAR che districa più di una situazione spinosa, ha lasciato spazio a pochi dubbi: la tecnologia è inevitabile ed utile per vedere qualcosa che in tempo reale non si è visto, ma i problemi restano tutti sull’interpretazione degli arbitri: sia quelli in campo, sia quelli dietro il monitor. Sulla non uniformità che dà vita ad una uguale mole di nervosismo e critica fra addetti ai lavori e tifosi. Andiamo a vedere i diversi episodi di giornata, a partire dalla valutazione dei tre falli di mano nel recupero delle gare tra Milan e Chievo, Benevento e Cagliari e, infine, Torino e Fiorentina.

SAMPDORIA-INTER – Non viene sanzionata e neppure rivista al VAR la seconda sbracciata, apparsa in qualche modo volontaria, di Silvestre su Icardi nel secondo tempo della gara del “Ferraris”. Se ne sono viste di più plateali e violente, ma il gesto sarebbe potuto essere punibile col rosso. Rimane qualche dubbio anche sul rigore concesso ai nerazzurri per il contatto Barreto-Rafinha: Tagliavento è però vicinissimo per poter valutare il contatto, forse considerando anche l’arrivo impetuoso da dietro di Torreira come falloso.

MILAN-CHIEVO – Tecnologia scatenata a “San Siro”. Al 53’ il VAR confuta correttamente un fuorigioco sbandierato su gol di Cutrone e assicura il 2-2 ai rossoneri in apertura di secondo tempo: l’episodio non andrà però giù al presidente clivense Campedelli, che un po’ per nervosismo, un po’ per la delusione di una classifica deficitaria e pericolosa, ne dice quattro ad arbitri e VAR definendoli “imbarazzanti“.

A dire il vero ci sarebbe voluto più equilibrio da parte del patron Campedelli. Infatti l’arbitro Mariani, accorso al monitor richiamato dal VAR, grazia anche il Chievo visto che al 78’ varrebbe ben più del giallo il fallo di Stepinski su Biglia a centrocampo: si deciderà di non rincarare la dose sulla sanzione e lasciare la sola ammonizione (vi ricordate Behrami su Biraschi a Udine? Non ricevette la stessa sanzione e neppure fu ammonito, ndr).  Revisionato infine, nel recupero, il movimento scomposto di Tomovic che colpisce il pallone prima col fianco, poi col braccio in area di rigore. L’episodio comporta la concessione del rigore e non di calcio d’angolo. Il tocco c’è ed è chiaro, Mariani è distante dall’azione e coperto dal corpo del difensore gialloblu per valutare correttamente. Ma in quanti casi un tocco di braccio come quello di Tomovic non è stato sanzionato, essendo prima sbattuto sul fianco il pallone?

TORINO-FIORENTINA – Persevera nel suo scarso feeling col VAR il fischietto di Latina Gavillucci e lo dimostra ancora una volta dopo i cinque minuti di apnea in cui tenne “San Siro” in occasione di un recente Inter-Spal: ne perde altrettanti per assegnare ieri un rigore alla Fiorentina, salvo poi assegnarne un secondo – ancora con l’ausilio della video assistenza – nel finale di gara. Rigore che risulterà decisivo per la vittoria viola contro il Torino.  Non si discute qui il “se fosse o non fosse rigore” (il braccio di Ansaldi è largo ma il movimento sembra quello di chi vorrebbe toglierlo: giudicata la volontarietà del gesto), ma il tempo impiegato per valutarlo.

VERONA-ATALANTA – Assumono un peso relativo nell’economia della cinquina bergamasca all’Hellas Verona il gol annullato col VAR al 42esimo al Papu Gomez per fuorigioco (c’era di poco e non è stato visto a velocità di gioco) e l’episodio da mischia d’area di rigore al 47’ quando una trattenuta in area su Petagna da parte di Fares non viene ravvisata in tempo reale ma successivamente giudica come fallosa e sufficiente per concedere un penalty, poi realizzato da Ilicic.

BENEVENTO-CAGLIARI – Chiude il cerchio la gara del “Vigorito” che in un paio di minuti passa dall’euforia della vittoria allo sconforto dell’ennesimo KO. Prima ci pensa Pavoletti, poi un calcio d’angolo trasformato in calcio di rigore dall’arbitro Manganiello che avrebbe fatto prima ricorso al mini schermo a bordo campo. Il tocco di Sandro è netto, una sorta di parata in tuffo, e il rigore è sacrosanto: nuovamente poco brillanti direttore di gara e assistente di linea nel valutare in tempo reale la sbracciata più netta e punibile del pomeriggio di Serie A. A fine gara lamentele del tecnico sannita De Zerbi (“meritiamo rispetto, la pazienza è finita”) in merito alla mancata espulsione di Castan.

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