Dalla querelle Perin-Donnarumma alle due amichevoli contro Argentina e Inghilterra, in queste due settimane di pausa dal campionato la Nazionale italiana tornava sul rettangolo verde per provare a dirsi guarita dall’esclusione dal Mondiale. Con un pareggio e una sconfitta, ci si trova di fronte a uno scenario che il collega e firma de La Repubblica Enrico Currò ha definito “non poi così catastrofico” (clicca qui per leggere il suo articolo sull’edizione odierna de La Repubblica). Abbiamo voluto sentire il suo giudizio dopo aver osservato da vicino la gara da Wembley e aver domandato al c.t. Di Biagio chi avrebbe giocato, alla vigilia, fra Perin e Donnarumma. Ecco le sue parole.

Sei appena tornato da Wembley per seguire la Nazionale: il tuo giudizio?

Il mio giudizio è che la situazione non è poi così catastrofica come forse era qualche mese fa, quando l’Italia era stata eliminata dalla Svezia al playoff mondiale. È evidente che questa squadra ha dei limiti tecnici che sono poi i limiti tecnici del calcio italiano: quando c’è anche soltanto un avversario di alto livello, come possono essere stati Di Maria nell’amichevole con l’Argentina o Sterling ieri sera, da soli possono mettere in difficoltà la nostra nazionale. Chiaramente l’Italia in questo momento, anche a livello individuale, non ha giocatori in grado di contrapporsi agli avversari più forti. L’Italia è ormai una nazionale di seconda fascia perché lo è tecnicamente, nelle individualità. 

Va detto però che ha superato alcune titubanze che aveva: ci sono dei giovani che non dico già pronti, ma certamente pronti nel momento in cui alcuni presunti senatori, che dovrebbero essere il cardine della Nazionale, dimostrano di essere meno bravi di loro. Mi riferisco a Chiesa che una volta entrato ha dimostra di essere più efficace di Candreva. E mi riferisco al fatto che Pellegrini ha dimostrato di essere probabilmente migliore di Parolo. Abbiamo due elementi pronti per il futuro. Visto che poi ci sono elementi rimasti a casa – e parlo di Romagnoli e Bernardeschi infortunati, e ci aggiungerei El Shaarawy -, sicuramente si vedono ragazzi giovani che sono, se non altro per l’età e per le prospettive, in grado di dare qualche segnale migliore di quelli che questa Nazionale assolutamente insipida e priva di personalità ha dimostrato dalla sconfitta con la Spagna in poi”.

Qual è il tuo pensiero sul tandem Perin-Donnarumma di cui si è molto discusso e, a tal proposito, sulle parole del c.t. Di Biagio alla vigilia della gara di Wembley?

“Siccome la domanda su chi avrebbe giocato gliel’ho fatta io, si vede che tutti noi giornalisti presenti avevamo questo dubbio, che in fondo Di Biagio ha confermato. Diciamo che Perin, che ha avuto due gravissimi infortuni alle ginocchia, ha dimostrato di essere in grado di risalire immediatamente al punto che, da portiere messo ai margini dai propri infortuni, è risalito in poco tempo allo stesso livello di Donnarumma. Un Donnarumma che, di questi tempi, un anno fa, nessuno metteva in dubbio fosse l’erede di Buffon. Non dico che partano alla pari perché Di Biagio ha dimostrato esserci una leggera preferenza per Donnarumma: preferenza che ad ogni modo non è solo di Di Biagio, ma è evidentemente anche dello staff e dell’ambiente della Nazionale. Mi sembra però che Perin stia rimontando e credo sarà un duello che si protrarrà: non finirà qui. Questo, da un certo punto di vista, per i tifosi del Genoa ha una controindicazione abbastanza dolorosa: significa che su Perin presto o tardi – ma temo molto presto – ci saranno gli occhi di grandi club e diventerà sempre più difficile trattenere questo calciatore, in questo momento il calciatore dal più alto valore internazionale nella rosa rossoblu“.

DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA AD ENRICO CURRÒ: