Rivedendo l’editoriale pubblicato lo scorso 3 marzo, bisognerà adesso dire che ormai più di un girone fa, Cagliari-Genoa finì con il risultato di 3-2 a favore della squadra di Juric. Probabilmente, una delle partite meglio gestite della stagione da parte del tecnico croato. Fu partita nel segno di Taarabt, che domani all’ora dell’aperitivo non ci sarà perché squalificato.

Genoa contro Cagliari, roba da petenà cui sasci, direbbero a Borgoratti. Un paradosso per il Vecchio Balordo pettinarsi con i sassi: contro il Cagliari non dovrà esserci nulla di assurdo, folle, “roba da matti“, già visto altre volte. Dal virtuale al reale per battere il Cagliari. Ballardini, da abile lettore degli avversari, avrà studiato il Cagliari di Lopez. Dovrà sfruttare al massimo il pressing sul pallone cercando di ripartire subito per controbattere il gioco rischioso e verticale fatto di lanci in profondità e lunghi dalla difesa avversaria.

Ballardini cercherà l’antidoto al gioco del Cagliari, ma la determinazione e l’aggressività dovranno mettercela i calciatori dal momento in cui entreranno in campo a fare il riscaldamento. Il giorno in cui la gara venne rimandata per via della morte improvvisa di Astori, capitano della Fiorentina, ai soliti ballottaggi si aggiungeva anche quello di Biraschi, reduce in quei giorni dallo stage con la Nazionale: domani non dovrebbero essere dubbi sulla sua presenza. Difficile dire se, come sarebbe dovuto essere all’andata, sarà utilizzato utilizzato come quinto di centrocampo, con Rossettini dietro pronto oltre a spingere a dare anche un’occhiata a chi, al posto dello squalificato per doping Joao Pedro, sarà il fulcro del gioco offensivo cagliaritano. Nessuna meraviglia se la formazione fosse quella già vista all’opera con la Spal con la sola sostituzione di Bertolacci, anche se domani il lavoro della truppa a quarti rossoblu, vista la difficoltà dell’azione offensiva, dovrà trasformarsi in un’azione con più qualità da contrattacco, cercando il gol da tutte le parti, sia da dentro che da fuori l’area di rigore sarda.

Capitolo Cagliari. Lasciando da parte il poker rimediato dal Torino, coinciso con la terza gara casalinga senza vittorie, i sardi arriveranno a Genova pronti a giocarsela con le modalità messe in mostra dall’arrivo di Lopez sulla panchina. Un sistema lineare, anche se spesse volte non omogeneo. Gli uomini di riferimento sono Barella nel mezzo del campo e Pavoletti davanti e tutto il gioco deriva da densità difensiva e lanci lunghi: molto dipenderà anche da chi verrà utilizzato tra le linee. Il lavoro di Diego Lopez ha riscritto i princìpi della squadra sarda creando degli equilibri più speculativi tra fase offensiva e fase difensiva. Una scelta funzionale del prima non prenderle, considerato che il Cagliari a 29 punti viaggia molto vicino alla zona rossa della classifica. Il passaggio da Rastelli a Lopez  si potrebbe semplificare con i numeri dei moduli di un passaggio dal 4-3-1-2 offensivo al 3-5-2 difensivo.

Lopez ha lavorato molto con la densità difensiva in zona centrale e con i palloni lungi, come detto in precedenza alla ricerca di Pavoletti. Il primo parametro è garantito dalla presenza di quattro (giocano in tre) centrali di ruolo puri come Castan, Ceppitell, Romagna e Andreolli, ultimo arrivato dal calcio mercato invernale, il secondo è che la squadra sarda viene iscritta al secondo posto per lanci lunghi (più di 60 per gara dopo il Verona di Pecchia). Il rovescio della medaglia è la sedicesima posizione nelle occasioni costruite. L’organico del Cagliari è predisposto al gioco di Lopez con Pavoletti, anche se lontano dalla porta avversaria, pronto ad essere il pivot per fare entrare nel gioco la batteria di seconde punte rapide e veloci che si alternano in ogni gara: Farias, Sau, Han, Joao Pedro.

La particolarità nell’organico di Lopez è l’assenza di esterni a tutta corsia laterale, solitamente i calciatori con le caratteristiche migliori per operare nel ruolo di quinto a centrocampo. Il tecnico uruguagio alterna nei due ruoli calciatori con qualità diverse, ad esempio interni adattati come Padoin e Dessena. Ultimamente ha utilizzato a sinistra di più il greco Lykogiannis, arrivato all’ultimo giorno di mercato dallo Sturm Graz, e a destra Faragò.

La formazione contro il Grifo? Lopez ha sempre Cigarini in infermeria (ieri ha svolto differenziato, ndr) e Farias si è fermato ieri per un affaticamento muscolare, ma rispetto alla gara del 4 marzo scorso ha ritrovato Pisacane in panchina e non avrà squalificati dal momento che contro il Torino, schierata una formazione che a fine gara aveva nomi inediti, non è stato sventolato alcun cartellino a danno di calciatori cagliaritani. In assenza di informazioni più dettagliate visto anche l’asserragliarsi degli isolani ad Asseminello per un ritiro non punitivo, attendiamo comunicazioni dallo speaker del “Ferraris”.

Lazio-Genoa, che in origine avrebbe dovuto dirigerla l’arbitro Pasqua, verrà invece diretta da Maresca di Napoli. Il vigile del fuoco napoletano in stagione ha diretto 13 gare: sin qui, oltre Udinese-Genoa, sotto la sua egida è finita anche Lazio-Genoa terminata con 1-2 per il Grifone. Nel tabellino generale sono 34 le gare dirette in A in carriera con 13 rigori e 17 espulsi. Col Genoa sei partite all’attivo (2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte) e col Cagliari invece tre, tutte coincidenti con sconfitte.

Diffidati Genoa: Rigoni, Veloso. Diffidati Cagliari: Ceppitelli, Barella, Andreolli, Cigarini.

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