È derby, stracittadina che con i risultati dei recuperi per la morte del povero Astori può avere cambiato scenografia: la Sampdoria che si gioca un posto in Europa e il Genoa che deve arrancare meno per portare in porto un’altra salvezza. Non sarà un problema psicologico da poco per le due squadre in campo, anche se sul campo e in particolare nei derby tutte le chiacchere contano fino al fischio del direttore di gara.

In Europa, Spagna, Inghilterra, Germania, Coppe Europee si continuano a vedere squadre inferiori sul piano tecnico e con meno qualità che sanno cosa bisogna fare per provare a mettere in difficoltà l’avversario con diverso pedigree visti i risultati conseguiti in campionato. Le squadre che si sentono sicure giocano sul palleggio e sul possesso, chi cerca di contrastarli sulla chiusura e sul controllo degli spazi: il vecchio amato calcio italiano modernizzato ad alta velocità, coprirsi e colpire in contropiede, pardon ripartenze.

Ci sta questo paragone tra Genoa e Doria nel derby di domani sera. Ballardini è il primo ad essere consapevole di una differenza che viene certificata dalla classifica. Sotto il cuore pulsante della Nord e con la Balla-connection potrebbe succedere di tutto se il Vecchio Balordo metterà in campo  le due “C”: corsa e cuore. E come in tutti i derby anche la terza “C” che lasciamo alla fantasia di chi legge.

Operazione che potrebbe anche andare in porto per il Grifone perché nel calcio i miracoli, se  non sono strutturati, alla lunga svaniscono. Tutto se dentro lo spogliatoio del “Pio Signorini” non si faranno condizionare dal risultato doriano  in casa della Dea conseguito martedì scorso – non un miracolo ma qualcosa di simile, un po’ come vedere un giovanotto cedere il posto ad una vecchia signora sul tram considerando quello che ha fatto nelle tre precedenti carambole con Crotone, Inter e Chievo.

Per precisione, non si sta asserendo che il Vecchio Balordo farà una passeggiata domani ma se la può giocare anche alla luce di quello visto contro il Cagliari, senza contare il risultato, dove sono emerse pure della qualità giovanile e della concretezza stagionata in rossoblu.

Contro la Samp le prerogative del “Ballardismo da Cholismo” e compagnia dovranno essere, oltre al chiudere gli spazi, prendere gli avversari sui movimenti tra le linee, sempre molto vicini quando attaccano.

Contro la Samp il Vecchio Balordo dovrà dimenticare gli ornamenti superflui, i dribbling non necessari, e dovrà giocare con il raddoppio sistematico sul portatore di pallone avversario: anche i doriani dai piedi buoni se sono sotto pressione è facile indurli all’errore.

Contro il Doria testa alta del Grifone dal primo minuto di gioco con un atteggiamento chiaro alla Ballardini: pressare, essere a contatto con il pallone, correre e verticalizzare subito anche senza partire con il palleggio da dietro, il tutto per cercare di andare al tiro con pochi  passaggi.

La formazione probabile del Genoa?  Più facile ipotizzare quella doriana: la lasciamo alla rifinitura di domani mattina. Se ne possono fare tante di probabili composizioni ma potrebbero continuare le sorprese di Ballardini

I dubbi a centrocampo dopo la partita di Cofie: contro i sardi con Bertolacci e Hjliemark ai lati? Il colpo Medeiros nuovamente dentro con Pandev e Lapadula?  Chi l’aveva scoperto – la struttura – gli scorsi anni e portato sotto la Lanterna a gennaio scorso prevede un futuro alla Iago Falque. Dopo aver visto gli allenamenti e una partita dal primo minuto il paragone ci potrebbe stare, come successe con Iago con più tempo nella naftalina prima di esplodere.

Capitolo Sampdoria. Anche per i blucerchiati il risultato contro Gasperini di martedì scorso è arrivato come manna dal cielo, non solo per gli errori dei difensori della Dea ma anche perché la squadra di Giampaolo, pur con assenze importanti, ha ritrovato principi di gioco smarriti nelle gare precedenti. Tatticamente il 4-3-1-2 a rombo di Giampaolo, tutto corsa e tecnica con una fase difensiva curatissima, è sempre stato un libro aperto e non solamente in questo campionato.

Due terzini ben strutturati di cui uno pronto a spingere con regolarità cercando di dare ampiezza al gioco con una coppia centrale di cui uno roccioso (Silvestre) e Ferrari più dotato con un sinistro educato in grado di far partire l’azione da dietro. Nel mezzo la qualità non manca con Torreira vero fulcro della manovra, sempre posizionato bene e supportato dalle qualità di Praet, Ramirez e dalla quantità di Linetty e Barreto. Davanti Quagliarella ritornato giovane nella zona alta della classifica cannonieri pronto a sfruttare gli spazi lasciati da Zapata che con il fisico si distingue per gioco areo e progressione.

L’idea base della Samp in fase di possesso è quella di iniziare a giocare dal basso con i due centrali di difesa che si allargano, con il centrocampista centrale che  si abbassa. Quando gli avversari con il pressing mandano all’aria l’opzione precedente, lancio lungo per Zapata che viene incontro a fare sponda per i centrocampisti che provano subito a giocare con il pallone per terra.

L’idea continua in fase di finalizzazione con la squadra che cerca da tutti i lati attacchi diretti per sfruttare le doti aree dei due attaccanti. Senza questa soluzione, l’altra sono i tiri da fuori sfruttando il movimento di Zapata e Quagliarella ad allargare la difesa. Ad approfittarne in questo campionato con il tiro da fuori è stato Torreira, che ha sfruttato al meglio il movimento degli attaccanti e soprattutto di Ramirez tra le linee avversarie.

In fase di non possesso si capovolge il rombo con il trequartista che arretra per cercare la superiorità numerica nel cuore del gioco con l’idea di far allargare il gioco agli avversari. La Samp gioca a zona con una linea di difesa alta e usa molto il fuorigioco. Tutto riesce quando il pressing ultra-offensivo portato dalle punte riesce bene.

Bravo Giampaolo ad avere dato alla squadra un’identità ben precisa: peccato nel mese di marzo non sia stato aiutato. Non solo dai risultati non positivi ma da una flessione generale della  squadra.

Giampaolo è l’unico a conoscere i limiti della Samp e quando la squadra inanellava risultati diceva: “è tutto fieno da mettere in cascina perché arriveranno momenti di magra“.

Vedeva giusto il tecnico nato in svizzera, memore anche dell’incostanza che aveva già caratterizzato la scorsa stagione dei doriani. I KO ed i black out di alcune gare con Udinese, Inter, Chievo non erano stati messi in conto, grazie ai buoni risultati. Non si erano messi in conto anche se venivano concesse parecchie occasioni agli avversari.

Difficile trovare da fuori se la crisi della Samp è stata per motivi fisici o di corsa oppure se il gioco di Giampaolo, con principi di gioco riconoscibili che non cambiano mai, con pregi e difetti, sia stato memorizzato dagli allenatori avversari pronti a prendere le contromisure.

Anche per la formazione della Samp sarà meglio aspettare quando sarà consegnata all’arbitro. Contro l’Atalanta erano assenti Silvestre, Torreira, Quagliarella per turnover pro derby  o infortuni? Rientra Barreto dal difficile infortunio. La risposta quando arriveranno i fogli delle formazioni in tribuna, così verranno informati non solo quelli dentro lo stadio ma anche quelli  casa con le foto delle distinte.

La stracittadina sarà diretta da Massa di Imperia. La comunicazione è arrivata mentre Nicchi, il Presidente dell’AIA, denunciava in conferenza stampa plichi con pallottole arrivati per Lui e Rizzoli il designatore. C’è sempre – e sempre ci sarà – chi prende l’arbitro per un cretino. Il buffo è che questo qualcuno è quasi sempre più cretino. Tutto ciò non vuol dire che non sbagliano anche con la tecnologia, anche se qualche volta errori lapalissiani tra area e centrocampo lasciano sconcertati. Rizzoli ha scelto Massa di Imperia e la prima considerazione via social è stata è doriano o genoano?

Rizzoli oltre le squadre, le tifoserie mette in discussione anche l’arbitro affidandogli una gara impegnativa. Chi arbitra difficilmente guarderebbe in faccia la mamma, la nonna, la zia. Massa proverà ad arbitrare bene. La classe arbitrale di quelli che contano è agli sgoccioli e la strada da arbitro internazionale di èlite potrebbe aprirsi per il rivierasco di ponente arbitrando in futuro  gare di prima fascia di Champions e Europa League.

Massa Davide, 104 gare dirette in serie A, 36 rigori e 20 espulsi nel tabellino. Nato nel 1981, Laureato all’Università di Genova, è bancario nella vita di tutti i giorni. Arbitro dal gennaio 1997, è in Serie A dal gennaio 2011, fisso alla Can A da luglio 2012. Dal primo gennaio 2014 arbitro internazionale. In stagione dirette 15 gare (4 segni 1, 6 x e 5 segni 2) con 5 rigori e un rosso. Tra le 15 gare stagioni ci sono la sconfitta della Samp a Napoli per 3 a 2 e la vittoria del Genoa con Juric per 3 a 2 a Cagliari. Con la Sampdoria 8 gare dirette (4 pareggi e 4 sconfitte). Con il Genoa 2 gare (1 vittoria ed una sconfitta).

Primo assistente Di Fiore internazionale di Aosta, secondo Alassio di Imperia, 4° uomo Banti di Livorno (internazionale). Al VAR Orsato di Schio (internazionale), all’AVAR Vivenzi di Brescia.

Diffidati Samp: Barreto, Bereszynski, Caprari, Ferrari, Murru. Diffidati Genoa: Veloso,  Rigoni.