Dopo un paio di giornate affannate fra recuperi e spezzatini, alla 31° giornata ritorniamo con la rubrica “VAR Sport” in una giornata dove due episodi vengono revisionati al “Vigorito” di Benevento per assegnare due rigori alla Juventus, entrambi da concedere: il primo su Pjanic viene scoperto dalla tecnologia, il secondo su Higuain solo confermato. Anche il Derby della Lanterna vive di moviola a posteriori, come accaduto fra le pagine dei Corriere dello Sport dove la valutazione degli episodi arbitrali, viziata forse da qualche pregresso frangente di critica su partite ritenute più importanti ai fini della classifica, è diventata un vero e proprio “tutti contro tutti” all’indirizzo di Massa e Orsato (VAR), come si può vedere dalla foto a lato.  Grande contestazione e malumori sarebbero infine arrivati dalla Dacia Arena di Udine per un fallo di Marusic su Barak – non fischiato da Rocchi e neppure rivisto al VAR perché lontano dall’area di rigore – che apre la strada all’azione che porterà la Lazio al pareggio e al successivo vantaggio firmato Luis Alberto.

RIZZOLI FA IL PUNTO SUL VAR – “All’estero c’è più rispetto per la figura arbitrale – ha esordito ieri sera a Sky Sport Nicola Rizzoli, designatore arbitrale della CAN presente in trasmissione dopo il posticipo Milan-Sassuolo. “In Europa ci sono meno falli e tecnicamente si gioca meglio e di più. Detto questo, se mi chiedete a che punto sia il VAR rispondo che in Italia sta migliorando molto: oggi penso sia un po’ più comprensibile perché tutti sono un po’ più abituati ad averla. Noi comunque ci siamo tarati su standard più alti: dobbiamo ancora farne di esperienza per arrivare a un livello ottimale, ma siamo sulla buona strada. Siamo in un processo di crescita che coinvolge tanti giovani. Tornare indietro? Mi sembra impossibile dopo aver toccato con mano ciò che porta il VAR”. 

Da sottolineare peraltro come il designatore ed ex arbitro, sempre nell’ambito della trasmissione, incalzato dalle domande e dai video, sia intervenuto e abbia descritto situazioni di VAR che ripercorrono tutta la stagione: Genoa che ritorna di moda per il fuorigioco di Galabinov in Genoa-Juventus, non visto, che propizia poi il rigore fischiato su Galabinov (scambiato in diretta televisiva per Pavoletti almeno un paio di volte, ndr). Rizzoli, che spiegherà come quello sia uno dei 16/18 errori che il VAR italico si porta dietro nel colloquio con l’IFAB, avrebbe peraltro ammesso – ed è un aspetto interessante perché viene incontro a quella che era una tematica sollevata settimane fa nella nostra rubrica – la maggiore difficoltà nel valutare situazioni di fuorigioco dai sedici metri in giù, dall’area verso il centrocampo, vista l’assenza su molti campi di telecamere in linea (dai sedici metri in su vi è la presenza delle telecamere GLT per la Goal Line Technology). Ma veniamo adesso alle singole gare.

BENEVENTO-JUVENTUS: al 36’ gol annullato a Mandzukic per tocco di mano su cui grava la presunzione di volontarietà: il VAR (Nasca) rivede la dinamica e conferma la decisione dell’arbitro Pasqua ammonendo l’attaccante bianconero. Al 43’ arriva invece il fallo di Djimsiti su Pjanic in area di rigore: Pasqua non ravvisa il fallo ma il VAR lo invita a rivedere la dinamica portandolo a concedere il rigore. Non interviene, almeno a detta di Rizzoli ieri sera a Sky Sport, sul secondo rigore concesso alla Juventus al minuto 72’ per un contatto di Higuain con Viola su cui inizialmente erano stati sollevati diversi dubbi. Ecco le parole in merito del designatore dell’AIA Nicola Rizzoli:

Il VAR deve intervenire nelle situazioni in cui ci sono errori evidenti. In casi come quello di Higuain si può pensare che l’attaccante abbia accentuato l’intervento o lo abbia cercato: ma questa è solo un’interpretazione. Quello che mi interessa è convincere le persone che la VAR non può entrare in queste decisioni perché vuole preservare la verità del campo, ciò che si è percepito sul terreno di gioco. Ognuno può avere la sua idea e interpretazione: quella è una situazioni in cui il VAR non entrerà mai. A noi interessa che rimanga la verità del campo. Nel primo caso, quello del rigore di Pjanic, è chiaro che c’è un contatto evidente e il difensore non interviene sul pallone, ma cerca di intervenirvi senza prenderlo. La situazione era decisamente diversa“.

Sul fronte bianconero, Rizzoli a Sky Sport sottolineerà che si sarebbe dovuto rivedere il fallo di mano di Bernardeschi in Cagliari-Juventus, alla 20° giornata. “Questo è uno degli errori che ci portiamo dietro: andava assolutamente rivisto“.

SAMPDORIA-GENOA: gli episodi sono due al “Ferraris”, entrambi con l’arbitro Massa abbastanza vicino all’altezza della lunetta dell’area di rigore e libero nella visuale per valutare e dare la sua versione dei fatti senza ricorrere ad Orsato, al VAR, che peraltro in entrambe le contingenze conferma la verità di campo. Il primo riguarda Rigoni e una spinta/trattenuta di Bereszynski in area nel primo tempo (c’è una bella differenza potendo il VAR avere discrezione solo nei casi di trattenute, mentre con le spinte c’è qualche problema in più, ndr); il secondo il leggero contatto Rigoni-Praet nel secondo tempo in area di rigore. In entrambi i casi c’è un silent check, che poco costa in termini di tempo perso, ma si deciderà di salvaguardare la verità del campo. Dinamica simile a quella verificatasi il giorno seguente al “San Paolo”: chi si sente toccato (e un tocco in entrambe le situazioni c’è, che cada Praet o Mertens) si lascia cadere a terra e le interpretazioni sono diverse.

VERONA-CAGLIARI: rigore al 37’ per il Verona dopo oltre tre minuti dal tocco di mano di Pavoletti al limite dell’area: tocco che c’è ma che viene rivisto solo da una prospettiva posteriore, non frontale. L’arbitro Valeri viene richiamato dal VAR (Aureliano) e va allo schermo concedendo poi il penalty. Altro che il minuto e ventidue di media che caratterizza ogni singola decisione al VAR: il “Bentegodi si ferma per oltre due minuti. Nel corso della gara verrà poi correttamente annullato il gol raddoppio gialloblu perché Cerci, autore della rovesciata che azionerà poi il gol di Zuculini, si trova in fuorigioco dopo un colpo di tacco Fares.

NAPOLI-CHIEVO: viene rivisto al VAR (Gavillucci) il rigore concesso a Mertens al 49’ da Manganiello per una spinta o leggera cintura di De Paoli sul centravanti olandese. Situazione molto simile a quella di Rigoni su Praet nel derby della Lanterna: il silent check conforta la verità del campo e la scelta dell’arbitro Manganiello, come accaduto al “Ferraris”.

Genoa, il derby esalta raddoppi e corsa: ed è l’11esima gara stagionale senza subire gol