Sia intermediario equo, trasparente e non discriminatorio“. No, non stiamo parlando di Oliver, fischietto di Real Madrid-Juventus, e neppure di qualsiasi altro arbitro del mondo, per quanto la massima dovrebbe valere sempre e in ogni ambito. Stiamo invece facendo appello a un passaggio della lettera con cui l’Antitrust, poco meno di un mese fa, ha dato il via libera all’ascesa di MediaPro sui diritti televisivi del calcio italiano.

Intorno alle direttive fornite dall’Autorità Garante si è mosso il colosso spagnolo nel redigere il bando diffuso lo scorso 6 aprile per aprire le porte a nuove offerte. MediaPro dovrà “coprire” negli anni un esborso di circa un miliardo e 200 milioni a stagione per i prossimi tre anni (di cui circa 140 milioni, è bene ricordarlo, destinati alla Serie B) e fa appello alle offerte di altri broadcaster, da quelli un tempo in prima linea come Sky Mediaset a quelli più defilati – e non per questo di seconda fascia – che potrebbero aprire le porte a un triennio di innovazioni nella fruizione delle partite. Si pensi soltanto all’ipotesi, neppure troppo nascosta, che un colosso come Amazon possa in qualche modo essere interessato a comprare un pacchetto fra quelli offerti da MediaPro: farebbe le fortune di Jaume Roures e compagnia permettendo di amplificare online l’offerta del calcio italiano, esattamente come accade in Spagna dove il frazionamento delle esclusive ha creato un sistema complesso ma funzionale.

Come si sta muovendo l’aggiudicataria dei diritti televisivi? In punta di piedi perché forte del “diritto di concludere accordi di sub-licenza aventi ad oggetto Prodotti Audiovisivi”; come recita lo stesso bando. E quali sono i pacchetti offerti da MediaPro? Anzitutto, numericamente, sono sette. Se servivano chiarimenti in merito da parte di chi avesse voluto presentare eventuali offerte, il tempo a disposizione è scaduto ieri alle ore 10: dopo questo orario si attendono soltanto offerte e nessun altro quesito.

  • pacchetto A: 380 partite per la piattaforma satellitare;
  • pacchetto B1: 248 per il digitale terrestre;
  • pacchetto B2: 132 per il digitale terrestre;
  • pacchetto C1: 380 gare per piattaforme Over-the-Top (OTT) in streaming;
  • pacchetto C2: 248 per piattaforme Over-the-Top (OTT) in streaming;
  • pacchetto D1: 248 partite la piattaforma Iptv (Internet Protocol Television), che non è altro che un sistema di trasmissione di segnali tv attraverso reti informatiche che traccino l’affidabilità di quanto viene trasmesso;
  • pacchetto D2: 132 partite la piattaforma Iptv.

Le offerte potranno arrivare, per l’appunto, su questi sette pacchetti: uno per la piattaforma Satellitare (A), due per la piattaforma Digitale Terrestre (B1 e B2), due per piattaforme Internet e Wireless per reti mobili altrimenti definite “OTT” (C1 e C2) e, infine, due per piattaforma IPTV (D1 e D2). Esistono poi altri sei pacchetti opzionali acquistabili alcuni liberamente in base all’acquisizione di uno dei primi sette pacchetti, altri solo se acquisito un particolare pacchetto: si parla, ad esempio, di quello “F” per la personalizzazione editoriale. Tradotto: se un’emittente non volesse la telecronaca o le interfacce già facenti parte del prodotto di MediaPro, può personalizzarne i contenuti a fronte di un maggiore corrispettivo in denaro.

Dal punto di vista delle proposte cambia poco sia rispetto a quanto accadeva in Spagna e nella Liga, sia rispetto a quanto accaduto negli anni precedenti in Serie A: 270′ di prodotto confezionato con inserti pubblicitari a discrezione di MediaPro, che potrà così guadagnare anche dalle proprie pubblicità e coprire una parte dell’investimento.  Ad oggi, le differenze col modello spagnolo sono invece due.

In prima battuta il lungo gioco a incastri venutosi a creare: questa volta al bando della Lega ha fatto seguito un secondo bando con l’organo direttivo della Serie A che ha incassato una “caparra” da oltre 60 milioni e che da parte, in prospettiva, ha già messo più di tre miliardi di euro per i prossimi tre anni. Ora il pallone passa fra le mani dei maggiori broadcaster, da Sky e Mediaset, che nell’interessarsi intanto di accordi bipartisan dovranno pure riflettere su quali cifre imbustare e presentare a MediaPro per accontentare l’utenza che hanno maturato negli anni scorsi. Le offerte peraltro chiuderanno alla mezzanotte del 21 aprile prossimo.

In seconda battuta, in Spagna la più corposa esclusiva su otto partite a giornata (e dunque su sedici squadre a giornata) è dell’emittente BeIN Sport (fondata nel febbraio 2012 in Francia da Nasser Al Khelaifi, nominato presidente del Paris Saint Germain soltanto quattro mesi prima e portato per mano in territorio iberico dal partner MediaPro, ndr) con Movistar e Gol TV che si spartiscono il resto della torta con qualche picco di notorietà col Clàsico di ritorno o le gare di grido della Coppa del Re. Da questo punto di vista, in Serie A non sono previste esclusive sui sette pacchetti principali. Eventualmente ve ne saranno sui 6 pacchetti aggiuntivi. E su questo campo, nascosta nei meandri della burocrazia, si gioca la battaglia del canale ufficiale della Lega che, al netto di una nutrita presenza di potenziali broadcaster investitori, è davvero la grande lacuna che MediaPro intravede nel calcio italiano. All’interno del bando si legge che

a meno che non sia diversamente previsto per legge e dal presente Invito, né LNPA, come dichiarato dalla stessa a Mediapro, né Mediapro eserciteranno o concederanno a soggetti terzi il diritto di esercitare i diritti che sono assegnati al Sub-licenziatario in un Pacchetto e sono espressamente indicati come “esclusivi”, nel rispetto e nei limiti dei diritti concessi agli altri Pacchetti esclusivi che fossero assegnati a terzi“.

Non dovessero essere soddisfacenti le offerte presenti nelle buste è quantomeno probabile che ad una seconda tornata di consultazioni possa affiancarsi il concreto sviluppo di un progetto per un canale ufficiale della Lega: non ci si scordi che in Spagna esiste LaLiga123TV, canale ufficiale che non solo trasmette per intero dieci gare del calcio spagnolo ogni giornata, ma riassume anche quanto accade nelle due serie minori, gli equivalenti della Serie B e C italiane. In Italia, salvo qualche blitz di altre emittenti come accaduto per il derby Livorno-Pisa di due settimane fa, la terza serie è pressoché dimenticata, come raccontavamo già qualche settimana fa.

In che modo – se non in contrasto con l’Antitrust – e con quali lineamenti potrà prendere forma questo canale ancora non è chiaro, ma quel che appare sempre più evidente è che MediaPro, dal 21 aprile in poi, capirà se realmente il modello spagnolo – con partite viste non soltanto da telefonini o computer ma pure dalla PlayStation – sarà esportabile in Italia. L’appetito sarà aumentato dopo il doppio scontro Italia-Spagna in Champions che ha raccontato di un sostanziale equilibrio di campo destabilizzato soltanto dallo strapotere marziano di calciatori come Cristiano Ronaldo, mediaticamente uno dei migliori prodotti da esportare assieme a Messi?

La domanda resterà irrisolta almeno sino alla prossima settimana. Concludiamo invece fornendo un dettaglio sui 7 pacchetti con cui Mediapro ha messo in vendita i diritti tv della Serie A:

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