Non è stato certamente un derby che si ricorderà quello di sabato scorso, ma la stracittadina ha garantito al Genoa un altro punticino prezioso. Oggi, sempre sul green di Marassi, il Grifone affronta il Crotone, squadra invischiata nei bassifondi della classifica e che sta lottando con le unghie e con i denti per conquistare una difficile salvezza.

Uno sguardo generale al Crotone.

L’allenatore dei calabresi è l’ex blucerchiato Walter Zenga, tecnico estemporaneo e un po’ fuori dagli schemi canonici. Il suo percorso da allenatore finora non è stato brillante, a Crotone è stato chiamato a stagione in corso al posto del dimissionario Nicola. La squadra scende in campo con un 4-3- 3 aggressivo, in cui la corsa e la voglia di fare risultato la fanno da padroni, soprattutto sul terreno di casa. È una squadra che non palleggia molto: i “pitagorici” scavalcano spesso il centrocampo con lanci  per Trotta o Simy, vanno alla caccia della seconda palla e non hanno molta qualità, ma questa è una formazione pericolosissima perché conosce perfettamente i propri limiti, non è mai presuntuosa e soprattutto lotta su tutti i palloni.

L’analisi reparto per reparto: la difesa.

Il portiere Cordaz ha grande carisma e personalità, è molto esperto, reattivo tra i pali e forte nelle uscite sia alte sia basse, ma non possiede una gran presa e con i piedi non è irreprensibile. La linea difensiva è formata da Faraoni, Ceccherini, Ajeti, che giocherà la posto dello squalificato Capuano, e Martella. Faraoni sulla fascia destra garantisce gamba forte e corsa, è discreto coi piedi, ma in fase difensiva palesa qualche lacuna e preferisce ricevere il pallone quando è in corsa. La coppia di difensori centrali formata da Ceccherini ed Ajeti è forte di testa ed attenta nella marcatura della propria zona, ma i due palesano  difficoltà nell’uno contro uno ed in campo aperto, in più  tecnicamente non sono irreprensibili. Martella è l’esterno basso di sinistra: ha piede dolcissimo, è instancabile nella corsa anche se non è veloce, i suoi cross sono insidiosi e pericolosi, se è attaccato sul suo piede destro va però in affanno.

Il centrocampo.

E’ composto da Barberis, Mandragora e Stojan, i tre formano un reparto ben assortito e omogeneo. Barberis è l’interno di destra: resistente nella corsa e forte fisicamente, possiede un buon destro ed è pericoloso coi suoi tiri da fuori. Fino a pochi anni fa Barberis giocava nel Finale Ligure tra i dilettanti. Mandragora è il metodista davanti alla difesa: ex rossoblu e giovane di proprietà Juventus, possiede un buon fisico, ha personalità da vendere e validi mezzi tecnici, ha tutte le carte in regola anche per imporsi ad alti livelli. Stojan, che gioca solitamente esterno alto e che viene proposto al posto dell’ infortunato Benali, è rapido, ha intuito, tempo ed idee chiare, è pericoloso negli inserimenti,  ma non sempre regge l’impatto fisicamente.

L’attacco.

I tre giocatori offensivi sono Trotta, Simy e Ricci. I due esterni Trotta e Ricci cambiano spesso la fascia durante la partita. Il primo nasce punta centrale è fisicamente forte e potente, è in possesso di un discreto dribbling ed è molto disponibile al sacrificio, bravo in più nel gioco aereo. Ricci, ex meteora rossoblu, è tutto mancino: insidiose le sue traiettorie nei cross e nei tiri in porta, inoltre sfodera un dribbling secco ed imprevedibile. Simy, la punta centrale, di statura importante, non ha grandi doti tecniche, anche se dentro i 16 metri sa sempre essere pericoloso.

Come si comportano sulle palle inattive?

I corner e le punizioni laterali in fase d attacco sono competenza di Ricci, Martella e Stojan. I due centrali salgono e insieme a Simy e Mandragora formano la batteria dei colpitori sui palloni alti. Barberis e Faraoni si inseriscono a sorpresa. Possono essere insidiose le punizioni dal limite di Martella, Ricci e Barberis con il tiro ad effetto. Invece Mandragora è designato per la soluzione di potenza. Sui piazzati a sfavore difendono a zona: quasi la totalità della squadra retrocede, Cordaz fa valere la sua statura nelle uscite.

In conclusione?

Partita da vincere, ma in primis da non perdere. L’obiettivo che era stato chiesto a Ballardini è vicino, pretendere il bel gioco è quasi utopistico. Certamente, una volta conquistata la salvezza, qualche emozione e qualche gol in più non guasterebbero, la tifoseria genoana lo meriterebbe, come dimostrato nel derby per l’ennesima volta.

LE ULTIME DI FORMAZIONE

GENOA (3-5-2): Perin; Rossettini, Spolli, Zukanovic; Lazovic, Hiljemark, Bertolacci (Cofie), Bessa (Bertolacci), Laxalt; Pandev, Galabinov (Lapadula). Allenatore: Davide Ballardini. 

CROTONE (4-3-3): Cordaz; Faraoni, Ceccherini, Sampirisi (Ajeti), Martella; Barberis (Rohden), Mandragora, Stoian; Ricci, Simy, Trotta. Allenatore: Walter Zenga.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.