Un gran dispiacere, seppur tra molti sorrisi, ha accompagnato la sconfitta del Genoa all’Olimpico. Vero però che il Grifone ha segnato per la sua terza volta consecutiva contro i giallorossi a casa loro: non accadeva dalla fine degli anni Ottanta. Marcature che non si sono tradotte in punti ma hanno portato anzitutto Lapadula a segnare il suo secondo gol su azione, il quinto della stagione, il tutto a coronamento di una partita che non ha prodotto percentuali bulgare in nessun ambito. Vengono conteggiate più occasioni da gol giallorosse e sono cinque le parate di Perin contro le due di Alisson, tuttavia il lavoro della squadra rossoblu non è quasi mai stato sovrastato dall’avversaria. Il possesso pallone si sbilancia a favore della formazione giallorossa che ha gestito ma senza particolare convinzione dei propri mezzi se chiamata a fare lei stessa il gioco, aspetto che contraddistingue da inizio stagione la Lupa e che avevamo sottolineato anche alla vigilia della gara. Questo problema è fuggito via coi due calci piazzati che hanno propiziato le reti giallorosse, altrimenti dovrebbero essere considerati diversamente i 19 palloni recuperati dal terzetto difensivo genoano sui 29 totali. Ma non finisce qui: a vedere le zone di densità nelle quali le due squadre hanno operato maggiormente, il Genoa ha “mantenuto fede” ad un primo tempo di contenimento e ripartenze coprendo, nel secondo tempo, la metà campo giallorossa ampliando la macchia (anch’essa giallorossa) della cosiddetta heatmap e svariando con attacchi da destra e da sinistra oltre che per vie centrali, sfruttando un Pepito Rossi spesso appostato un po’ più lontano, al di fuori dell’area di rigore, per fare da perno alla manovra genoana. Roma invece a lungo manovriera a centrocampo, dove vengono persi dal trio Pellegrini-Gerson-Gonalons 13 palloni dei 35 totali. Merito evidentemente anche del Genoa.

L’equilibrio della gara, sbilanciata nel risultato a favore dei padroni di casa, lo definiscono anche i passaggi sbagliati (28 contro 30) e i pallone recuperati (26 contro 29) con le due squadre che non hanno mai rinunciato a cercare di colpire a rete vicendevolmente. Il Genoa non è stato cinico in diverse situazioni: una costante di tutta la stagione ridimensionata da un atteggiamento collettivo di grande disponibilità a tirarsi fuori dalle secche della classifica facendo di necessità virtù, ripetutosi ieri sera all’Olimpico dall’alto dei 38 punti rossoblu che avrebbero potuto sapere di appagamento. All’orizzonte adesso si profila la gara interna con l’Hellas Verona, già ricca di contenuti essendo le due squadre penultime per gol realizzati (26) dopo il Sassuolo (24).

DI SEGUITO LE STATISTICHE DEI GIOCATORI DI ROMA E GENOA

I NUMERI DEL GENOA (aggiornati alla 33° giornata)

  • GOL FATTI: 26 (18° attacco della Serie A alla pari col Verona)
  • GOL FATTI IN CASA: 17 (14° attacco della Serie A)
  • GOL FATTI FUORI CASA: 9 (20° attacco della Serie A alla pari col Benevento)
  • GOL SUBITI: 33 (5° difesa della Serie A)
  • GOL SUBITI IN CASA: 21 (10° difesa della Serie A alla pari con Fiorentina, Sassuolo, Chievo)
  • GOL SUBITI FUORI CASA: 12 (4° difesa della Serie A)
  • RIGORI A FAVORE: 4
  • RIGORI CONTRO: 3
  • VITTORIE: 10
  • PAREGGI: 8
  • SCONFITTE: 15

I NUMERI DI BALLARDINI DA TECNICO DEL GENOA (aggiornati alla 33° giornata)

  • PARTITE TOTALI: 66
  • VITTORIE: 24 (36,4%)
  • PAREGGI: 21 (31,8%)
  • SCONFITTE: 21 (31,8%)
  • GARE A PUNTI: 45
  • % GARE A PUNTI: 68,1%
  • GOL FATTI: 70
  • GOL SUBITI: 68
  • CLEAN SHEET: 27 (40,9%)