Senza la fune al collo della classifica, ma sotto esame, cambieranno contro l’Hellas  Ballardini e il Vecchio Balordo? Difficile.

Ballardini  avrà continuato a spiegare ai ragazzi che il  3-5-2  permette, quando hai gli uomini giusti, con un terzo attaccante o fantasista, di non indebolire il cuore del gioco (centrocampo) dove si deve riconquistare il pallone. Ballardini continuerà ad illustrare  che il 3-5-2 non è un modulo difensivo, si può trasformare in un 4-3-2-1 o 3-4-2-1 e con un po’ di attenzione, con una diagonale precisa, permette anche di difendersi bene.

Il Genoa continuerà ad essere compatto ed equilibrato, cercherà di creare più occasioni da gol.

Ballardini è anche consapevole di avere dei talenti classici in rosa pronti a giocare nei suoi moduli preferiti, il 4-3-1-2 o nel 3-4-2-1. La modifica radicale si è già vista al “Ferraris” contro il Crotone e poi a Roma nel secondo tempo.

Le esigenze di Ballardini saranno sempre le stesse: un calcio pratico figlio della sua semplicità di vita mettendo dietro tutta la squadra tre giocatori, la terza linea difensiva che Rocco chiamava “liberi” (adesso sono terzini o centrali). Nel mezzo un centrocampista che sappia difendere e anche lanciare lungo. L’esigenza di Ballardini è quella di vedere una squadra che gestisca il pallone a centrocampo e di aiutarsi nel possesso. Il cambiamento rispetto al passato lo vorrebbe vedere anche in attacco o all’interno del reparto che dovrebbe offendere. Per tale motivo cerca, vuole almeno un giocatore bravo a giocare tra le linee per legare il gioco tra centrocampo e attacco: ecco perché per gestire il pallone è importante il trequartista nel suo modulo di gioco, dopo aver portato la nave in porto.

Tutte chiacchere, parole su moduli e strategie, ma la prima opzione del Vecchio Balordo e di Ballardini in ogni partita sarà sempre avere gli autori giusti e colpire gli avversari di sorpresa. Tutte le squadre gestite dal ravennate sono state con un vero scopo: supportare chi deve buttarla dentro e chi deve giocare tra le linee. Per fare questo ci vuole spirito di sacrificio da parte di tutti.

La formazione anti Hellas non sarà stravolta, in particolare dietro dove le assenze continueranno. Due allenamenti per pensarci, per mandare in campo quelli che sono più in forma, con la voglia matta non solo di Ballardini di festeggiare la salvezza matematica dentro il Tempio e sotto la Nord.

Capitolo Hellas Verona. Un altro passaggio a vuoto. Uno schiaffo dopo la sconfitta casalinga, con un’altra emiliana dopo quella precedente con il Bologna. Con il Sassuolo, in faccia a tutti quelli che ci credevano ancora prima del turno infrasettimanale .

Tutti contro il Sassol si aspettavano al Bentegodi un prova d’orgoglio e, invece, l’Hellas ha regalato ai presenti un’altra prestazione smorta. Il Sassuolo non è il Benevento, questo è vero: ha buoni talenti soprattutto in avanti e Iachini in quelle partite non è certamente l’ultimo arrivato, ma quello che ha sconvolto i tifosi veronesi ancora una volta è stato l’atteggiamento di una squadra senza grinta e determinazione, lasciata negli spogliatoi. In campo solo paure e incertezze.

Sia il Bologna che il Sassuolo hanno dominato a centrocampo, nel cuore del gioco, e il Verona ha permesso agli avversari geometrie precise, organizzazione di gioco, una manovra offensiva sviluppata con facilità mai vista nelle precedenti gare. Alla fine veleno, urla, fischi contro Pecchia e il Presidente Setti.

Rammarico dei tifosi gialloblu perché stanno rivedendo lo stesso film della promozione in serie A dello scorso anno.

Nonostante una rosa costruita per una permanenza tranquilla in serie A, la squadra di Pecchia ha fatto a pugni con la continuità di rendimento soffrendo gli incidenti di percorso all’ordine del giorno della serie A. Lo scorso anno l’Hellas è salito in Serie A per il primato degli scontri diretti nei confronti del Frosinone, quest’anno è vicino a ridiscendere anche se  la squadra è stata ridisegnata a gennaio con Matos e Petkovic in attacco, il serbo Vukovic in difesa e lo sloveno Stefanec a centrocampo.

Pecchia è stato graziato lo scorso anno dalla Dirigenza e sostenuto anche in questa serie A dove il riscatto si è visto poco dopo le fatiche patite in B. Pecchia, come in cadetteria, ha continuato a giocare con il 4-3-3. Modulo che continua ad avere punti di contatto con i principi cari a Rafa Benitez, colui che lo volle come secondo a Napoli.  Come il suo mentore, Pecchia chiede ai terzini di spingersi alti, senza curarsi dello spazio alle loro spalle. Pecchia difficilmente ha ricercato gli equilibri troppo fondamentali per salvarsi, quasi spocchioso e sicuro di ripetere quello fatto in serie B per 10 mesi.

Pecchia non è mai sceso a compromessi con un possibile difetto non convincendo i calciatori della bontà delle sue idee. E qui Rafa Benitez non gli ha insegnato solo la tattica…

Pecchia la sua idea di inizio campionato ha continuato a ribadirla anche nei fondi della classifica: “Voler andare a pressare alti, voler tenere il pallone e fare le due cose insieme. L’identità della mia squadra deve essere sempre la stessa e deve essere sempre più marcata“.

Tutto continuerà domani contro il Grifone al Ferraris. L’illusione che tutto si fosse sistemato quando l’Hellas ha strapazzato la Fiorentina a domicilio per 4 a 1 dimenticandosi alla svelta che il risultato al “Franchi” era figlio anche di un 3 5 2 assestato e proporzionato alle caratteristiche della rosa a disposizione e con un principio italico per salvarsi: primo non prenderle. Se la Spal di Semplici si salverà dopo gli ultimi 6 pareggi consecutivi dovrà essere una lezione, non solo per Pecchia.

Anche per la formazione gialloblu aspettiamo domani sera con Ferrari squalificato in difesa e almeno 6 calciatori da valutare dallo staff medico tra cui Buchel, Kean, Fossati e Bianchetti, utilizzati parecchie volte da Pecchia in stagione.

Genoa contro Hellas Verona sarà diretta da Gavilucci di Latina.  Dirigente aziendale nato nel 1979. Arbitro dal 1996, 5 anni in serie D promosso sul filo di lana alla Lega Prof o serie C. Quattro anni dopo in B, debutto il 27 aprile 2013. Nel  2015 accede alla Can A. Le gare dirette ad oggi sono 47 con 24 rigori e 9 espulsi. Rispetto al passato, sulle massime punizioni (anche con il Var) non  ha tirato il freno a mano: su 14 gare dirette in stagione sono state 9 le punizioni dagli undici metri e un solo rosso sventolato.

Gavillucci in stagione è nelle prime posizioni sui 2 in schedina: 9 sono le sconfitte della squadre prima nominate. Tra le 14 gare stagionali, l’arbitro di Latina ha diretto la vittoria del Genoa in casa del Chievo e tre gare dell’Hellas: pareggio in casa del Torino, sconfitta casalinga contro l’Inter e il successo roboante di 4 a 1 al Franchi di Firenze.

Rizzoli, il designatore segue le orme di Collina sulle designazioni, manda a dirigere i quarti uomini o gli addetti al Var della gara precedente. Al Genoa è successo nelle ultime gare  con Irrati di Pistoia, Pairetto e Gavillucci, VAR mercoledì a Roma: strategia cara al “divin pelato” studiare tatticamente le squadre che bisogna dirigere.

Primo assistente Di Vuoto (Castellamare di Stabia), secondo Gori di Arezzo. Quarto uomo Serra di Torino. Al VAR Banti di Livorno, all’AVAR Alassio di Imperia.

Diffidati Genoa: Veloso e Pandev. Diffidati Hellas: Buchel, Petkovic, Fares.