Il portiere non c’è. Usa le mani, gli altri i piedi. Leva il pallone dal gioco mentre tutti gli altri lo inseguono per giocarla. Sta dentro l’area di rigore  e osserva da fuori. Se fa il suo dovere di lui non si accorge nessuno, se sbaglia va a finire subito in croce.

Tutto ciò  è successo al povero Donnarumma nella Finale di Coppa Italia.
Massacrato il giovane portiere da coloro che i giorni precedenti – o i mesi – lo avevano idolatrato. Persino la stessa mattina prima della gara di Coppa Italia con paginate intere: “dovrebbe essere la notte del passaggio di consegne. Dai guantoni di Gigi a quelli di Gigio per la Nazionale azzurra”.

Dopo gli errori tutto è cambiato: “Due papere che neanche all’oratorio“ il titolo più bestiale. Figurarsi dai sociali come sarà stato massacrato.

Adesso tutti incominciano a chiedersi perché Gattuso e il Milan abbiano deciso di far arrivare Pepe Reina il prossimo anno a Milanello. Per tutti doveva sostituire Donnarumma, adesso se dovesse rimanere Gigio aiutarlo a scacciare via i fantasmi della pressione mediatica sportiva troppo ingombrante. Operazione non facile perché quando “cappella” (fa errori), anche in campionato, diventa un fenomeno da Circo nella stessa identica misura di quando para.

Che Donnarumma valesse 70 milioni di euro era solo nella testa del suo procuratore Raiola. La sua partenza verso Parigi sarà un problema a quelle cifre. Donnarumma deve crescere a soli vent’anni: chi ha sbagliato sono altri che non gli hanno permesso di farlo. Donnarumma deve crescere quanto Perin dopo gli errori di Pescara. Donnarumma 70 milioni e Perin solo 15: c’è qualcosa che non funziona nelle teste di chi  valuta il calcio.

Donnarumma probabilmente si sarà giocato il posto da titolare nelle prossime due partite. Gattuso spera che regga psicologicamente nelle prossime due di campionato per non uscire anche dalla porta principale dell’Europa League. Portieri si nasce e nessuno può modificare il proprio destino. Portieri si diventa con l’aiuto della famiglia, della scuola, degli amici e di un buon preparatore – non solo calcistico – pronto a farti maturare. A Donnarumma tutto ciò non è successo. Di chi è la colpa?

A proposito di colpa, Donnarumma ha sbagliato ma Bonucci – che pima dell’inizio della gara è entrato sul terreno di gioco per sfidare i fans juventini – e il resto della compagnia dove erano sui calci d’angolo della Vecchia Signora?