Corto circuito nel calcio italiano se Mediapro entro il 22 maggio (fra una settimana) non tirerà fuori 1,2 miliardi. Una fideiussione vaga ballerina dopo che gli spagnoli hanno annunciato il ricorso alla sentenza del Tribunale di Milano sui diritti TV. Mediapro annuncia che stanno parlando con la Lega sulla garanzia, ma i club dai grandi ai piccoli si chiedono cosa ci sia ancora da parlare: c’è da pagare e basta.

La conferma è arrivata ieri dalla riunione in Lega: nessuna squadra si è presentata. Appuntamento per tutti il giorno 22 prossimo venturo, esattamente il giorno in cui scade il termine per la presentazione della fideiussione da parte di Mediapro.

Tanti sono i problemi da risolvere per il Commissario Malagò ma il corto circuito del tubo catodico non se l’aspettava. Anzi, dopo la firma dell’accordo per i diritti TV pensava che tutto fosse in discesa. In FIGC e Lega calcio adesso è tutto paralizzato con il ricorso annunciato da Mediapro. Tutto fermo per altre tre settimane. Tutto lascia – e non solo le società di calcio ma anche i telespettatori – in un clima di totale incertezza.

Malagò ogni volta che parla o rilascia interviste chiede sempre “buon senso”. Vocaboli che non fanno parte del gioco del calcio come chiedere in questo momento, senza la fideiussione spagnola, un passo indietro a Lega, Sky e Mediapro. Mediapro non ha fatto un passo indietro e ha fatto subito fatto il ricorso. Sono convinti di essere dalla parte della ragione e che la loro proposta di commercializzazione sia conforme alla Legge Melandri e all’Antitrust dopo l’accordo con la Lega di Serie A.

La sentenza dei giudici milanesi non appare ribaltabile nel giudizio di secondo grado. La  guerra con Sky continuerà anche dopo una seconda bocciatura visto che il Presidente Roures di Mediapro ha già annunciato che se il bando verrà nuovamente bocciato ne faranno un altro definitivo in funzione di quanto diranno i giudici.

L’impressione è che il calcio italiano in questa vicenda debba scontrarsi con un soggetto forte che non ha nulla da perdere e punterà a stressare la Lega e in particolare i poltronisti del calcio giocando e congelando tutto sul tempo per arrivare al finale, che diventerà irrinunciabile per tutte le società, con la costruzione di un  canale della Lega, unica via d’uscita per vedere gli euro promessi.

In Lega qualcuno spera in un colpo di fulmine di Sky pronto ad accollarsi tutto il calcio italiano non solo in TV. Operazione non facile sul satellitare: ci sono già parecchi sport a minor prezzo che insidiano i dati auditel del calcio. Regge bene il calcio serale ma nelle famiglie occorrono due televisori con il pallone che rotola dal lunedì alla domenica, non solo per la Serie A.

Tutti in questo momento, che sia Mediapro, Sky o qualche fratello non satellitare, agita le acque nel calcio italiano che se non starà attento a sfruttare l’occasione giusta giocando sul timore dei protagonisti di perdere il dominio sui mercato dei diritti, potrebbe fare anche un  boom negativo che sarebbe ancor più rumoroso nelle tasche del calcio italico  dell’eliminazione dai campionati mondiali russi.

Questa volta non si può dire Malagò pensaci tu, per di più senza l’appoggio del Governo o della politica italian. Ci sono di mezzo euro da incassare!

Corto circuito in atto in Lega e FIGC con nessuna scossa elettrica in arrivo se le componenti del calcio italiano riproporranno Giancarlo Abete nuovamente sulla prima poltrona della FIGC.

Abete è come l’Edera: s’arrampica ai piedi della potenza del calcio modificando solo in partenza la divisa del passato. L’edera di Abete si differenzierà dalle altre piante rampicanti  in FIGC perché è in grado di creare il proprio sostegno da sola, non ha bisogno di essere guidata perché è pronta a creare appigli in tutti i rami del calcio italiano, anche in quelli della Lega, della politica e dei suoi Presidenti di società.