Il dato che registra la crescita del calcio australiano negli ultimi anni lo si ritrova nel palmarès di partecipazioni al Mondiale: quella russa sarà la quinta qualificazione in assoluto e la quarta consecutiva dal 2006, quando la competizione si disputava in Germania e l’Italia vinceva il trofeo. In quell’occasione, i Socceroos registrarono anche il loro migliore piazzamento arrivando agli ottavi di finale. Molto è cambiato in un quadriennio nella rosa dei canguri, che però sono convinti di arrivare in Russia per dover dimostrare che adesso l’esperienza è aumentata e la capacità di ribattere colpo su colpo ad avversari che partono sulla carta avvantaggiati è più definita ed efficace. Un po’ come la frase scelta nel titolo: “il tarlo, seppur piccolo, può far cadere un grande albero“. Mònito da ricordare all’esordio contro la Francia.

I Socceroos avranno ancora tra le loro file il 38enne capitano Tim Cahill, calciatore ad aver segnato il maggior numero di reti con la nazionale australiana e pronto ad entrare nella hall of fame del calcio per aver segnato in quattro Coppe del Mondo. Come accadde a mostri sacri quali Pelè o Klose. Non c’è più invece l’intera vecchia guardia che arrivò agli ottavi di finale in Germania, eccezion fatta per Milligan.

Il tecnico dell’Australia (a destra) assieme al cognato Mark Van Bommel, ex Milan

Uno dei valori aggiunti di questa Nazionale sarà il proprio commissario tecnico, Lambert “Bert” Van Marwijk: dopo una lunga carriera da tecnico di squadre di club fra Borussia Dortmund e Feyeenord, con cui avrebbe vinto la Coppa UEFA nel 2002, ecco che l’allenatore olandese ha preso la strada delle nazionali. Ha portato l’Olanda alla finale del Mondiale 2010 in Sudafrica, persa contro la Spagna. Poi è tornato all’Amburgo, infine ha intrapreso l’esperienza con l’Arabia Saudita prima di accettare la panchina dell’Australia.

Rispetto agli ultimi mondiali, in particolare a quello brasiliano, da segnalare tra le file dei Socceroos l’inserimento prepotente di nuovi profili che rispondono ai nomi di Aaron Mooy (27), Tom Rogic (25), Trent Sainsbury (26 anni e passato come una meteora anche dall’Inter) e Tomi Juric, centravanti 26enne del Lucerna che potrebbe saltare la gara d’esordio per via di qualche fastidio muscolare.

PORTIERI – Ryan (Brighton), Jones (Feyenoord), Vukovic (Genk);

DIFENSORI – Behich (Bursaspor), Degenek (Yokohama F. Marinos), Jurman (Suwon Samsung Blue Wings), Meredith (Millwall), Risdon (Western Sydney), Sainsbury (Grasshopper);

CENTROCAMPISTI – Jedinak (Aston Villa), Milligan (Al-Ahli), Troisi (Melbourne Victory), Rogic (Celtic), Luongo (QPR), Mooy (Huddersfield Town), Irvine (Hull City), Brillante (Sydney FC), Petratos (Newcastle Jets), Arzani (Melbourne City);

ATTACCANTI – Arzani (Melbourne City), Juric (Lucerna), Leckie (Hertha Berlin), Nabbout (Urawa Red Diamonds), Petratos (Newcastle Jets), Maclaren (Hibernian).

COME SI SCHIERA – Il suo allenatore li ha schierati nelle prime fasi della sua esperienza australiana con la difesa a quattro, ma ultimamente, già dallo spareggio per accedere al Mondiale contro Siria e Honduras, i Socceroos sono passati alla difesa a tre e alla strategia tattica del 3-4-2-1. Un modulo che cambia spesso nella mente di Van Marwijk, che spesso si è coperto con un difensore in più passando al 4-2-3-1, lo stesso modulo che venne adottato con continuità da Van Marwijk al Mondiale sudafricano. Il ct olandese ha una discreta libertà di scelta sul come disporsi dalle metà campo in avanti potendo contare in mediana dalla coppia consolidata ed esperta formata da Jedinak e Irvine. Se il ruolo di prima punta se lo spartiranno il veterano Cahill e lo spilungone Juric, dietro saranno in molti a scalpitare, dall’ala sinistra Leckie a Kruse passando per i trequartisti Rogic e Troisi. Lo schieramento difensivo, che sia a tre o a quattro, ha profili più o meno certi: Behich, Degenek, Jurman e Sainsbury sono le prime scelte, alle loro spalle Meredith e Risdon.